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Manovra: deludenti gli interventi per l’Ambiente

Poche risorse per bonifiche, rifiuti, inquinamento – Critiche degli Assessori regionali all’Ambiente e della Conferenza Stato Regioni – Perché soldi solo alla Campania?

Manovra: deludenti gli interventi per l’Ambiente

Ben 20 milioni di euro per bonificare i siti di interesse di interesse nazionale solo per la Campania? Sembra irreale, eppure è quello che il governo ha deciso di inserire nella manovra finanziaria. Il ministro dell’Ambiente Costa è sotto esame delle Regioni che gli avevano proposto di utilizzare i 20 milioni per gli anni 2019-2024 a vantaggio anche di tutti e non solo di una. La spesa pubblica per l’ambiente risulta squilibrata con il risultato che a disinquinare e bonificare ci devono pensare direttamente i governatori. Non è proprio una buona prospettiva.

Lo squilibrio delle manovra viene denunciato da Donatella Spano, assessore all’Ambiente della Sardegna a nome di tutti i suoi colleghi. Lo fa anche da parte della Conferenza Stato Regioni ricordando che era stato   dato un parere complessivamente positivo alla manovra finanziaria, ma con alcune raccomandazioni. Nella stesura finale al capitolo ambiente, si è scoperto che le misure di settore restano  in gran parte a carico dei  bilanci di Regioni ed enti locali. 

I temi ambientali Costa li aveva ascoltati è preso nota di agire. In quanto ministro, peraltro, non può smettere di pensare che la commissione europea ha già sanzionato a sufficienza l’Italia su queste tematiche. Proprio per i ritardi nella gestione dei rifiuti, nella bonifiche dei siti inquinati e nell’utilizzo di discariche si pagano milioni di euro per infrazioni. Somme non imputabili al governo di cui fa parte, ma problematiche molto a cuore ai Cinquestelle che hanno scelto un militare di alto profilo per dare una svolta. Ora si può pensare davvero che le Regioni da sole con i soldi che hanno, tra mille difficoltà burocratiche e spesso con incerte professionalità interne, sapranno uscire da questi disastri? 

Il caso più eclatante è quello di cui si diceva all’inizio. Il fondo per la bonifica dei siti di interesse Nazionale è incrementato di circa 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019-2024. È discutibile – spiega  la  Spano – che quei soldi siano destinati alla realizzazione di interventi ambientali nella sola Regione Campania.

Uno stanziamento che dà priorità ad una Regione critica, ma trascura gli altri territori. Nessuno vuole pensare che il recente summit governativo nella Terra dei fuochi sia servito da traino comunicativo alla misura economica. Ma fino a quando il quadro non cambierà, i governatori del resto d’Italia possono aspettare.

Magari delle critiche se ne farà carico anche il premier Conte che sugli aspetti ambientali e dei territori dice di   non vuole essere secondo a nessuno. Ma intanto i soldi non ci sono e a Bruxelles, si pensa qui, potranno anche chiedere come si vuole porre rimedio a quelle precedenti infrazioni. Che socialmente sono sanzionabili, ma economicamente sono ossigeno per il bilancio Ue.

A Roma il ministro Costa aveva ascoltato anche l’allarmante quadro sull’amianto e la necessità di arrivare finalmente ad un piano di azione nazionale straordinario. Alla fine non solo non vengono stanziati fondi  per la rimozione, lo smaltimento dei materiali e la ricostruzione, ma non si considera nemmeno l’urgenza di quel piano di risanamento, rimbalzato da governo a governo, che l’alto numero vittime ci ricorda di fare. Anche di questo se ne devono fare carico le Regioni e i sindaci?

Manovra deludente, dunque, sull’ambiente, nonostante le concertazioni istituzionali, i tavoli e i protocolli  sottoscritti nelle conferenze internazionali. Dal territorio ricordano le battaglie e i costi sulle immissioni inquinanti. Nonostante i divieti alla circolazione di questi giorni viene ricordato che anche sui valori limite di biossido di azoto e di PM10 siamo tra i peggiori d’Europa. Le procedure di infrazione con gli assegni da staccare ci riportano o alla realtà. Purtroppo continuerà ad essere amara finché non ci sarà una strategia complessiva. Per la quale ci vogliono soldi che non si vedono.

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