Condividi

Piazza Affari limita i danni di dazi, petrolio e dividendi

Malgrado la bufera commerciale Usa-Cina e la spaccatura nell’Opec su prezzi e quote di produzione petrolifere, la Borsa di Milano regge e assorbe anche l’effetto negativo dello stacco cedole, che colpisce soprattutto le utlities – In controtendenza risparmio gestito, banche e Telecom Italia

Piazza Affari limita i danni di dazi, petrolio e dividendi

La settimana si apre così come si chiuse la scorsa ottava, con un calo generalizzato dei listini in scia ai nuovi dazi annunciati da Donald Trump venerdì. Piazza Affari perde lo 0,41% e si ferma a 22.099 punti, penalizzata dallo stacco cedole da parte di 5 blue chip: Snam -4,27%, Poste -4,04 %, Terna -3,12%. Più contenuti i danni per Exor -1,04% e Stm -1,43%.

La seduta è in rosso anche per gli altri listini europei. La Piazza peggiore è Francoforte, -1,36%, dove le vendite si moltiplicano con l’arresto di Rupert Stadler, amministratore delegato di Audi (Volkswagen -3,08%) nell’ambito dell’indagine sullo scandalo dei motori diesel. Gli investitori sono anche impensieriti dallo scontro politico nella maggioranza sulla questione migranti, con Angela Merkel e il suo ministro dell’Interno e leader della CSU, Horst Seehofer su posizioni diverse. In serata si segnala l’incontro tra la cancelliera e Giuseppe Conte, mentre l’agenda di domani prevede il vertice franco-tedesco che prepara i lavori del Consiglio europeo di fine mese.

Perdite frazionali per Parigi -0,93% e Madrid– 0,83%, piatta Londra -0,01%.

Wall Street, dopo un avvio stonato, recupera dai minimi, ma resta, per ora, in territorio negativo. La guerra commerciale con la Cina fa paura, ma si spera che le diplomazie trovino un accordo prima del 6 luglio, data in cui dovrebbero scattare i dazi del 25% su prodotti tecnologici cinesi per 50 miliardi di dollari e di conseguenza le tariffe doganali di Pechino su prodotti agricoli americani.

I prezzi del greggio, che erano in ribasso nelle prime ore della giornata, ora salgono in vista dell’incontro dei Paesi Opec, benché sia probabile un accordo per aumentare l’offerta globale. Brent 74,41 dollari al barile, +1,32%.

Il cambio euro dollaro è in ara 1,161, dopo essere scivolato in mattinata sotto quella soglia.

Il secondario italiano chiude positivo, con il rendimento del decennale al 2,55% e lo spread con il Bund in discesa del 3,24% a 214.90 punti base. I periferici europei beneficiano del recupero della carta greca su Germania, in vista dell’Eurogruppo di giovedì prossimo a Lussemburgo. Intanto c’è molta attesa per le parole che Mario Draghi pronuncerà fra poco al forum di Sintra, in Portogallo, dopo l’annuncio della settimana scorsa che il Qe terminerà entro l’anno, passando per una riduzione degli acquisti mensili da 30 a 15 miliardi di euro dopo settembre e che per un primo rialzo dei tassi occorrerà aspettare almeno fino alla fine dell’estate 2019.

Il clima favorisce una parziale e piccola ripresa dei titoli bancari (Intesa +0,24%; Unicredit +0,34%), ma Mps perde il 5,03% nel giorno del debutto sull’indice Mid.

Sul Ftse Mib i maggiori rialzi del giorno sono per Azimut +2,15%, Unipolsai +1,09%; Fca +0,57%; Eni +0,53%; Unipol +0,42%.

La lista dei ribassi più consistenti comprende, oltre i titoli già citati, anche Prysmian -1,63% e Luxottica -1,55%. Fuori dal paniere principale prosegue la corsa di Reno De Medici, +6,3%, dopo l’annuncio dell’acquisizione del 100% di Barcelona Cartonboard, il maggior produttore di cartoncino della Spagna.

Commenta