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Monferrato, alla scoperta delle Cattedrali sotterranee di Canelli dove è nato lo spumante italiano

Alla scoperta dei segreti del vino nelle suggestive Cattedrali Sotterranee di Canelli nel Monferrato, culla del primo spumante italiano. Qui si trovano le cantine di Bosca, Gancia, Contratto e Coppo

Monferrato, alla scoperta delle Cattedrali sotterranee di Canelli dove è nato lo spumante italiano

Il Monferrato che non si vede: nel comune piemontese in provincia di Asti si nasconde una cittadina sotterranea fatta di chilometri di tunnel e di gallerie. Si tratta delle cosiddette Cattedrali Sotterranee di Canelli – Patrimonio Unesco dal 2014 nel contesto del paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato – lunghissime cantine storiche scavate a oltre 32 metri sottoterra direttamente nel tufo calcareo dove invecchiano alcuni dei più celebrati vini dell’area. La temperatura sotterranea perenne fra i 12 e i 14 gradi e l’umidità costante sono infatti le condizioni ideali per la fermentazione e l’affinamento degli spumanti più rinomati nel nostro Paese. Proprio qui infatti, nel 1865, è nato il primo spumante italiano, nelle profondità delle cantine di Bosca e di Gancia, attualmente visitabili insieme ad altre due rinomate case vinicole: Contratto e Coppo.

La ragione della costruzione di queste gallerie risiede nella vocazione vitivinicola di Canelli, un’importante realtà che si colloca esattamente tra Langa, Astigiano e Monferrato. Il nome maestoso e suggestivo gli è stato attribuito per l’atmosfera ricca di quel silenzio solenne che richiama quello delle grandi cattedrali religiose, oltre che per la loro bellezza e storicità.

Ma non finisce qui, fuori dalla cittadina – oltre alle suggestive Cattedrali Sotterranee di Canelli nel Monferrato – si incontrano altre misteriose camere sotterranee, sale senza luce e aerazione scavate nella pietra da cantoni, raggiungibili attraverso una cantina e utilizzate per custodire il vino imbottigliato. Si chiamano Infernot e possono essere di diverse tipologie: monocamera, multicamera o a corridoio, con l’alloggiamento delle bottiglie che può essere a nicchie, gradinate o a piani continui. Alcuni sono impreziositi da decorazioni, altri addirittura hanno un tavolo direttamente scavato nella pietra. A seguire la storia delle cantine storiche custodite nelle Cattedrali Sotterranee di Canelli nel Monferrato.

Cantine e Infernot, storie centenarie

Le cantine Bosca

Con una storia di 190 anni, portata avanti da 6 generazioni, Bosca produce alcune delle bollicine più famose non solo di Monferrato, ma del Paese. I loro vini, infatti, hanno raggiunto i vertici dei più prestigiosi concorsi internazionali, conquistando le prime posizioni nelle classifiche enoiche da Oriente a Occidente, battendo anche le maisons francesi. Tra i prodotti più premiati: il metodo classico “Riserva del Nonno”, il Barolo Luigi Bosca e il Barbera d’Asti, il Barolo DOCG, il Vermouth di Torino e l’Americano, Mabel Barbera d’Asti superiore e l’Asti secco DOCG.

Quasi due secoli sono passati da quando Pietro Bosca fondò l’impresa di famiglia. Da quel momento lui e i suoi successori si sono impegnati incessantemente avvicinare al mondo delle bllicine un pubblico sempre più vasto, seguendo i trend di consumo dei diversi mercati ma soprattutto per crearne di nuovi.

Con questo obiettivo, nel 2021 la famiglia Bosca ha creato due nuove linee di bollicine: Ispiro ed Esploro. La linea Ispiro è dedicata al Metodo Classico e vede l’uscita di: Alta Langa D.O.C.G. Ispiro (da uve 100% Chardonnay coltivate sulle colline di Acqui Terme); Mille Giorni (vino spumante di qualità Metodo Classico Brut, millesimo 2015 Pinot nero 80%, Chardonnay 20%); Mille Giorni Rosé (vino spumante di qualità Metodo Classico Brut, millesimo 2015). Mentre la linea Esploro è dedicata al Metodo Martinotti o Charmat: Asti Docg Esploro (vino spumante di qualità del tipo aromatico Dolce 100% Moscato d’Asti); Asti Docg Secco Esploro (100% Moscato d’Asti); Piemonte Doc Esploro (vino Spumante Extra Dry Blanc de Blancs 100% Chardonnay); Piemonte Doc Pinot Nero Rosé Esploro (vino spumante Extra Dry).

Le cantine Gancia

Anche Casa Gancia vanta una storia lunghissima: ben 170 anni e un’esposizione permanente di materiale storico, antiche attrezzature e ricordi delle passate sponsorizzazioni come la grande Pressa Marmonier utilizzata in tempo di vendemmia per la pigiatura dell’uva in modo molto soffice e 300 barriques da 225 litri per la fermentazione e maturazione del vino.

Lo storico marchio che detiene la primogenitura delle bollicine “Made in Italy” nasce prima dell’Unità d’Italia. A fondarla è un giovane piemontese, Carlo Gancia, che dopo gli studi di enologia parte per Reims con l’obiettivo di creare il primo spumante italiano utilizzando le tecniche di lavorazione del classico metodo francese detto “champenoise”. Di ritorno dal suo viaggio, Carlo insieme al fratello Edoardo inizia a mettere in piedi il suo progetto semplificando un po’ il procedimento e applicandolo alle uve moscato tipiche della sua zona, finchè nel 1865 crea il primo spumante italiano Metodo Classico fermentato in bottiglia. Le regole ufficiali del Metodo Classico italiano seguite ancora oggi sono quelle depositate da Carlo. La sua invenzione è un vino a base moscato e quindi dall’aroma più dolce rispetto al cugino d’Oltralpe. Ben presto arriva anche il primo spumante Metodo Classico Secco – tratto da uve di Pinot nero e Chardonnay – e il successo che fece trasferire la produzione nel paese di Canelli, nell’astigiano, poi divenuta sede storica dell’azienda.

A differenza di Bosca, Gancia è da più di dieci anni sotto il controllo della Russian Standard Corporation, di proprietà del miliardario russo Roustam Tariko.

Le cantine Contratto

Anche la storia della cantina Contratto parte da lontano, nel 1867, quando esce il primo spumante metodo classico prodotto con uva moscato e viene portata a termine la costruzione della prima parte della cantina sotterranea. Ad inizio del ‘900 il consumo dello Champagne inizia a cambiare e si sposta verso vini meno dolci, con dosaggi più leggeri. Nel 1919, Contratto realizza il primo spumante secco millesimato, prodotto solamente a partire da uve Moscato. In quegli anni si fa anche riferimento alla creazione degli spumanti della linea “For England”, più secchi e contro corrente rispetto alle prestigiose bollicine francesi, prodotti a partire dal classico uvaggio Chardonnay e Pinot Nero.

In pochi anni la famiglia Contratto si guadagnò un grande successo anche in Italia, entrando anche nelle corti del Vaticano e diventando così la fornitrice ufficiale della famiglia reale. Un grande successo che gli consentì di allargare la produzione e affiancare alle bollicine anche vini rossi, bianchi fermi, Vermouth e sciroppi. Nel 1993 la proprietà è passata nelle mani della famiglia Bocchino di Canelli, noti distillatori di grappe, fino al 2011 quando passò a Giorgio Rivetti, proprietario della realtà La Spinetta, che ha voluto mantenere una struttura separata. Oggi, gli spumanti Contratto, tutti millesimati con affinamenti minimi di 4 anni sui lieviti, sono prodotti con uve provenienti da vigneti di proprietà siti in Alta Langa ad altitudini che variano dai 600 agli 800 mt.

Le cantine Coppo

Altrettanto affascinanti le antiche cantine Coppo, azienda familiare fondata nel 1892 e arrivata alla quarta generazione rappresentata da Luigi Coppo, che si sviluppano sotto la collina di Canelli per un’estensione di oltre 5 mila metri quadrati e una profondità massima di circa 38 metri. È intorno al 1910 che i vini di Contratto iniziano a conquistare i mercati esteri, tanto che l’azienda di Canelli diventa fornitore ufficiale del Vaticano, della casa reale belga e, nel 1913, della famiglia reale Savoia.

Nel 1919 Contratto produce il primo spumante italiano millesimato, una scelta innovativa da parte della casa spumantistica piemontese e l’anno successivo comincia la produzione di Vermouth e Liquori. Le tecniche di lavorazione e le ricette di allora sono rimaste pressappoco le stesse, cosicché ancora oggi si possano apprezzare i sapori di quel tempo. Giorgio Rivetti inizia a collaborare con Bocchino, intuendo fin da subito il grande potenziale della storica casa spumantistica, fino ad acquisirla nel 2011. Subito gli viene l’idea di acquisire diversi ettari di terreno, in parte già vitati, vicino al piccolo paese di Bossolasco – situata nella parte più alta delle Langhe – ottima per la coltivazione di Pinot Noir e Chardonnay, uve impiegate nella produzione dell’Alta Langa Docg. Questo segna l’ingresso ufficiale di Contratto nel Consorzio Alta Langa, diventando un punto di riferimento per l’intera denominazione.

Dal 2021, la Coppo è entrata a far parte del Gruppo Dosio di La Morra, che fa capo al manager Gianfranco Lanci.

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