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Micossi: i mercati attendono dall’Italia segnali forti sulla manovra e sulla crescita

di Franco Locatelli – Per recuperare fiducia sui mercati e uscire dal tunnel l’Italia deve dare segnali forti: rafforzare la manovra economica, chiarendo il giallo dei conti 2011-2, avviare subito l’agenda Draghi e ridurre i costi della politica eliminando il ruolo di gestione della politica dall’amminsitrazione e dalle società pubbliche.

Rafforzare la manovra, mettere in sicurezza il pareggio di bilancio al 2014, chiarire il giallo dei conti pubblici 2011-2012 e aprire subito l’agenda Draghi sulla crescita e sulle liberalizzazioni, senza dimenticare di dare segnali forti sulla riduzione dei costi della politica. E’ la ricetta di Stefano Micossi, vulcanico direttore generale di Assonime. per affrontare con energia la crisi che tormenta l’Italia sui mercati, in Borsa come nei titoli di Stato e recuperare fiducia. Ecco come l’ha spiegata a Firstonline.info
“Il momento che stiamo vivendo è molto serio ed è ora – sostiene – di bandire le polemiche: per fortuna le istituzioni italiane ed europee ne sono consapevoli e stanno reagendo bene ed è importante che tutte le forze politiche , di destra, di centro e di sinistra, siano consce del fatto che per uscire dal tunnel e recuperare la fiducia dei mercati non si può scherzare con il fuoco e bisogna lanciare segnali forti”.

FIRSTONLINE – Segnali forti e immediati ma quali potrebbero essere?

MICOSSI -Ciò che ha spaventato i mercati e spianato la strada alla speculazione è stata l’idea che circolava tra le forze politiche italiane che si potessero in qualche modo attenuare gli obblighi assunti con la Ue per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014: questa era ed è un’illusione ma la percezione che gli italiani stessero pensando a qualche furbizia ha scatenato l’attacco all’Italia sui mercati. Quindi, bisogna partire da lì per recuperare fiducia : la manovra economica in discussione in Parlamento deve essere rafforzata e contenere da subito e senza incertezze misure che garantiscano il pareggio di bilancio nel 2014

FIRSTONLINE – Bastano queste assicurazioni sui conti pubblici per recuperare fiducia?

MICOSSI – Sono il primo passo ma non bastano. Né per i conti pubblici né per il futuro della nostra economia che, insieme al risanamento della finanza pubblica non deve mai dimenticare la centralità della crescita.

FIRSTONLINE – Quindi?

MICOSSI – Sui conti pubblici, oltre a giurare sul pareggio entro e non oltre il 2014, c’è un’operazione-verità da fare al più presto che riguarda i conti del 2011 e del 2012. Sembra di capire che ci sia uno sfondamento di 8 miliardi, e che manchino all’appello 2 miliardi per quest’anno e 6 per il 2012: se è così il Governo deve dire la verità e provvedere rapidamente. La verità può essere dolorosa ma paga sempre e dà credibilità al Paese.

FIRSTONLINE – Come si potrebbe rafforzare la manovra riconquistando la fiducia dei mercati?

MICOSSI – Bisogna accelerare e rafforzare la manovra su almeno tre versanti: le pensioni, lo sfoltimento delle agevolazioni fiscali e la sanità. Sulle pensioni è ora di dare l’altolà alle pensioni di anzianità ma anche di accelerare l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne e per tutti. Sul fisco la giungla delle esenzioni fiscali va disboscata al più presto e senza attendere che diventi operante la riforma attraverso il lunghissimo iter della legge delega.

FIRSTONLINE – Poi ci sono i tagli alla sanità

MICOSSI – Esattamente. E’ scandaloso che, a parità di prestazioni, la Regione Lazio spenda 1 miliardo di euro l’anno in più. Questo impone una stretta verso le Regioni canaglia e l’introduzione rapida ed obbligatoria dei costi standard.

FIRSTONLINE – Direttore, Lei sta avanzando proposte di inasprimento della manovra economica come suggerisce l’emergenza che il Paese vive anche per effetto delle turbolenze di mercato e dell’attacco della speculazione, ma è sicuro che il sistema politico e sociale sia in grado di reggerle?

MICOSSI – Mi sembra di cogliere una consapevolezza nuova della drammaticità del momento, ma bisogna anche riconoscere che la manovra, oltre che rafforzata, va corretta in almeno due punti con evidenti effetti economici e sociali.

FIRSTONLINE – Quali sarebbero le correzioni da fare alla manovra?

MICOSSI – Bisogna cambiare la norma sull’1% di ammortamenti per le infrastrutture e bisogna cancellare il raffreddamento dell’indicizzazione delle pensioni più deboli, almeno fino a 2.500 euro mensili. Però, oltre alla manovra, la risposta che l’Italia deve dare subito per recuperare quota sui mercati internazionali deve investire altri versanti: la crescita e i costi della politica stessa.

FIRSTONLINE – Tutti auspicano una crescita maggiore di quella che si prevede per la nostra economia, ma è possibile immaginare interventi ad effetto immediato senza aggravi per i conti pubblici?

MICOSSI _ Sì ci sono almeno due mosse che si possono mettere in campo subito per la crescita. La prima è l’annuncio immediato dell’adesione dell’Italia alle regole e alle procedure europee per gli appalti e le forniture pubbliche, con conseguente trasparenza sui costi delle amministrazioni pubbliche di un’operazione che vale il 15% del Pil. La seconda mossa che si può avviare subito riguarda l’immediata apertura della cosiddetta agenda Draghi sulle riforme e sulle liberalizzazioni: lo sviluppo della concorrenza non ha costi economici per lo Stato e può dare un contributo rilevante alla crescita ed è dunque il momento di accelerare sulla liberalizzazione delle reti del gas, dell’energia e delle tlc ma anche della distribuzione e delle professioni.

FIRSTONLINE – Nell’immaginare una strategia immediata per il recupero della fiducia resta aperto il capitolo dolente dei costi della politica: finora tante parole ma pochi fatti. Secondo Lei si può fare qualcosa subito?

MICOSSI – Non solo si può, ma si deve. In un momento come quello che il Paese sta vivendo non ci si può accontentare della riduzione delle retribuzioni dei politici a babbo morto. Il punto essenziale da affermare è l’uscita della politica dalla gestione delle amministrazioni e delle società pubbliche. Non né quello il suo compito ed è invece quello il terreno su cui nascono tentazioni che possono portare alla distorsione dl mercato e soprattutto alla corruzione. L’amministrazione pubblica deve diventare terza e l’Italia deve far proprie fino in fondo le regole europee: non sono chimere ma interventi di moralizzazione e di riforma già adesso possibili e urgenti.

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