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Le banche zavorrano Piazza Affari ma nel finale Intesa recupera

Vendite a piene mani dei titoli Mps, Bper, Unicredit, Ubi – Intesa prima precipita e poi risorge: conti migliori delle attese ed extra-cedola in vista – Balzo in controtendenza di Saipem ma anche di Tenaris – Buone le performance di Generali, Cnh, Fca e Unipolsai – Attesa per gli sviluppi del caso Telecom: Niel in Consob.

Le banche zavorrano Piazza Affari ma nel finale Intesa recupera

FORTI VENDITE SULLE BANCHE, SALE GENERALI. IN ATTESA DI DRAGHI SALGONO I PETROLIFERI

Energia e minerari salvano gli indici europei. Milano perde solo lo 0,1%, nonostante la tempesta sulle banche, grazie al recupero nel finale. Piatta Francoforte, Parigi guadagna lo 0,4%. L’attenzione è concentrata sul discorso che Mario Draghi terrà alle 19 a Francoforte. Lo spread Btp/Bund è tornato a quota 99. Il decennale rende l’1,556%.

La Borsa americana è poco mossa dopo il balzo che l’ha riportata sui livelli precedenti la svalutazione dello yuan. Il Dow Jones è in rialzo dello 0,2% grazie alla spinta dei petroliferi, l’S&P500 è invariato, il Nasdaq perde lo 0,1%. Il petrolio WTI sale del 2% a 47,1 dollari dopo la riduzione delle scorte Usa. L’indice Eurostoxx Oil & Gas guadagna il 2,4% ed è il migliore di oggi. 

Eni chiude in rialzo dell’1,1% a 15,0 euro. Tenaris e Saipem hanno approfittato del riscatto del greggio salendo rispettivamente del 4% e del 3,7%. Anche nel paniere principale di Wall Street si mettono in luce le società petrolifere: Chevron +3%, Mobil +2%. La Borsa americana è poco mossa dopo il balzo che l’ha riportata sui livelli precedenti la svalutazione dello yuan. Il Dow Jones è in rialzo dello 0,2% grazie alla spinta dei petroliferi, l’S&P500 è invariato, il Nasdaq perde lo 0,1%.

“Aggiungi assicurazioni, scarica le banche”. Il consiglio del report di ieri mattina del Credit Suisse si è rivelato profetico. Generali si mette in luce con un guadagno dell’1% a 17,48 euro. Nel corso degli scambi si è spinta fino a 17,7 euro, una quotazione che non vedeva da agosto.

Il Financial Stability Board, il regolatore delle società finanziarie con sede in Svizzera, ha comunicato stamattina di aver rimosso la compagnia dalla lista delle istituzioni finanziarie di importanza sistemica (SIFI – Systemically Important Financial Institution): Generali era entrata a metà 2013 in ragione della dimensione delle sue attività non assicurative.

Nel giorno dei conti le vendite si sono invece accanite su Banca Intesa, scesa dl 4% prima di recuperare posizioni dopo che Il Ceo Carlo Messima ha chiarito che il monte dividendi indicato a 2 miliardi di euro sui risultati del 2015 è “l’ammontare minimo” e che vede lo spazio per distribuire un extra-dividendo.

In realtà i numeri della trimestrale non sembrano giustificare il “sell” generale. L’utile del terzo trimestre è risultato superiore alle attese ovvero (722 milioni di euro contro i 658 milioni attesi). Meno convincente il dato del margine di interesse (1,912 miliardi), risultato in calo del 9,5% e inferiore alle stime di circa 50 milioni.

Le vendite colpiscono quasi tutti i bancari: Unicredit -1%. MontePaschi -2,7%, Pop.Emilia -2,2%, Ubi -1,3%. Pesa anche l’annuncio di Ubs che ha posticipato alcuni obiettivi di redditività. Il titolo ha chiuso in ribasso del 4,2%. 

Telecom Italia -0,5%. E’ durato circa due ore l’incontro tra il nuovo azionista di Telecom Italia, Xavier Niel, e i commissari della Consob. Nessuna dichiarazione al termine. Intanto il gruppo italiana ha fatto sapere che tratterà in Brasile con LetterOne di Mikhail Fridman solo se avrà il controllo dell’accoppiata Tim Brasil-Oi. Prosegue la serie dei dati positivi di vendita nell’area Nafta da parte di Fiat Chrysler +0,2%. Le vendite sono salite del 15% rispetto a ottobre 2014, sopra le attese degli analisti. 

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