Condividi

Melania Gabbrielli, la storia: dalle cucine stellate al laboratorio artigianale tra i monti

La giovane pasticcera toscana ha lavorato nelle migliori cucine ma ha scelto una vita “più modesta” e meno stressante tra i monti dove quasi nessuno tornerebbe a vivere

Melania Gabbrielli, la storia: dalle cucine stellate al laboratorio artigianale tra i monti

Non è la trama di un romanzo o di un film, ma parte della storia di Melania Gabbrielli che ha deciso di cambiare vita e tornare alle sue origini: a Castell’Azzara, sperduto borgo di 1.400 anime sul Monte Amiata, in provincia di Grosseto in Toscana. Come ha raccontato al Corriere della sera, prima faceva la pasticciera al ristorante milanese di Alessandro Borghese, adesso invece fa la pasticciera specializzata nella produzione di prodotti tipici e punto vendita di eccellenze gastronomiche Castellazzaresi dove i clienti non sono celebrità ma gli anziani del paesino. Se per alcuni potrebbe sembrare una pazzia, per altri una grande forma di coraggio.

La storia della pasticcera Melania Gabbrielli

In questo paesino di poche decine di casa sono nati Graziella, la nonna di Melania, e il padre Stefano, che successivamente si è trasferito a Firenze, dove Melania è nata e cresciuta. Si è diplomata all’istituto alberghiero, poi ha intrapreso la carriera di chef, all’inizio presso un bar di un centro commerciale di periferia. Non da meno le esperienze nella ristorazione: prima viene assunta in un ristorante del capoluogo toscano, vicino al centro, poi il trasferimento a Roma, dove lavora al ristorante dell’Auditorium Parco della Musica. Inizia il suo viaggio nel mondo della pasticceria. E si trasferisce a Londra. Lavora al ristorante Bluebird, nel rinomato quartiere di Chelsea, poi lo Stafford Hotel. Da lì prende il volo la sua carriera, ma se da una parte crescevano i riconoscimenti dall’altra un senso di malessere diventava sempre più evidente fino alla decisione di lasciare Londra e tornare in Italia.

È la volta di Milano. Melania diventa la pupilla del pasticciere Daniel Madrisan, che la introduce al ristorante del noto chef e conduttore televisivo Alessandro Borghese. Qui conosce i cuochi e i pasticcieri più famosi d’Italia. È stimata da tutti. Ma in lei inizia a prendere forma una certa inquietudine. Finché non si è posta la fatidica domanda: “sono felice?”.

È stata la scintilla per ridare una nuova luce alla sua vita. Insieme ad alcune amiche (Giada Bilenchi, Serena Brogi e Giammaria Biondi), e grazie ai fondi che la Regione Toscana destina alle cooperative di comunità nei borghi in fase di spopolamento, apre un laboratorio-bottega di pasticceria in un paesino sperduto di mille abitanti. Una sfida quasi impossibile. Ma il passaparola corre veloce e il laboratorio va a gonfie vele: tra le eccellenze i biscotti tipici a base di noci (topi, taglioli, genovesi, croccantini), quelli con l’anice, quelli con la cannella. Ma anche le torte, di tutti i gusti.

Melania non è l’unico esempio di “i soldi non fanno la felicità”, molto spesso cuochi e pasticceri si staccano dalla trincea dei fuochi (specie se stellata) per stress, orari impossibili, mancanza di vita sociale. Tanti fattori che rendono, per molti, insostenibile questo stile di vita.

Commenta