Ancora un record per l’oro e per gli altri metalli preziosi. Certamente alla base del nuovo picco c’è un motivo tecnico: l’aspettativa di un taglio dei tassi da parte della Fed riduce il valore del dollaro, rendendo così più conveniente l’acquisto del metallo giallo. Ma alla base di questi picchi ci sono altri grattacapi per gli investitori: il perdurare delle tensioni geopolitiche senza che si veda una reale risoluzione, gli attacchi all’indipendenza della Banca Centrale Usa, l’ancora traballante politica commerciale di Trump, con la Corte d’appello Federale che dichiarato illegali molti dei dazi imposti del tycoon. Ce n’è abbastanza per inquietare gli investitori, banche centrali comprese, incrinando la loro fiducia per gli asset Usa. Il risulatao è che l’oro, ma anche l’argento, restano i veri paracadute in caso di eventualità nefaste.
Oggi il prezzo dei lingotti con consegna immediata è salito fino allo 0,9%, raggiungendo i 3.508 dollari l’oncia, superando il precedente picco raggiunto ad aprile, per poi ridurre leggermente i guadagni. Il metallo prezioso è aumentato di oltre il 30% quest’anno, tenendosi stretto lo scettro di migliore performer tra le principali materie prime. L’oro ha già messo a segno ventotto nuovi massimi nel 2025, contro i due del 2023 e i quarantasei del 2024. Dal 2023 ad oggi ha guadagnato oltre il 90%, superando argento, S&P 500, MSCI e il settore obbligazionario.
Alle ore 12 l’oro spot è a 3.478,46 dollari l’oncia, in calo dello -0,02%, con un rialzo del +3,65% negli ulrimi 5 gionri e del +32,53% da inizio anno. Tenendo conto del cambio in euro, il rialzo si ridimensiona a +17%.
Oro: cosa c’è oltre all’atteso taglio dei tassi
L’ultima corsa dell’oro, con cinque sedute consecutive al rialzo, è stata alimentata dalle aspettative che la banca centrale statunitense abbasserà i tassi di interesse a metà settembre, dopo che il presidente della Fed Jerome Powell lo ha seppur cautamente fatto capire parlando a fine agosto da Jackson Hole. I mercati scontano il taglio al 90%. Resta ancora da verificare l’andamento del mercato del lavoro Usa sulla base dei dati di venerdì sul Non Farm Payroll.
“Il nostro scenario di base è che l’oro continui a raggiungere nuovi massimi nei prossimi trimestri” ha detto a Reuters Joni Teves, strategist di Ubs Group AG. “Un contesto di tassi di interesse più bassi, dati economici più deboli e una persistente elevata incertezza macroeconomica e rischi geopolitici rafforzano il ruolo dell’oro come elemento di diversificazione del portafoglio”.
“Il metallo giallo, vecchio amico dei risparmiatori, non è più soltanto coperta contro l’imprevisto. È diventato il linguaggio con cui i portafogli parlano di rischio sistemico” dice Gabriel Debach, analista di eToro. “La sua funzione di hedge inflazionistico è stata spesso sopravvalutata, ma il suo ruolo di riserva cresce di trimestre in trimestre. È questa la vera trasformazione: da asset tattico a strumento di architettura strategica”.
Fed: gli attacchi di Trump minano la fiducia negli asset Usa
Ma a spingere alle stelle il metallo giallo è il sentiment che si sta insinuando tra gli investitori e che incrina la fiducia negli asset Usa al monito “Sell America”. Uno dei motivi più importanti è la recente escalation degli attacchi del presidente Donald Trump contro la Fed innescando preoccupazioni per l’indipendenza della banca centrale. I mercati sono ora in attesa di una sentenza storica che stabilisca se Trump abbia motivi legittimi per rimuovere la governatrice della Fed, Lisa Cook, dalla banca centrale. Se ritenuta legale, la mossa consentirebbe al presidente di sostituirla con un funzionario di orientamento accomodante. Le polemiche fra il presidente Usa e la Banca Centrale sono iniziate nei mesi scorsi, quando Trump ha criticato il capo della Fed, Jerome Powell, per non aver tagliato i tassi fin dall’inizio dell’anno. Al centro c’è sempre la questione dei dazi, capaci, secondo la Fed, di stimolare l’inflazione.
A proposito di dazi, a creare ancora più incertezze si è aggiunta in settimana una sentenza di una corte d’appello federale che ha dichiarato che i dazi globali di Trump sono stati imposti illegalmente sulla base di una legge di emergenza, emergenza che non c’è. Tutto ciò ha portato a ridotto la fiducia sulla stabilità del sistema Usa, deprimendo il dollaro, fattore che incide favorevolmente sul corso dell’oro: ieri il biglietto verde ha toccato i minimi dal 28 luglio.
In rialzo anche l’argento
Il rally dell’oro ha portato al rialzo anche quello dell’argento. Il prezzo del metallo bianco, apprezzato anche per i suoi usi industriali nelle tecnologie per l’energia pulita, compresi i pannelli solari, è cresciuto di oltre il 40% quest’anno, superando ieri il livello dei 40 dollari l’oncia per la prima volta dal 2011.