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Piemonte e Lombardia frenano e la Ue lancia l’allarme sulle trappole dello sviluppo regionale

Sia l’economia del Piemonte che quella della Lombardia rallentano: le cause sono molteplici, non escluse la guerra in Ucraina e la crisi della Germania ma molto possono fare il Governo di Roma e quelli locali, a cominciare da un miglior utilizzo dei fondi Pnrr

Piemonte e Lombardia frenano e la Ue lancia l’allarme sulle trappole dello sviluppo regionale

Già il triangolo industriale Torino-Milano-Genova è ormai una fotografia datata e sbiadita. Se poi si aggiunge che anche le locomotive Piemonte e Lombardia cominciano a rallentare, allora la situazione si fa preoccupante. Tanto da suscitare allarme persino nella Ue. Che appunto mette nel mirino il Nord-Italia che si sta fermando.

La preoccupazione emerge nella relazione del gruppo di esperti sul futuro della politica di coesione- organismo indipendente istituito dalla Commissione europea per capire come rimodulare le politiche comunitarie. La relazione, pur non citando dati e numeri, fa esplicito riferimento al fatto che “molte province dell’Italia settentrionale in Lombardia e Piemonte sono esempi di regioni ricche intrappolate nello sviluppo”. E’ appunto ciò che viene definito “trappola dello sviluppo regionale“: una regione non riesce a sfruttare e mantenere il proprio potenziale di crescita per diversi motivi, che vanno da crisi economiche locali a diminuzione della popolazione, a incapacità di attrarre capitali o forza lavoro qualificata.

Piemonte e Lombardia: utilizzare meglio i fondi Pnrr è essenziale

Ad avvalorare i timori Ue per Piemonte e Lombardia sono gli ultimi dati. In Piemonte nell’ultimo trimestre 2023 il valore delle attività economiche ha fatto registrare un -0,7% in controtendenza rispetto al +0,5% del resto d’Italia (dati della Camera di commercio di Torino). Con 133 miliardi di valore del Pil a prezzi costanti, il Piemonte è fermo al livello del 2019. Quanto alla Lombardia, sia Bankitalia che Assolombarda concordano nell’indicare un rallentamento, che la banca centrale indica in una crescita del Pil nel 2023 limitata allo 0,6% mentre l’associazione degli industriali indica uno 0,9 ma contro il +3,2 dell’anno precedente. In entrambe le regioni hanno influito i costi dell’energia, gli approvvigionamenti delle materie prime e prodotti intermedi, il rallentamento dei consumi, e fattori esterni, non solo la guerra in Ucraina ma anche il rallentamento dell’economia della Germania e dunque le esportazioni verso quel Paese.
L’analisi condotta per l’esecutivo comunitario aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione per la funzione di traino di Piemonte e Lombardia. L’indagine rimarca infatti che nella Ue una regione che scivola nella trappola dello sviluppo “tende a rimanervi per periodi relativamente lunghi” e questo dunque potrebbe essere il rischio per le due economie percorse dal Po. E la Ue non a caso fa notare che ci sono competenze che non fanno capo a Bruxelles ma ai governi centrali e locali. E quindi la sollecitazione a utilizzare al meglio i fondi del Pnrr.

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