Condividi

Nomine Mediobanca, convocata per il 28 ottobre un’assemblea incandescente che deciderà all’ultimo voto

Sulla carta la lista del Cda uscente, che sarà presentata a breve, è in pole position ma un fronte avverso che si avvicina al 30% può riservare sorprese. Salvo accordi dell’ultima ora

Nomine Mediobanca, convocata per il 28 ottobre un’assemblea incandescente che deciderà all’ultimo voto

Si terrà nella mattinata del 28 ottobre l’attesissima assemblea di Mediobanca che, oltre all’approvazione del bilancio, del dividendo e dei compensi, deve rinnovare il consiglio d’amministrazione per il triennio 2024-26. Salvo accordi tra le parti dell’ultima ora, l’assemblea si preannuncia molto incerta soprattutto se la finanziaria Delfin della famiglia Del Vecchio, che detiene il 19,8% del capitale presenterà una lista alternativa a quella del Cda uscente e raccoglierà, come è probabile, i voti di Caltagirone (5,6% ma accreditato al 9,9%) e forse quelli di Benetton (2%) che si è svincolato dal patto di consultazione dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Sulla carta la lista del Cda uscente, capeggiata dall’Ad Alberto Nagel, è in pole position per almeno due ragioni ma con un’incognita da non trascurare.

Assemblea Mediobanca: i due atout di Nagel e un’incognita

Nagel, che ha sempre presentato buoni risultati di bilancio, ha dalla sua il favore del mercato e soprattutto dei fondi internazionali, che nel 2022 si rivelarono determinanti per far vincere la lista di Mediobanca in Generali capeggiata dall’Ad del Leone, Philippe Donnet e che di solito non amano scossoni quando ritengono che il management in carica sia affidabile ed efficiente. Per giunta, Nagel ha dribblato le incognite del voto maggiorato per le società quotate all’esame del Senato nel Ddl Capitali che non potrà essere approvato prima del 28 ottobre.

Assemblea Mediobanca: si deciderà all’ultimo voto

C’è però un’incognita sull’assemblea che, salvo accordi delle parti in extremis, la rende incandescente e può riservare sorprese. Il discorso è presto fatto: di solito gli azionisti con diritto di voto (fondi inclusi) presenti in assemblea si attestano sul 70-72% e i numeri dicono perciò che un fronte avverso che si avvicina al 30% non esclude colpi di scena. Nei prossimi giorni torneranno a vedersi attraverso i legali il fronte Mediobanca e il fronte Delfin, dove Francesco Milleri che guida la holding della famiglia Del Vecchio non dovrebbe avere problemi ad incassare il via libera di tutta Delfin non essendo previsto l’acquisto di nuove azioni Mediobanca e dunque essendo esclusi nuovi esborsi. Ma per ora il barometro non segnala schiarite.

Commenta