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Napolitano replica a Berlusconi: nessuna deroga al fiscal compact

Il Capo dello Stato replica a Berlusconi: “Impegni presi dagli ultimi due governi in totale consapevolezza” – “Non dobbiamo abbandonare la strada della necessitata severità e accompagnarla con misure per la crescita che devono essere incoraggiate a livello europeo”.

Napolitano replica a Berlusconi: nessuna deroga al fiscal compact

L’Italia deve coniugare crescita e austerità: il fiscal compact europeo non può essere messo in discussione.Questo il messaggio lanciato oggi dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine dell’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica ceca Vaclav Klaus. 

“Non c’è da meravigliarsi che quando si restringe la spesa pubblica e ci sono difficoltà nel credito gli effetti sono recessivi – ha detto il Capo dello Stato – ma non dobbiamo abbandonare la strada della necessitata severità e accompagnarla con misure per la crescita che devono essere incoraggiate a livello europeo e non assunte ciascuno per proprio conto, magari violando gli impegni presi”.

Dichiarazioni in evidente contrasto con le parole pronunciate alcuni giorni fa dall’ex premier Silvio Berlusconi, che in un’intervista con il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, aveva attaccato “le norme del fiscal compact”, perché “impediscono la crescita”. Secondo il Cavaliere, che ha annunciato di voler abolire l’Imu se tornerà al Governo, “senza abbassare la pressione fiscale non si esce dalla recessione”. 

Napolitano oggi ha chiuso il discorso ricordando che “gli impegni per controllare la finanza pubblica e il successivo fiscal compact sono stati assunti con piena consapevolezza dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti. Non si può non partire dalla necessità di stabilire equilibri nella finanza pubblica nei paesi dell’Eurozona, scelte riassunte bene o male nel termine austerità, a cui nessuno poteva sfuggire. Da noi c’era un pesante debito pubblico e le autorità di governo e monetarie sono state abili nel gestirlo in passato, ma è arrivato un momento in cui era a rischio il nostro debito sovrano e c’erano pressioni fortissime nei mercati sui nostri titoli. In questo spirito abbiamo contribuito al cosiddetto fiscal compact”.

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