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Nuova legge sul Made in Italy: stop alla scomparsa dei marchi storici

La nuova legge sul made in Italy consente al ministero dell’Industria di intervenire per salvare marchi storici a rischio. Al fine di preservare l’eredità di aziende italiane, con focus su settori strategici

Nuova legge sul Made in Italy: stop alla scomparsa dei marchi storici

Del lusso, del settore alimentare, delle tlc, dell’industria, dei trasporti: è lunga la lista dei marchi storici italiani scomparsi o finiti in mani straniere. Ma ora, con l’approvazione definitiva del Senato della legge sul made in Italy, scatta lo stop: il ministero dell’industria può subentrare gratuitamente nell’impresa a rischio di sparire dal mercato o di diventare brand estero. Una cosa che ricorda un po’, mutatis mutandis, la vecchia Gepi (Società per le Gestioni e Partecipazioni Industriali), la finanziaria pubblica per il salvataggio delle aziende private in difficoltà.

Stop alla scomparsa dei marchi storici

Obiettivi della legge (approvata con con 88 voti favorevoli, 63 contrari e un’astensione, collegato alla manovra) sono la crescita, il sostegno, il rafforzamento e il rilancio delle filiere strategiche nazionali, e quindi occhio all’imprenditoria femminile, il settore del legno, le filiere dell’olio di oliva e delle fibre tessili naturali, la moda, la nautica, la ceramica, e via elencando.

E poi i marchi. Da Fiorucci a Loro Piana, da San Pellegrino a Galbani, da Italcementi a Magneti Marelli e Alitalia, negli anni sono decine e decine le imprese che hanno fatto la storia dell’Italia e i cui marchi se non sono scomparsi sono diventati però preda di brand stranieri.

La nuova legge sul made in Italy: ecco le novità

E così ecco che l’art.7 della legge sul made in Italy prevede che al fine di tutelare i marchi di particolare interesse e valenza nazionale e di prevenire la loro estinzione salvaguardandone la continuità, il ministero delle Imprese e del Made in Italy può subentrare gratuitamente nella titolarità del marchio qualora lo stesso non sia stato oggetto di cessione a titolo oneroso da parte dell’impresa titolare o licenziataria di un marchio registrato da almeno cinquanta anni o per il quale sia possibile dimostrare l’uso continuativo da almeno cinquanta anni, che intenda cessare definitivamente l’attività svolta.

A tal fine, in via preliminare, tale impresa vecchia almeno di 50 anni che intenda cessare definitivamente l’attività svolta, deve notificare preventivamente al ministero le informazioni relative al progetto di cessazione dell’attività indicando, in particolare, i motivi economici, finanziari o tecnici che impongono la cessazione medesima.

Per i marchi che risultino inutilizzati da almeno cinque anni, il ministero può depositare una domanda di registrazione del marchio a proprio nome.

Il ministero è autorizzato ad utilizzare i marchi esclusivamente in favore di imprese, anche estere, che intendano investire in Italia o trasferire in Italia attività produttive ubicate all’estero.

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