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Le ombre sulla crescita frenano le Borse: tutti negativi i listini europei e Milano perde lo 0,78%

I timori sulla crescita zavorrano i listini europei: chiudono una seduta nella quale dominano le vendite – Piazza Affari perde lo 0,78%: bersagliate soprattutto Mediaset, Stm, Finmeccanica, Ubi Banca – In controtendenza Fiat, Mediobanca e Diasorin – Clessidra in corsa per TI Media – Spread Btp-Bund a 349 pb – Preoccupano ancora Spagna e Grecia – Euro debole

Le ombre sulla crescita frenano le Borse: tutti negativi i listini europei e Milano perde lo 0,78%

EFFETTO RECESSIONE: BERLINO FRENA, PECHINO INCHIODA

LE POLEMICHE DANNO LO SPRINT A FIAT. GIU’ MEDIASET

Apertura di settimana in tinta unita: tutte le Borse europee chiudono in rosso mentre si moltiplicano i segnali di recessione. A Wall Street pesa il cattivo andamento dei tecnologici.

A Piazza Affari l’indice FtseMib, pur recupenado nel finale, scende dello 0,78%. La Borsa di Londra scende dello 0,2%, Parigi -0,8%, Francoforte -0,5%. La Borsa di Madrid perde l’1%.

Il Dow Jones arretra dello 0,21%, il Nasdaq cala dello 0,71% e lo S&P 500 cede lo 0,27 %.

Sul mercato obbligazionario il rendimento del Btp decennale è piatto al 5,03% con lo spread a 347, + 4 punti base sulla chiusura di venerdì.

Euro in lieve calo a 1,2906 da 1,2980 della chiusura di venerdì.

In Europa pesanti ribassi tra i titoli delle materie prime (-1,9% l’indice di settore), seguiti dai cementIeri (-1,7%) e dall’auto (-1,2%).

La Bundesbank ha detto che i segnali di rallentamento della dinamica economica della Germania “sono notevoli” e che lo scenario futuro per l’economia tedesca “è caratterizzato da grande incertezza”. L’indice Ifo tedesco diffuso questa mattina a settembre si è attestato a 101,4 punti, sotto alle attese degli economisti pari a 102,5.

Le difficoltà di un accordo politico persistono: la cancelliera tedesca Angela Merkel ha risposto picche alla richiesta del presidente francese François Hollande di attivare l’unione bancaria “il più presto possibile”, dando così l’impressione di un rallentamento nella realizzazione degli accordi europei.

La crisi del debito europeo non aiuta. Secondo un articolo del settimanale tedesco Der Spiegel, Atene potrebbe chiudere l’anno con un buco da 20 miliardi, il doppio rispetto ai 10 miliardi previsti.

Uno studio condotto dalla società di ricerca newyorkese CBB International indica che le aziende cinesi dei settori manifatturiero e retail sono meno ottimiste riguardo alle vendite e stanno tagliando il costo del lavoro. E’ l’ennesima indicazione negativa proveniente da Pechino dopo il dato deludente sull’industria pubblicato la settimana scorsa. Il 2012 potrebbe chiudersi con il tasso di crescita più basso degli ultimi 22 anni.

Fra le blue chip di Piazza Affari la perdita più consistente è di Mediaset che scende del 5,1%. Sul titolo è intervenuto oggi il broker europeo Kepler abbassando la raccomandazione a reduce da hold sulla base delle indicazioni in arrivo dal mercato della pubblicità.

Rcs scende del 2,8%. Telecom Italia Mobile sale invece del 1,5%. La casa madre, Telecom Italia, perde invece il 2%: il secondo azionista, la famiglia Fossati (5% del capitale) preme perché si faccia lo spin off della rete.

Al contrario sale Fiat +2,5% dopo la conferma da parte di Segio Marchionne dei target 2012.

Netto ribasso di Finmeccanica che scende del 2,7%. La controllata Ansaldo avanza dello 0,7%: dopo la scelta degli advisor per la sua vendita.

Giornata nera per StM che perde il 3,4%, in sintonia con il calo in America dei titoli tech.

Fra le banche, Ubi scende del 2,3%: Credit Suisse ha avviato la copertura con raccomandazione negativa underperform e target price a 2,5 euro. In calo anche MontePaschi -1,8%. Recuperano nel finale Unicredit -0,7% e Intesa -0,5%. Si muove in rialzo Mediobanca +1,8%.

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