Condividi

Padoan: “Non aumenteremo le tasse”, eppure l’Iva…

Il ministro del Tesoro assicura che “l’impegno del governo è di non aumentare le tasse”, eppure le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni non parlavano di un incremento tout-court, ma di una redistribuzione del carico fiscale dal lavoro ai consumi.

Padoan: “Non aumenteremo le tasse”, eppure l’Iva…

Nessun pressing dalla Commissione europea per aumentare le aliquote Iva più basse. Lo ha assicurato Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, intervenendo ieri sera alla trasmissione Porta a Porta. Non solo, il numero uno del Tesoro ha anche precisato che “l’impegno del governo è di non aumentare le tasse” e che il bonus Irpef da 80 euro “sarà reso permanente, perché finanziato da tagli di spesa permanenti”.

Padoan smentisce quindi le voci su un possibile rincaro dell’imposta sul valore aggiunto. Le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, tuttavia, non parlavano di un aumento delle tasse tout-court, ma di una redistribuzione del carico fiscale dal lavoro ai consumi. L’ipotesi era che le risorse aggiuntive ricavate dall’aumento dell’Iva fossero impiegate o per estendere il bonus di 80 a categorie che oggi ne sono escluse (incapienti, pensionati e partite Iva), o per tagliare il cuneo fiscale, intervenendo a beneficio dei lavoratori (Irpef) e/o delle imprese (Irap). 

D’altra parte, alcune indicazioni di Bruxelles in questo senso sono arrivate eccome. La Commissione europea ha messo nero su bianco la raccomandazione di “spostare ulteriormente il carico fiscale verso i consumi” con una “revisione delle aliquote ridotte dell’Iva e delle agevolazioni fiscali dirette”.

Ieri Padoan ha ribadito che il suo “sogno” è di poter “abbassare le tasse fino al limite che permetta di coprire le spese fondamentali dello Stato”, ma “abbiamo vincoli enormi e dobbiamo scrollarcene di dosso con pazienza e con tenacia”. Nessun impegno, quindi, sulla possibilità di un ulteriore taglio dell’Irap nell’ambito di una nuova legge di Stabilità (“vedremo”), che sarà “molto difficile” perché il deterioramento dell’economia ha reso i vincoli “più stretti”. 

Quanto alla riforma del lavoro, “è una priorità”, ha proseguito il ministro, ma l’obiettivo è di “semplificare” il mercato, quindi “l’articolo 18 diventa un non problema. Oggi le forme contrattuali sono più di 40, noi vogliamo avere uno solo o al massimo due contratti”. La riforma dovrebbe prevedere anche “le retribuzioni legate ai livelli aziendali e la revisione degli ammortizzatori”. 

Sul versante del Pil, dopo che Ocse e Confindustria hanno previsto un 2014 in recessione, Padoan sottolinea che “la risalita comincerà già dal prossimo anno”, anche se è vero che “siamo messi male e noi stiamo peggio della media europea. Sono tre anni che abbiamo numeri negativi ma quest’anno, faccio notare, il numero è negativo ma molto più piccolo”. Tra le note positive, il calo dello spread, che “quest’anno dovrebbe aver prodotto un beneficio attorno ai 5 miliardi di euro”. 

Commenta