Se anche gli svizzeri hanno paura dell’inflazione, allora la situazione è davvero seria. È stato l’aumento a sorpresa dei tassi deciso dalla Banca Nazionale Svizzera a far scattare ieri la nuova ondata di vendite sui mercati che ha vanificato i benefici del rimbalzo della vigilia.
Le azioni tornano così a soffrire. Ma non solo per l’inflazione. Il vento della recessione spinge i mercati a prendere in qualche considerazione anche le obbligazioni, spingendo all’ingiù i rendimenti del decennale Usa al 3,25 dal 3,5%. Se ne avvantaggia il Btp, che chiude la giornata al 3,73%, dopo aver superato quota 4%. Scende così lo spread a 205 punti dal picco di 250 toccato martedì.
L’unica nota positiva dell’ennesima giornata nera è che l’accordo annunciato dalla Bce ha retto all’impatto con i mercati. Secondo Bloomberg, il nuovo scudo anti-spread allo studio della Bce sarà mirato a evitare nuove ondate di vendita sui titoli periferici.
Ma la cura antinflazione continua, con effetti amari un po’ per tutti. Dopo l’aumento di ieri del costo del denaro in Svizzera e nel Regno Unito, sono 45 i Paesi che hanno alzato il costo del denaro nel 2022. Solo Tokyo finora ha resistito come l’ultimo samurai. Alle 11 di oggi si saprà se la BoJ avrà deciso di aumentare i rendimenti sui titoli di Stato allo 0,25% oppure se insisterà nella politica dei tassi sottozero. Comunque vada a finire, si prevedono scossoni nel rapporto yen dollaro e nuove turbolenze.
Difficile, al termine di una settimana drammatica, non esser d’accordo con Jeffrey Halley di Oanda: “Anche i più accaniti compratori di azioni stanno iniziando a rendersi conto che le banche centrali sono pronte a spingere il mondo verso un rallentamento e una possibile recessione per far fronte all’inflazione”.
È la volatilità la vera regina dei mercati nelle stagioni più turbolente. Stamane, dopo la tempesta, i future annunciano un rialzo in apertura: il Nasdaq anticipa oggi pomeriggio un rimbalzo dell’1,1%. Il future sull’Eurostoxx 50 segna +0,7%. Poi, nel corso della giornata, si vedrà.
La zampata dell’Orso ieri si è fatta sentire su tutti i listini, a partire dalle borse europee. Piazza Affari (-3,32%) ha azzerato i recuperi della vigilia, precipitando sotto quota 22 mila. Perdite oltre il 3% anche per Francoforte, Londra e Zurigo. La peggiore è stata Amsterdam, piegata dalla nuova ondata di vendite sulla tecnologia.
A peggiorare la situazione il nuovo aumento del gas naturale europeo (+3%) dopo i tagli imposti da Mosca “per motivi tecnici”. Secca l’analisi di Mario Draghi: “Crediamo che queste siano bugie. In realtà c’è un uso politico del gas, così come stanno usando il grano per fini politici”.
Ma prosegue, come già accennato, il recupero dei bond governativi della zona euro. Stamane il rendimento del Btp riparte da 3,73%. Spread a 202 punti base. La Bce inevitabilmente alzerà i tassi più lentamente della Fed, data la diversa situazione economica nella zona euro, ha detto il premier italiano Mario Draghi parlando ai giornalisti durante una visita a Kiev. “Chiaramente il ritmo di aggiustamento non può che essere più graduale, mi pare sia quello che la Bce ha fatto”, ha aggiunto.
La maglia nera di giornata tocca al Nasdaq (-4,08%), sceso ai livelli di settembre 2020. Ma non va molto meglio al Dow Jones (-2,42%) sceso sotto la soglia psicologica (e tecnica) dei 30mila punti. L’indice S&P arretra del 3,3%, ai minimi da marzo 2021.
Amazon lascia sul terreno il 3,7%. Per la prima volta il colosso dell’e-commerce medita il ritiro da alcuni mercati troppo costosi, scrive il Wall Street Journal.
In rosso stamane anche le Borse asiatiche. Il Nikkei 225 giapponese perde l’1,7%, il Kospi della Corea del Sud scende dello 0,5%.
Avanzano i listini cinesi: l’Hang Seng di Hong Kong guadagna lo 0,8%. Lo Shanghai Composite cinese sale dello 0,3%, mentre la componente Shenzhen cresce dell’1,0%.
Giornata di scadenze tecniche su opzioni e future oggi in Piazza Affari.
Enel ha firmato gli accordi relativi alla cessione dell’intera partecipazione detenuta nel capitale di Enel Russia, pari al 56,43%, per un corrispettivo totale di 137 milioni di euro.
Novità in casa Erg. La famiglia Garrone e Ifm Investors hanno deciso di formare una partnership strategica di lungo termine per investimenti nella transizione energetica. Ifm acquisterà inizialmente il 35% di una nuova holding che deterrà il 62,5% di Erg.
Test in Borsa per i piani di Ferrari che punta a portare le vendite dei modelli elettrici e ibridi all’80% del totale entro il 2030, come dichiarato nel Capital Day.
Tra i titoli minori novità in vista per Risanamento, che ha sottoscritto con il Comune di Milano la convenzione urbanistica per la variante al progetto di Milano Santa Giulia, che porterà al completamento del quartiere milanese.