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Patti territoriali: 100 milioni per progetti sostenibili

I fondi dei Patti territoriali a sostegno della ripresa economica. Una partita ecosostenibile che guarda soprattutto al Sud. Gli interventi devono concludersi entro 60 o 48 mesi.

Patti territoriali: 100 milioni per progetti sostenibili

I soldi non spesi dei Patti territoriali sono di nuovo a disposizione del sistema Paese. In piena ripresa economica il governo ha sbloccato fondi dormienti purché destinati ad investimenti sostenibili. Progetti che favoriscano lo sviluppo del sistema imprenditoriale locale e che, in buona sostanza, attivino sistemi di economia circolare. È una nuova occasione per la sperimentazione di servizi innovativi ed altro a supporto delle imprese. Il plafond è di 105 milioni di euro e la proposte devono arrivare da PMI ed Enti locali. La procedura con il bando messa in campo da Mise e Mef scaturisce dalla chiusura dei Patti territoriali e dei Contratti d’area ma solo ora siamo alla ripartenza. Facciamo un passo indietro.

È stato il Decreto crescita del 2019 a stabilire che le risorse dei Patti territoriali andassero a beneficio di interventi a sostegno delle imprese. Tutta la filosofia di quella strategia è improntata a dare una mano all’imprenditoria locale, allo sviluppo sostenibile, all’aggregazione in determinate aree del Paese di risorse economiche e proposte industriali. Lo stesso Decreto ha semplificato anche le procedure per non lasciare inutilizzati i fondi che ora entrano in campo. Il contributo massimo previsto per ogni progetto è di 10 milioni di euro.

Coerente con l’accelerazione trasversale di tutti gli investimenti voluta da Draghi, le opere dovranno essere concluse entro sessanta o quarantotto mesi a seconda del tipo di lavori che si andranno a fare. Bisogna, infatti, distinguere tra progetti pilota innovativi e interventi strutturali. La graduatoria con i finanziamenti sarà gestita da Cassa Depositi e Prestiti mediante il Fondo Rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti nel campo della ricerca. Ci si aspetta, dunque, una graduatoria con proposte per la competitività, la transizione ecologica, la riqualificazione delle aree urbane, l’ambiente. Per gli interventi strutturali il bando premierà la creazione o l’ammodernamento di infrastrutture pubbliche destinate al bacino dell’utenza locale del Patto territoriale, non idonee ad attirare investimenti da parte di altri Stati membri.

L’attenzione sulla riuscita dell’operazione deve guardare molto al Sud. Potrebbe giocare un ruolo di primo piano nella progettazione di interventi in aree depresse. Se PMI ed Enti locali riusciranno ad organizzare progetti credibili, efficaci, mettendoli in relazione anche con i 4,6 miliardi del Decreto infrastrutture da spendere entro il 2023, daranno un bel segnale per le previsioni di crescita del PIL delle Regioni meridionali. Quella pesante zavorra inferiore di quasi 8 punti rispetto alle Regioni del Nord. Molto meglio se sotto forma di economia circolare.

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