Condividi

Messico, ecco il “Treno Maya”: spinta per il Pil o ecocidio? 

Il presidente Lopez Obrador, in scadenza di mandato, ha inaugurato la grande ferrovia da 1.500 km che permetterà ai turisti di visitare i luoghi nascosti della civiltà precolombiana. Il progetto dovrebbe generare 1 milione di posti di lavoro, ma mette a rischio un ecosistema delicato

Messico, ecco il “Treno Maya”: spinta per il Pil o ecocidio? 

L’aveva promesso, il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo, che avrebbe inaugurato entro la fine del 2023 questa grande opera dal costo di quasi 30 miliardi di dollari, il triplo di quanto inizialmente previsto. E così è stato: a pochi mesi dalla fine del suo mandato (non potrà ricandidarsi), Amlo ha tagliato il nastro per lo meno del primo tratto del “Treno Maya”, un mega progetto turistico per portare visitatori di tutto il mondo alla scoperta dei luoghi dell’antica civiltà indigena, partendo dalla nota località di Cancun e attraversando gli Stati di Tabasco, Chiapas, Campeche, Yucatán e Quintana Roo, nel Sud del Messico, per un totale di 1.500 km, divisi in sette percorsi che saranno coperti da 42 treni ad una velocità massima di 160 km/h e con la possibilità di fermarsi in 34 stazioni.

Amlo: “Il Treno Maya sarà operativo entro febbraio 2024”

Il presidente ha tenuto a puntualizzare che questa è una grande opera strategica e interamente pubblica, anche se in realtà è stata riutilizzata parte della rete ferroviaria privatizzata nel secolo scorso: “Il treno non sarà di un’impresa straniera ma di un’impresa pubblica messicana; quindi, del popolo – ha detto Amlo -. Non esiste nessun Paese al mondo con un progetto come questo, è l’orgoglio della nostra ingegneria militare e civile”. Per ora sono state inaugurate solo tre tratte, per un totale di circa 600 km, ma entro febbraio 2024, giura il governo, il Treno Maya sarà completamente operativo, al costo di circa 70 dollari a passeggero, secondo la tariffa standard che è quella destinata ai cittadini messicani, mentre gli stranieri, i gringos, pagheranno di più. L’opera, dall’indubbio valore storico e culturale, darà anche una spinta decisa al turismo e dunque all’economia, anche se non mancano le polemiche sull’impatto ambientale.

Una risorsa per il turismo e la crescita economica del Messico

Ma partiamo dalle note positive. Visitare i luoghi più remoti di una civiltà antica e gloriosa come quella Maya sarà una grande opportunità per milioni di turisti di tutto il mondo, a prezzi tutto sommato accessibili, e per il Messico significa creare 1 milione di posti di lavoro, in un’area peraltro più povera rispetto al resto del Paese. L’Organizzazione mondiale del turismo ritiene addirittura che il Treno Maya consentirà di triplicare il numero di turisti nel Sud-Est del Messico, che attualmente non è una meta particolarmente ambita, a differenza della più nota Cancun o della Riviera Maya. Questo potrebbe comportare, secondo una stima dell’Onu, l’uscita dalla condizione di povertà per 1,1 milioni di persone, in un’area dove il tasso di povertà sfiora il 70%. Già quest’anno, la costruzione di questa grande infrastruttura ferroviaria, che in un secondo momento verrà utilizzata anche per il trasporto merci, ha portato il Pil dell’area a crescere del 6%, il doppio della media nazionale.

Il Treno Maya tra opportunità di crescita e sfide ambientali

Per il Messico dunque il Treno Maya è un’opportunità di crescita, e anche una vetrina che dà un nuovo appeal al Paese come località turistica. Un po’ come se fosse stato inaugurato un grande parco Disney, o ospitato un grande evento sportivo o un’Expo. Eppure non sono mancate le polemiche per l’impatto sull’ambiente, che in effetti non è da sottovalutare. Intanto, va detto che il Treno Maya attraverserà la seconda foresta pluviale più estesa dell’America Latina, dopo l’Amazzonia. Inoltre, alcune delle tratte passano proprio al di sopra di uno dei maggiori sistemi di caverne sommerse del mondo, conosciuto come Aquífero Maya, che costituisce la principale fonte di acqua potabile del turistico Yucatan. In alcune zone la roccia è carsica, e la tenuta del suolo sarebbe secondo alcuni messa a rischio da pilastri che affondano fino a 25 metri di profondità, oltre che dalle vibrazioni dovute al passaggio (incessante, a pieno regime) dei convogli. “Il suolo è estremamente poroso, ed è delicato come il guscio di un uovo”, hanno spiegato ad alcuni organi di stampa i membri dell’associazione Sélvame del Tren.

Ambientalisti contro: il Treno Maya emetterà troppa CO2

“La struttura avrà resistenza sufficiente per permettere il transito dei treni e di carichi fino a 30 tonnellate, alla velocità stabilita di 160 km/h”, garantisce invece il generale Lozano Águila, tra i responsabili di un progetto che coinvolge anche le forze militari. Nella campagna elettorale del 2018, poi vinta, Amlo aveva anche promesso, però, che “non sarebbe stato abbattuto nemmeno un albero per realizzare l’opera”, e invece lo stesso governo messicano ha dovuto prendere atto che per costruire la linea turistica sono stati tagliati ben 3,4 milioni di piante. Una stima persino al ribasso secondo le associazioni ambientaliste, che hanno calcolato abbattimenti tra gli 8 e i 10 milioni di alberi, pari a 6.659 ettari di foresta disboscata. Inoltre, secondo gli attivisti, sarebbero stati interrotti importanti corridoi biologici, mettendo in pericolo la sopravvivenza di alcune specie animali. In compenso, a transitare sulle orme dei Maya saranno al 50% treni elettrici, e per l’altro 50% treni a “diesel ecologico”, cioè a bassa concentrazione di zolfo. Nemmeno questo però va bene: il Treno Maya, secondo il mondo green, emetterà comunque troppa CO2.

Commenta