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Mps lancia l’Sos, cade e risorge in Borsa, ma il Ftse Mib supera 19mila

Secondo il Monte dei Paschi il crollo della raccolta mette a “rischio la sopravvivenza della banca” e in Borsa il titolo rotola giù ma poi recupera nel finale mentre il FtseMib supera i 19 mila punti base – Vendite su Snam, Unipol e Fineco – Mediaset in stand-by – In controtendenza Ferragamo, Stm, Saipem e Recordati – Tutte in leggero rialzo le altre Borse.

Giornata piatta per le Borse europee, con il Ftse Mib che volge in positivo solo in chiusura: +0,11%, raggiungendo e superando quota 19mila punti a 19.014,75. In linea gli altri listini del continente: +0,6% Madrid; +0,33% Francoforte; +0,29% Parigi, +0,18% Londra. A metà giornata Wall Street viaggia in ordine sparso, col Dow Jones positivo e prossimo ai 20mila punti.

La fine della settimana si presenta piuttosto aspra invece sul fronte obbligazionario, con lo spread fra Btp Italia e Bund a dieci anni che risale del 6,42% a 157.40 punti base, rendimento 1,90%. La crescita dei rendimenti potrebbe essere influenzata in parte dall’avvicinarsi delle feste e dalla conseguente sospensione delle operazioni di acquisto di bond da parte delle banche centrali e in parte, per quanto riguarda l’Italia, dalle incertezze legate alla ricapitalizzazione di Mps, che oggi, dopo molti alti e bassi, chiude a +1,31%. 

Per la più antica banca italiana è cominciata una corsa contro il tempo, con molti ostacoli da superare. In giornata si viene a sapere che c’è stata una pesante riduzione della raccolta diretta commerciale a partire dal referendum, un fuggi fuggi dei risparmiatori, spaventati dalla situazione critica. Così, secondo Reuters, ci sarebbe anche un allarme liquidità. Lo rivela un trader che cita il “supplemento al prospetto dell’aumento di capitale in cui è scritto che, secondo la Bce, Mps avrebbe 29 giorni di liquidità rimasti dal 4 dicembre”.

Il tutto mentre davanti ci sono 5 giorni, fino al 21 dicembre, per chiudere l’aumento di capitale da 5 miliardi. Poi non resta che l’ultimo consiglio dei ministri prima del Natale, convocato per giovedì 22 dicembre 2016, con il famoso piano B e la sostanziale nazionalizzazione dell’Istituto senese. 

In questa clima regge bene il resto del listino, che offre spunti di ottimismo: Salvatore Ferragamo +2,9; Unicredit +2,64%; Stm +2,05%; Saipem +2,88%; Recordati +1,17%; Generali +1,62%; Popolare di Milano +1,39%; Banco Popolare +1,08%.  

In ambito popolari c’è da segnalare il tonfo di Sondrio (-6,53%), dopo il provvedimento d’urgenza del Tribunale di Milano per inibire lo svolgimento dell’Assemblea straordinaria per la trasformazione in spa, in conseguenza alle decisioni del Consiglio di Stato e in attesa di chiarimenti da parte della Consulta.

Fra le blue chip titolo peggiore risulta Luxottica, -2,02%. Fuori dal paniere principale grande exploit di Snai +13,29%, che ha completato il rimborso anticipato sulle obbligazioni senior e subordinate garantite non convertibili e annunciato che incorporerà la controllata Trenno.

Sul fronte caldo di Mediaset si segnala un lieve calo del titolo (-0,51%) e il cda in calendario per il 20 dicembre, il primo dopo gli acquisti di Vivendi (ora al 20%). Bene Telecom, (+1,83%), nel giorno del cda. Al termine della riunione il vicepresidente Arnaud de Puyfontaine, Ad di Vivendi, avrebbe incontrato il ministro dello sviluppo economico Calenda. Brent in crescita del 2,13% a 55,17 dollari al barile

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