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Ortis: “Una Borsa europea del petrolio per sconfiggere speculazione e volatilità dei prezzi”

UNA PROPOSTA DI ALESSANDRO ORTIS, già presidente dell’Autorità dell’elettricità e del gas – Contro il caro-benzina è giusto intervenire sulla fiscalità e sulla filiera dei costi italiani, ma occorre anche pensare al’upstream e l’idea di una Borsa europea del petrolio può trasformare il settore in mercato sconfiggendo speculazione e volatilità dei prezzi

Ortis: “Una Borsa europea del petrolio per sconfiggere speculazione e volatilità dei prezzi”

La domanda mondiale energetica primaria è attesa in forte aumento nei prossimi due decenni, anche nell’ipotesi che gli obiettivi delineati con gli accordi e gli impegni internazionali ed europei per la tutela ambientale e la riduzione degli sprechi siano pienamente conseguiti. Il petrolio è destinato a mantenere un peso cruciale nel mix delle fonti e altrettanto cruciale risulterà il ruolo dei paesi Opec nel soddisfare la domanda. La fame di energia delle economie emergenti, in primis Cina e India, continuerà a crescere a ritmi significativi, aumentando la pressione sui mercati.

D’altra parte, il settore degli idrocarburi continua a svilupparsi su basi non efficienti: come un non mercato, legato ad un pronunciato fenomeno di finanziarizzazione e di derivati. Per il petrolio, in effetti, si scambiano ancora barili di carta, a prezzi di carta, su piattaforme opache e non regolate; dominano le decisioni di un cartello conclamato (Opec), improvvisi eventi politici di varia natura fanno soffrire e la speculazione si insinua agevolmente nelle quotazioni, ad alta volatilità.

Tale elevata volatilità dei prezzi petroliferi ha determinato, fra altro, pesanti ripercussioni negative sulle scelte di investimento del settore petrolifero e ha dato avvio ad un intenso dibattito, sia nei paesi consumatori sia nei paesi produttori, sulle possibili iniziative per dare soluzione a tali fenomeno, viste le rilevanti conseguenze economiche, politiche e sociali di variazioni di prezzo così accentuate e così distanti dai fondamentali di costo.

Diverse iniziative e proposte sono state avanzate allo scopo di rimuovere gli ostacoli alla realizzazione di mercati energetici efficienti, trasparenti e stabili; ciò nell’interesse sia dei consumatori sia dei produttori, favorendo un flusso di investimenti adeguato nell’industria del petrolio e delle fonti di energia alternative, promuovendo le condizioni per uno sviluppo sostenibile. In questo quadro, dovrebbe farsi sentire veramente la tanto auspicata e attesa voce unica dell’Unione Europea. E per non limitarsi ad auspicare senza ipotesi di iniziative concrete, fin dal 2010 lanciammo, come Autorità italiana per l’energia, una proposta per la creazione, almeno a livello europeo, di un vero mercato regolamentato del greggio, che cerchi di promuovere stabilità, trasparenza ed efficienza degli scambi, che tenti di inoculare un po’ di “mercato” in un settore che rimane ancora un “non mercato“, esposto a volatilità e a speculazioni ingiustificabili.

Tale iniziativa dell’UE potrebbe concretizzarsi nella realizzazione di una piattaforma regolamentata per la negoziazione di prodotti standardizzati di lungo termine, aventi ad oggetto il diritto alla consegna fisica di lotti di greggio in Europa, garantiti da affidabile controparte centrale. Nell’ipotesi proposta, dietro corresponsione di un premio da parte dell’acquirente per l’acquisto di tale diritto, il venditore assumerebbe l’obbligo alla consegna fisica ad un prezzo predefinito. I benefici per le parti sarebbero evidenti: il produttore disporrebbe di risorse finanziarie immediate e certe da impiegare negli investimenti; l’acquirente godrebbe della disponibilità di una risorsa (petrolio) a un prezzo prefissato e di un ulteriore vantaggio economico, qualora il prezzo sul mercato spot al momento della consegna risultasse più elevato di quello contrattato.

In sostanza, si tratta di realizzare un nuovo mercato regolamentato e di attribuirne la gestione a un’apposita istituzione pubblica, delegata da parte della stessa UE a svolgere funzioni di controparte centrale e a fornire le necessarie garanzie, per consentire l’incontro negoziazioni di prodotti di lungo termine. Proprio al fine di ridurre il costo delle garanzie, problema che impedisce lo sviluppo di mercati di lunghissimo termine (oggi al Nymex e all’Ice non vengono trattati prodotti di durata superiore ai 10 anni), la controparte pubblica potrebbe fornire, lato offerta, la garanzia di prezzo minimo al venditore di greggio, da attivare qualora i prezzi spot del petrolio alla scadenza risultassero inferiori.

Per l’Europa, tale garanzia sarebbe onerosa solo nel caso di prezzi particolarmente bassi, condizione comunque particolarmente vantaggiosa per l’economia europea; inoltre, lato domanda, la controparte pubblica potrebbe fornire una garanzia a favore dell’acquirente dal rischio di insolvenza del venditore. Poiché lo stesso venditore sarebbe richiesto di dimostrare la disponibilità del prodotto alla data di scadenza (sulla base di piani di investimento credibili o di giacimenti esistenti), sarebbe lasciato alla controparte pubblica solo il rischio politico dell’insolvenza, avendo essa a disposizione diversi strumenti politici per dissuadere il produttore da inadempimenti contrattuali non imputabili a mere cause tecniche.

Lo sviluppo di tale nuovo mercato regolamentato consentirebbe di sostenere gli investimenti in nuova produzione, di inviare ai mercati segnali di prezzo di lungo termine, utili ad una maggiore stabilità delle quotazioni; di ridurre la rischiosità del settore e portare anche a una riduzione dei costi di produzione.

L’Europa, con spirito proattivo, analogo a quello assunto nella lotta al cambiamento climatico, potrebbe attivare una propria borsa petrolio continentale, promuovendo così anche eventuali simili ed armonizzabili iniziative altrove. Forte di oltre 500 milioni di consumatori europei, l’UE sosterrebbe l’opportunità di disegnare un mercato del petrolio diverso, meno vulnerabile alla speculazione, più trasparente, con più tutele in termini di contenimento prezzi e ritorni sugli investimenti a lungo termine.

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