Condividi

Le Borse reggono al voto inglese, ma Milano frena. Crolla la sterlina

Acque agitate e volatilità dovuta al risultato delle elezioni Uk che non assicurano un vincitore certo. Dopo un esordio euforico, Piazza Affari perde quota. In calo anche Madrid che guarda al referendum della Catalogna. Dopo l’avvio sprint peggiorano i bancari ma Ubi resta in grande evidenza dopo il via libera Consob all’aumento di capitale. Vendite su Campari

Le Borse reggono al voto inglese, ma Milano frena. Crolla la sterlina

I mercati azionari europei si muovono in acque agitate dopo che il risultato delle elezioni britanniche non ha stabilito un sicuro vincitore, a pochi giorni dall’avvio del negoziato sulla Brexit. “Non sappiamo quando cominceranno le discussioni, sappiamo solo quando dovranno concludersi: fate il massimo per evitare un ‘non accordo” ha twittato il presidente della Ue Donald Tusk.

A Piazza Affari, dopo un avvio euforico, l’indice Ftse Mib è poco sotto la parità: -0,3% poco sotto i 21 mila punti. Il crollo della sterlina, che perde il 2% contro il dollaro a 1,269 e arretra dell’1,9% contro l’euro a 1,132 (da 1,155) permette un rialzo dell’indice di Londra (in pound svalutati): +0,66%. Guadagni attorno al mezzo punto percentuale per Parigi, in attesa della vittoria di Emmanuel Macron alle legislative di domenica, e Francoforte: l’esito del voto inglese (assieme alle difficoltà di Donald Trump) è un indiretto premio per Angela Merkel. Madrid -0,18%: La Catalogna terrà il prossimo primo ottobre un referendum sulla secessione dalla Spagna. Per Madrid la consultazione è illegale.

Sul fronte dei mercati da segnalare anche:

Dollaro in leggera ripresa. Il cambio euro/dollaro scende a 1,119, dopo le dichiarazioni di Mario Draghi, che ha sottolineato come le attese di inflazione in Eurozona restano deboli. 

Petrolio in lieve calo con il Brent a 47,7 dollari al barile (-0,2%). L’oro scende dello 0,2% a 1.275 dollari l’oncia. 

Il Btp decennale riparte bene anche stamattina. Rendimento al 2,11% da 2,16% con lo spread sul Bund  a 185 punti base. 

Peggiorano dopo un avvio sprint i bancari: l’indice di settore alle 13 segna -0.55%. Resta però in grande evidenza Ubi +3,88%: l’aumento di capitale da circa 400 milioni partirà il 12 giugno, con l’offerta di 6 nuove azioni ogni 35 possedute al prezzo di sottoscrizione di 2,395 euro, con uno sconto del 26,1% sul Terp. Equita ha promosso a Buy il giudizio.  

Unicredit, dopo un avvio positivo, arretra dell’1,06%: Norges Bank è entrata nel capitale con il 3,1%. Intesa -0,62%Banco Bpm -1,08%. 

Invariata Generali -0,04% , Unipol -0,55%. 

Fra i titoli industriali, guadagna Stm +1,7%, l’indice Sox dei semiconduttori Usa si è spinto ieri sui top dal 2000.

Cnh Industrial +1,3%, Fiat Chrysler – 0,1%. 

In ribasso Enel -1,30% e Telecom Italia -0,96%

La nota negativa riguarda Campari -2,84%: un importante azionista, per ora rimasto non identificato, ha venduto ieri circa il 2% del capitale attraverso un Accelerated book building.  La cessione è avvenuta con uno sconto del 2,75-3,75% sul prezzo di chiusura di ieri. 

 

 

 

 

 

Commenta