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Piazza Affari si affida a Draghi e Ue ma Salini e Ovs vanno ko

La Bce continuerà a riacquistare titoli itliani anche dopo la fine del Qe e con Bruxelles la trattativa per evitare la procedura d’infrazione per debito eccessivo è aperta – Ma ieri in Borsa hanno fatto impressione i crolli di Salini Impregilo (-19,7%) per la supermulta di Panama e di Ovs (-36%) dopo la trimestrale

Piazza Affari si affida a Draghi e Ue ma Salini e Ovs vanno ko

Il Quantitative Easing è finito, ma non è morto. Mario Draghi, sottolineando che ormai il programma fa stabilmente parte degli strumenti a disposizione della Bce, ha rivendicato ieri con orgoglio il successo del programma di acquisti (più di 2.500 miliardi di euro in 4 anni) che “in alcuni momenti è stato l’unico fattore trainante della ripresa”.

Intanto, in un’intervista a Fox, la sua tv preferita, Donald Trump ha ribadito di sperare che “la Fed non alzerà più i tassi”. Facile che la Banca centrale Usa lo deluda la prossima settimana, quando si riunirà per l’ultima volta nel 2019. Ma nell’occasione la Fed diffonderà la nuova stima, probabilmente rivista al ribasso, degli aumenti dei tassi previsti per il 2019.

CINA: A NOVEMBRE PIL SOLO +5,4%. TANKAN PIATTO A TOKYO

Si fa strada la sensazione che la frenata dell’economia sia più profonda di quanto già previsto. La conferma è arrivata stamane dalla Cina. A novembre la crescita del Drago è stata solo del 5,4% anno su anno, l’espansione più fiacca degli ultimi due anni. Anche i consumi perdono forza, il +8,1% del mese scorso è la variazione positiva più debole degli ultimi quindici anni. La Cina si salva solo perché va avanti il programma statale nelle infrastrutture: gli investimenti in beni in conto capitale sono in accelerazione (+5,7%).

Rallenta anche il Giappone, che pure celebra il più lungo rally del dopoguerra. Ma, nota il Nikkei Times, “la crescita non è basata sull’espansione dei consumi interni, come negli anni 60/70, ma solo sulla forza dell’export grazie allo yen debole”, politica messa a rischio dalle tensioni commerciali.

Non aiutano, infine, le ultime notizie sul contenzioso tra Cina e Usa. Pechino, per un’evidente ritorsione sul caso Huawei, ha arrestato un secondo cittadino canadese, accusato di aver lavorato per un’organizzazione cinese che ha violato la normativa sull’iscrizione al registro delle imprese.

A WALL STREET BRILLA SOLO GENERAL ELECTRIC

I listini riflettono stamane i dubbi sulla congiuntura. Shanghai perde lo 0,7%, Hong Kong l’1,3%. Scende anche la Borsa di Tokyo (Nikkei -1,7%). Giù anche Sidney -1,1%.

Il rallentamento dell’Asia segue a ruota una seduta contrastata a Wall Street: Dow Jones +0,3%, S&P 500 -0,02%. Nasdaq -0,4%. Da rilevare solo la resurrezione di General Electric (+7,3%) dopo la revisione a “neutral” del rating di JP Morgan. Da inizio anno la perdita è del 60%.

Il calo delle scorte Usa ha favorito il rialzo del petrolio: 61,45 dollari al barile.

LA BCE CONFERMA: ECONOMIA IN CALO, OGGI GLI INDICI PMI

Seduta contrastata anche per le Borse europee, dopo la conferma, pur ampiamente scontata, della fine del Quantitative Easing. In conferenza stampa, Mario Draghi ha sottolineato che è ancora necessario lo stimolo monetario. Perciò la Bce intende continuare a reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza acquistati durante il programma “dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e dopo la data del primo aumento dei tassi, e in ogni caso finché sarà necessario”.

Si avvicina intanto la prospettiva dell’immissione di liquidità con un nuovo TLTRO: se ne è parlato nel corso della riunione, ha rivelato Draghi, anche in questa occasione.  Ma, a deprimete i mercati sono state le stime sul rallentamento della crescita futura dell’economia euro e l’indebolimento della domanda estera: l’euro è sceso fino ai minimi di seduta a 1,1328 dollari. Stamane i dati Pmi permetteranno di aggiornare il quadro della congiuntura dell’industria manifatturiera. SOLO

MILANO (+0,54%) IN TERRENO POSITIVO

Piazza Affari è stata l’eccezione positiva in una giornata debole per i listini del Vecchio Continente: Milano +0,54%, è risalita oltre quota 19 mila (chiusura a 19.048 punti).

Si ì trattato della terza seduta consecutiva di rialzo: Da inizio 2018 la perdita delle nostre blue chip è intorno al -13,5%. I multipli delle blue chip quotate a Piazza Affari offrono attualmente numeri attraenti: P/E medio 10,4x, ritorno atteso in termini di dividendo 4,35% lordo, il più alto tra i listini della zona euro.

Si fermano sotto la parità Francoforte, -0,04% (-15,5% da inizio anno). Metro scende del 7,6% dopo aver previsto un calo dei profitti a causa delle difficoltà in Russia.

Parigi -0,26% e Londra -0,04%. Madrid svetta invece con un rialzo dello 0,82%. Zurigo -0,62%. Il gestore patrimoniale svizzero GAM crolla del 26% dopo aver subito una grossa perdita e annullato il dividendo.

LO SPREAD CALA FINO A 261 POI RISALE

In giornata il differenziale di rendimento fra Btp e Bund decennali si è spinto fino al minimo di 261 punti base, i livelli più bassi dal primo di ottobre, mentre dopo la conferenza stampa ha toccato il massimo di seduta a 273. La seduta è rimasta tuttavia improntata al rialzo, grazie alle nuove cifre della manovra italiana relative al deficit/Pil.

BANCHE E UTILITY GUIDANO IL RIMBALZO

Il calo delle tensioni sui titoli di Stato italiani ha favorito il recupero di alcuni titoli bancari: Unicredit +1,24%, Ubi +1,04% e Intesa Sanpaolo +0,94%. Negativi invece Bper (-0,4%) e Banco Bpm (-1,94% a 2,099 euro), su cui Banca Imi ha abbassato il prezzo obiettivo da 3,1 a 2,8 euro. Banca Generali +0,4%. Poste italiane +0,1%.

La discesa dello spread continua a sostenere il rally delle utility, Enel +1,7%. Italgas +1,8%, Snam +1,3%.

Positiva anche Fiat Chrysler (+0,9%), alle prese con l’ecotassa promossa dal ministro Luigi Di Maio, che ha già ventila to però l’ipotesi di una modifica del provvedimento. A novembre le immatricolazioni del gruppo in Europa sono diminuite dell’8% in linea con il settore. La quota di mercato è stabile al 5,9%.

Ancora in rosso Ferragamo (-1,97%) dopo lo scivolone del 7,32% della vigilia. La maison di moda fiorentina oggi ha nominato un nuovo cfo, Alessandro Corsi.

TRACOLLO DI SALINI. PRECIPITA OVS

Acque molto agitate nel settore infrastrutture. Chiude con il segno meno Astaldi (-0,55%) che ha chiesto ieri al Tribunale il rinvio di due mesi per la presentazione del piano di salvataggio definitivo.

Salini Impregilo, uno dei gruppi interessati ad un intervento, ha intanto vissuto una giornata nera: il titolo ha ceduto il 19,79 %dopo la decisione della Corte arbitrale di Miami che ha condannato il consorzio di costruttori (capofila proprio il gruppo italiano) che ha lavorato al Canale di Panama a pagare quasi 848 milioni di dollari. Salini ha precisato che “la parte degli anticipi contrattuali garantita dal gruppo pro-quota è, in linea capitale, di 217 milioni di dollari, che verranno pagati immediatamente con proprie disponibilità di cassa”. Resta un importo pari a 117 milioni dollari in linea capotale che sarà oggetto di una decisione del tribunale di Londra.

Precipita Ovs (-36,03%) stroncata dagli analisti dopo la pubblicazione della trimestrale: Equita Sim ha tagliato il rating a hold, mentre Kepler Cheuvreux ha ridotto il prezzo obiettivo da 3,3 a 1,7 euro, con rating buy. La guidance è “molto deboli”. Le stime di eps vengono abbassate del 41,5% per il 2018 e del 44,8% per il 2019.

Ritocca di nuovo il minimo storico Safilo (-7,5%): s’avvicina la conclusione dell’aumento di capitale (150 milioni) fissato per il prossimo 17 dicembre.

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