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Le Borse scavalcano il lavoro Usa e l’attentato Abe e chiudono positive. Dollaro a un passo dalla parità con l’euro

I dati oltre le attese del lavoro Usa ridanno fiducia alle Borse che superano i verdetti Fed e Bce. Oro e petrolio in rialzo, Sterlina ancora giù

Le Borse scavalcano il lavoro Usa e l’attentato Abe e chiudono positive. Dollaro a un passo dalla parità con l’euro

Grazie a una piccola accelerazione finale e al buon andamento del settore auto, i listini europei chiudono quasi tutti in rialzo l’ultima seduta della settimana: Piazza Affari è anche oggi tra le migliori e si apprezza dell’1% a 21.774 punti base, davanti a Parigi +0,44%, Amsterdam +0,42%, Londra +0,1%. La più tonica è Francoforte +1,34%, mentre Madrid è l’unica in perdita -0,28%. 

A imprimere un ritmo migliore agli scambi continentali è stato forse il recupero di Wall Street, passata in cauto progresso dopo l’avvio negativo. La volatilità sembra però il tratto distintivo della seduta odierna a New York, con gli indici che si muovono, in alto e in basso, poco lontano dalla linea di galleggiamento, mentre i titoli di Stato vedono prezzi in calo e tassi in crescita. In particolare il Treasury decennale si muove oltre la soglia del 3%.

L’umore degli investitori deve fare i conti con una notizia sconcertante come l’assassinio dell’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe (Tokyo ha azzerato i guadagni in seguito all’evento), mentre i test anti-Covid di massa a Shanghai aumentano i timori di recessione provenienti dalla Cina.

Ininfluente in Europa è stato invece l’allarme della Bce sulle ricadute del cambiamento climatico per i conti delle banche fino a 70 miliardi di euro sui crediti.

Il dato macro del giorno è  quello sul lavoro Usa, che ha superato le stime.

Il lavoro Usa può supportare una Fed falco

I posti di lavoro creati il mese scorso negli Stati Uniti, agricoli esclusi, sono 372mila, più delle attese (250mila) e questo rafforza le previsioni di una Fed falco, che non teme la recessione e può muoversi più liberamente sui tassi. Anche se le cifre dei sei mesi precedenti sono state riviste al ribasso “i non farm payrolls non modificano le nostre aspettative sulle prossime mosse della Federal Reserve – sostiene Filippo Diodovich, Senior Market Strategist, IG Italia – crediamo che nella prossima riunione del FOMC i banchieri centrali statunitensi decideranno di rialzare i tassi di interesse di 75 bps portandoli dall’1,50%-1,75% al nuovo range 2,25%-2,50%”. Diventa sempre più probabile così “un ulteriore divario tra le politiche monetarie delle banche centrali (FED e BCE) che porteranno il cambio euro dollaro sotto la parità in estate”.

I salari orari medi sono inoltre aumentati di 10 centesimi, lo 0,31%, a 32,08 dollari; rispetto a un anno prima, sono cresciuti del 5,11%.

Il presidente della Federal Reserve di Atlanta, Raphael Bostic, si è dichiarato “totalmente a sostegno di un aumento di 75 punti base” dei tassi d’interesse alla prossima riunione. “L’economia è forte e questo mostra che un altro rialzo di 75 punti non produrrà danni prolungati”. E ancora: ”Stiamo vedendo un iniziale rallentamento dell’economia ma serve un rallentamento più significativo”. Quindi “Cercheremo di abbassare l’inflazione mantenendo più forte possibile, al tempo stesso, l’economia”.

Cambi, sterlina scossa dal caos politico 

La moneta unica sembra quindi destinata a scendere sotto la parità contro il biglietto verde nel giro di pochi mesi, anche se al momento tenta un timido recupero e tratta intorno a 1,017, poco lontano dai minimi degli ultimi 20 anni.

Si sgonfia un po’ la sterlina, dopo la fiammata di ieri a seguito dell’annuncio delle dimissioni di Boris Johnson. La divisa di britannica, secondo Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia, starebbe soffrendo a causa del caos politico interno al partito conservatore.

Seduta volatile per il petrolio

Il petrolio è al momento in rialzo, in una seduta volatile e al termine di una settimana difficile, con il sentimento diviso tra i timori di un calo della domanda e i problemi nelle forniture. Entrambi i contratti si dirigono verso una contrazione settimanale. I prezzi sono crollati, con il petrolio del mare del Nord che ha registrato una flessione di 10,73 dollari, il terzo maggior calo del contratto dall’inizio delle contrattazioni nel 1988.

Al momento però il Brent recupera l’1,3% e tratta a 106 dollari al barile.

Piazza Affari si apprezza con Saipem e Leonardo; scatta Mps 

Sul principale listino milanese è ancora Saipem che guida le danze, con un progresso del 7,27%, in vista della chiusura dell’aumento di capitale lunedì.

Sul fronte industriale, tra le notizie incoraggianti per Saipem, c’è quella comunicata stamani sul raggiungimento di importanti risultati nei progetti in corso nell’eolico offshore in Bretagna e a Taiwan.

Tra i titoli oil si conferma in denaro anche Tenaris, +3,68%, dopo l’accordo definitivo per l’acquisizione del 100% di Benteler Steel & Tube per 460 milioni di dollari. L’operazione è giudicata positivamente dagli analisti in quanto consente al gruppo di rafforzare l’attività sul mercato americano. Bene Eni +1,63%.

Leonardo, +4,12%, festeggia la promozione  del broker francese Oddo, che ha alzato il giudizio da Neutral a Outperform, fissando un prezzo obiettivo di 12,50 euro.

Dopo momenti difficili in settimana hanno cominciato a girare i motori dell’automotive: Stellantis +3,83%; Iveco +3,4%.

In progresso l’industria con Interpump +2,86% e Prysmian +2,3%, benché la produzione industriale italiana sia calata dell’1,1% a maggio (+3,4% su anno). È ancora brillante Stm +2,1%.

Tra i finanziari si mettono in luce Banca Mediolanum +2,81% e Banca Generali +2,32%. Positive, senza impennate o cadute, le banche più grandi. Fuori dal Ftse Mib, vola però Mps che guadagna l’11,78%.

Trascurata Telecom, +0,2%, all’indomani del Capital market day.

La blue chip peggiore è Poste, -1,56%, penalizzata dalla retrocessione di Ubs a “neutral” da “buy” con un target price ridotto a 8,70 da 13 euro. 

In fondo al listino finiscono le utility, con Terna -1,5%, Italgas -0,46%, Enel -0,21%.

La chiusura è in verde anche per l’obbligazionario: lo spread tra decennale italiano e tedesco scende a 198 punti base (-2,21), con rendimenti in rialzo rispettivamente a +3,28% e +1,29%.

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