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“L’eterna musa”, la donna nell’arte tra Ottocento e Novecento

La Fondazione Matteucci dal 2 giugno al 3 novembre 2019 presenta una mostra “ L’ETERNA MUSA. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900” tutta dedicata alla figura femminile con opere tra Ottocento e Novecento.

“L’eterna musa”, la donna nell’arte tra Ottocento e Novecento

Opere, alcune mai prima esposte, di Fattori e Lega, Induno, Favretto, Casorati e Sironi, tra gli altri.
In questa selezione di donne ritratte o idealizzate, troviamo l’eterna Eva incarnata dalla donna ora angelo della famiglia o sirena ammaliatrice, popolana o borghese, lavoratrice o padrona di casa della buona società, lieta e infine malinconica.

In esse si riconosce non solo la Musa ispiratrice, ma anche gli infiniti altri prototipi stratificati nell’immaginario culturale dell’Occidente. La purissima Maria Vergine e la peccatrice Maddalena, Lia e Marta simboleggianti la vita attiva con Rachele e Maria allegorie della vita contemplativa, la carnale Venere e la materna Giunone, Salomè la seduttrice e Circe la maga.

Michele Tedesco, Lettura in terrazza, 1875 ca., olio su tela, cm 62×48

Una galleria d’istantanee tratte da un ideale album di famiglia che è andato formandosi nelle stagioni più diverse della vita”, anticipa Giuliano Matteucci.
Figure che non ambiscono ad un posto nel Parnaso e che, al di là di ogni metafora, offrono della donna il volto più autentico, sofisticato e attraente. Immagini che, seppur condivise, si direbbero segretamente carpite, per la facilità con cui l’artista ha conferito al modello una personale dignità, facendone emergere il celato fascino”.

Federico Zandomeneghi, La guardiana dei tacchini, 1890-1895, olio su tela, cm 55 x 46

Una galleria di antidive, nella quale si troverebbe certamente a disagio la determinata femminilità di una Marie Curie o di una Coco Chanel, poiché a prevalere è un altro tipo di donna che non ha difficoltà a confermarsi moglie e madre, in quei ruoli, insomma, che nella routine del quotidiano ne nobilitano i sentimenti e lo spirito”, evidenzia ancora il curatore.

Virgilio Guidi, Donna dalla cintura rossa, 1934 ca., olio su compensato, cm 90 x 72,2


Anche due artisti come Hayez e Boldini, che sul modello della Venere senza veli, carnale e sensuale, messa in posa da Tiziano, Fragonard, Goya o Courbet, hanno costruito gran parte della loro fortuna, figurano qui con opere che non lasciano spazio all’immaginazione.

02 Giugno 2019 – 03 Novembre 2019 – Viareggio, Centro Matteucci per l’Arte Moderna

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