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Patto di Stabilità sospeso anche nel 2023: l’Ue vuole impedire che la guerra Russia-Ucraina affossi la ripresa

La Commissione europea ha deciso di sospendere anche per l’anno prossimo la regola sul debito pubblico – E la Francia parla di un nuovo Recovery Fund anti-guerra

Patto di Stabilità sospeso anche nel 2023: l’Ue vuole impedire che la guerra Russia-Ucraina affossi la ripresa

Patto di Stabilità sospeso anche nel 2023. Almeno in parte. Lo ha deciso mercoledì la Commissione europea, per evitare che le norme Ue, sommate agli effetti della guerra Russia-Ucraina, portino il continente a una nuova recessione. Le regole erano già congelate fino alla fine del 2022 per fronteggiare la pandemia.

Patto di Stabilità sospeso nella parte che riguarda il debito

In realtà, dal primo gennaio dell’anno prossimo l’accordo tornerà formalmente in vigore, ma di fatto sarà un patto di stabilità sospeso, perché non verrà applicata la norma che prevede una procedura molto severa per chi sfora il parametro del debito pubblico.

La sospensione per intero sarà valutata in primavera

Non solo. Nel presentare le Linee Guida dell’economia per il 2023, Vladis Dombovskis, vicepresidente della Commissione, e Paolo Gentiloni, commissario agli Affari Economici, hanno confermato che l’opzione di mantenere tutto il Patto di Stabilità sospeso anche nel 2023 sarà valutata in primavera. Un passo avanti importante rispetto alle settimane scorse, quando l’ipotesi veniva respinta con forza dai cosiddetti Paesi “frugali”.

“Data l’attuale incertezza – ha detto Dombrovskis – dovremo rivalutare la prevista disattivazione della clausola generale nel 2023 sulla base delle nostre previsioni di primavera”.

Il rischio di causare una nuova recessione

Al momento, comunque, per l’anno prossimo è sospesa solo la regola sul debito. In base a questa norma, nel caso in cui superi il 60% del Pil, l’indebitamento va ridotto di un ventesimo l’anno (frazione da calcolare solo sulla parte che eccede la soglia).

Si tratta di una correzione pensata quando i conti pubblici dei Paesi europei erano molto diversi da quelli di oggi. La pandemia, infatti, ha costretto tutti i governi ad aumentare il debito in modo consistente. Già da anni, quindi, è chiaro (quasi) a tutti che un ritorno tout court alle vecchie regole (e soprattutto a quella sul debito) sarebbe un suicidio, perché imporrebbe manovre d’austerità che non solo cancellerebbero la ripresa, ma spingerebbero l’economia europea verso una nuova recessione.

Riforma il Patto di Stabilità sospeso

Ecco perché da mesi si discute su come riformare il patto di Stabilità prima che rientri in vigore. Ad esempio, secondo Dombrovskis, il debito va ridotto con criteri diversi tra Paesi con esposizioni “più alte” o “più basse”.

Verso un Recovery Fund contro la guerra

Tuttavia, nemmeno la riforma basterà a fronteggiare le probabili conseguenze della guerra appena iniziata in Ucraina. Per questo la prossima settimana, in occasione del Consiglio europeo che si terrà a Parigi, la Francia (presidente di turno) proporrà di introdurre uno strumento simile al Recovery Fund, che sostenga l’Ue soprattutto nei settori più critici in questo momento: energia e difesa. Sarebbe un nuovo passo verso la condivisione del debito. Non a caso, sempre ieri Gentiloni ha sottolineato che “se il Next generation Eu avrà successo, sarà allora possibile nei prossimi anni riproporre un metodo del genere, e cioè mettere insieme le forze per obiettivi comuni”.

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