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Un Sud più sostenibile con il decreto infrastrutture

Una nuova visione del Sud nel decreto sulle Infrastrutture. Quattro assi per ripartire e ridurre le disuguaglianze storiche.

Un Sud più sostenibile con il decreto infrastrutture

Una svolta ? Per Mezzogiorno si, dice Mara Carfagna, Ministro per il Sud e la Coesione territoriale. Il decreto legge sulle nuove infrastrutture approvato dal governo nell’ultima seduta del Consiglio dei Ministri, arriva pochi giorni  dopo lo studio di Confcommercio sulla fuga dei giovani dalle Regioni del Sud https://www.firstonline.info/sud-in-25-anni-persi-16-milioni-di-giovani/. Decine di miliardi da spendere nei prossimi anni a valenza sostenibile per accorciare le distanze tra Nord e Sud, per arrestare l’emorragia di teste e braccia. Si lavora a colmare diseguaglianze fortissime in molti settori che oscurano quel tanto di innovazione presente in Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia, Puglia.

Dobbiamo demolire il muro invisibile che divide il Mezzogiorno dal resto del Paese in materia di infrastrutture, edilizia scolastica, progettazione territoriale, ambiente : è stato il commento del governo. Rispetto a Conte, Draghi sta dando un’accelerazione a progetti di ripresa che devono far ripartire interventi necessari al movimento di persone, beni e merci. L’asfitticità dell’economia del Sud ha bisogno di snodi ferroviari, collegamenti, scuole, reti energetiche, digitalizzazione. Fino ad un anno fa questo era l’elenco di stanche ripetizioni da forum e talk show. Siamo al punto e a capo. Alla riapertura di cassetti e dossier lasciati in eredità da chi professava la decrescita felice, era contro inceneritori, gasdotti, gallerie. Agli investimenti privati – non privi di contraddizioni- si affianca finalmente un nuovo intervento statale coniugato in chiave sostenibile.

Quattro i principali punti di interesse. La nuova norma sulla perequazione dei fondi, per esempio, che consentirà di sbloccare il Fondo perequativo infrastrutturale con una dotazione di 4,6 miliardi di euro per gli anni 2022-2033. La governance circolare è assicurata dall’inserimento del Ministro per il Sud nella cabina di regia per l’edilizia scolastica – altro esmpio- che garantirà un riparto di risorse più equo per scuole dell’infanzia e asili nido. 120 milioni di euro consentiranno,poi, a 4.600 Comuni italiani (tutti quelli sotto i 30mila abitanti nel Sud e nelle aree interne) di dotarsi di un ‘parco progetti’ adeguato alle opportunità che ai Comuni stessi vengono dal PNRR o da altri strumenti. “Resto al Sud” ,il programma per mantenere i giovani nelle terre di origine impiegarli in settori come la tutela del patrimonio o nuove strutture ad impatto zero, viene rilanciato. E’ esteso anche ai territori insulari dei comuni delle isole minori che dovranno dialogare con i giovani.

Fare sistema senza sprecare le risorse, intervenendo nella parte più complicata del Paese discostandosi da intenti propagandistici. E’ la linea operativa voluta da Draghi. Una distanza siderale anche dai governi Berlusconi cosi’ affezionati a sofisticati maquillage elettorali. Va dato atto, quindi, al Ministro Carfagna di aver saputo riaprire il capitolo Sud con una nuova ottica. Lei lo riconosce: “Troppo spesso in passato – commenta – abbiamo visto destinare al Sud dotazioni solo ‘di facciata’, che in realtà venivano assorbite altrove. Ringrazio il premier Mario Draghi e tutti i colleghi per la sensibilità con cui hanno preso atto di questo problema e per la determinazione con cui hanno deciso di affrontarlo senza ulteriori rinvii”. A rimettersi in discussione si fa sempre in tempo.

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