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Legge di Stabilità verso la fiducia alla Camera, Comuni in rivolta: “Buco da 1,5 miliardi”

Oggi l’aula di Montecitorio vota la fiducia, lunedì tocca al Senato – L’Anci minaccia azioni legali contro una manovra che rischia di produrre un buco da 1,5 miliardi nelle casse dei Comuni – Il sindaco di Roma, Ignazio Marino: “Siamo pronti a dare battaglia” – Saccomanni: “Aspettative eccessive sulla legge di stabilità, mancano le risorse”.

Legge di Stabilità verso la fiducia alla Camera, Comuni in rivolta: “Buco da 1,5 miliardi”

La Camera vota oggi la fiducia sulla legge di Stabilità, a partire dalle 12 e 10. Alle ore 15 di lunedì 23, invece, il provvedimento approderà in Senato per la terza e definitiva lettura. L’ex finanziaria dovrebbe quindi diventare legge prima di Natale, come nei piani del Governo, che proprio per stringere i tempi ha posto ieri la questione di fiducia sul testo.

Intanto, il pacchetto di misure incassa una bocciatura senza appello da parte dell’Associazione nazionale dei comuni italiani. Il sindaco di Torino Piero Fassino, presidente dell’Anci, ha espresso “profonda contrarietà alla legge di stabilità”, che produrrebbe un buco di 1,5 miliardi nelle casse dei Comuni. In attesa di risposte e di una soluzione alle critiche già sollevate dagli amministratori locali nei giorni scorsi, i sindaci hanno deciso di sospendere “a partire da oggi la partecipazione alla conferenza unificata e alle altre sedi di concertazione istituzionali”. Anche al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’Anci intende manifestare “nel modo più formale ed autorevole il profondo disagio di migliaia di sindaci”.

L’associazione dei Comuni sarebbe pronta perfino a intraprendere le vie legali: “Un diniego delle richieste – sottolineano gli amministratori – non potrebbe che provocare un’esplicita conflittualità tra Comuni e Stato e solleciterebbe i Comuni a far valere in ogni sede anche di giustizia, le proprie legittime ragioni, a partire dai crediti insoluti che i Comuni vantano nei confronti dello Stato”, tra cui le risorse anticipate dagli enti locali e non rimborsate per l’amministrazione giudiziaria.

“Siamo pronti a dare battaglia. Il governo ci deve ascoltare. Negli ultimi anni alle città sono stati sottratti trasferimenti per oltre 8 miliardi, nessun’altra istituzione ha subito misure tanto draconiane. È a rischio la tenuta del Paese – ha detto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, in un’intervista a La Repubblica -. Le strade sono due: o si alzano le aliquote al 3,5 per mille sulla prima casa e all`11,6 sulle seconde, che la Legge di Stabilità ha invece fissato al 2,5 e al 10,6, oppure si trovano altre compensazioni che permettano ai comuni di recuperare almeno un miliardo e mezzo. Tertium non datur, a meno di non voler ammazzare la gente”.

Secondo il ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, le critiche alla versione finale del ddl stabilità, bocciata anche da Confindustria, sono dovute alle “aspettative eccessive sulla possibilità di concentrare le risorse, che non sono enormi, sugli obiettivi strategici come la riduzione del cuneo fiscale. Ma abbiamo dovuto fare fronte a tante altre richieste”.

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