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Manovra, Maroni: Incontro Bossi-Berlusconi sarà risolutivo. Enti locali? Spazio per ridurre i tagli

Secondo il ministro degli Interni lunedì il Cavaliere e il leader della Lega troveranno “la quadra” sulla manovra d’agosto – Intanto tengono banco le proposte di Calderoli su pensioni di reversibilità e patrimoniale sugli evasori – Il Tesoro avverte di non esagerare con gli emendamenti per paura dell’Ue.

Manovra, Maroni: Incontro Bossi-Berlusconi sarà risolutivo. Enti locali? Spazio per ridurre i tagli

L’AVVERTIMENTO DEL TESORO

Dal Tesoro evocano lo spettro di Bruxelles. Lo scopo è placare la febbre da emendamento che da giorni attraversa la politica italiana. Non bisogna stravolgere la manovra bis di Ferragosto, altrimenti – anche a saldi invariati – sarebbe necessario rispedire il testo all’Ue per ottenere un nuovo placet. L’avvertimento arriva preoprio mentre la giostra delle modifiche ha raggiunto la massima velocità.

CALDEROLI SHOW: STRETTA SU PENSIONI DI REVERSIBILITA’ E ASSEGNI D’ACCOMPAGNAMENTO, PATRIMONIALE SULL’EVASIONE

A tener banco nelle ultime ore sono state le nuove intuizioni di Roberto Calderoli, il personaggio più intraprendente in questo show agostano. Il ministro delle Semplificazioni ha proposto nuovi interventi sulle pensioni di reversibilità (un tesoretto da 36 miliardi) e sugli assegni d’accompagnamento. Ma soprattutto ha gettato sul tavolo una tassa-Frankenstein: la patrimoniale sugli evasori. A partorire l’idea sono stati, oltre a Calderoli, Giancarlo Giorgetti e Massimiliano Garavaglia. Rimane da stabilira l’aliquota (non proprio un dettaglio), ma il concetto di base dovrebbe essere semplice: chi non ha evaso un centesimo potrà detrarre il nuovo prelievo dalla prossima dichiarazione dei redditi. Guai in arrivo invece per i furbetti.

CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’: TUTTE LE IDEE ALLO STUDIO

Scopo di questi virtuosismi tributari sarebbe naturalmente l’abolizione del contributo di solidarietà. Se non si riuscisse a cancellarlo del tutto, in ogni caso, sono pronte varie opzioni alternative. La più gettonata al momento parla di un innalzamento della soglia del prelievo ai redditi che superano i 200mila euro annui. Sulla quota eccedente si pagherebbe un’aliquota unica del 5%. Ma non sono esclusi altri limiti (100, 120 e 150mila euro), così come restano in piedi le ipotesi della doppia aliquota (5 e 10%) e della ridistribuzione sulla base del quoziente familiare. Rimane comunque il problema dei saldi: ciascuna di queste possibilità garantirebbe un gettito inferiore alla supertassa prima maniera, che avrebbe portato in cassa 3,8 miliardi entro il 2013.

BERLUSCONI: LE SPERANZE E LE PAURE DEL CAVALIERE

Secondo Maroni il vertice di lunedì fra Bossi e Berlusconi sarà “risolutivo”. Certo, sarebbe stato tutto più semplice se ieri il leader del Carroccio, invece di rompersi un gomito cadendo dal letto, avesse incontrato come da calendario Angelino Alfano. Il neosegretario Pdl è anche il mediatore supremo di questa strana manovra bis d’agosto, anche se la casella delle intese raggiunte fra berlusconiani e leghisti fa segnare ancora un drammatico zero.

Sembra comunque che il Cavaliere abbia pronta sul tavolo una serie di misure. Tre i punti fondamentali: dismissioni del patrimonio pubblico, privatizzazioni di società statali, liberalizzazioni per imprese e professioni. Con due corollari di non poco conto: l’incremento dell’iva e l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne nel settore privato (ma su base volontaria e con incentivi economici). Queste le misure su cui vorrebbe puntare il premier, che però al momento sceglie di mantenere un basso profilo e di lasciare il palcoscenico agli sfoghi leghisti. L’equilibrio su cui si tiene la maggioranza ormai è fragilissimo e richiede un surplus di diplomazia.

L’OPPOSIZIONE AL PREMIER: TREMONTI, FRONDISTI, ENTI LOCALI

Scomparso ultimamente dalle cronache ufficiali, Tremonti ha telefonato ad Arcore per comunicare il suo vivo dissenso su tutte le proposte di emendamento arrivate negli ultimi giorni. Secondo il superministro dimostrerebbero perfino “un certo grado di impreparazione”. Oltre al divorzio ormai consumato dal vecchio amico Giulio e allo scarso feeling con gli alleati lumbard, pendono sulla testa del Cavaliere le proteste dei frondisti e degli Enti locali.

Tanto più che a guidare la sommossa di Comuni e Regioni sono dei pdiellini purosangue come Formigoni e Alemanno. A loro il ministro degli Interni ha promesso oggi una “sostanziosa riduzione” dei tagli, forse addirittura il totale “azzeramento”. In queste condizioni, qualsiasi strappo che arrivi direttamente da Arcore potrebbe rivelarsi impossibile da ricucire.

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