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Le banche mandano in rosso Piazza Affari e lo spread risale

Piazza Affari è l’unica Borsa europea in ribasso a causa delle forti perdite delle banche popolari e di Telecom Italia: crolla Bper (-7,8%) – In controtendenza Buzzi, Brembo e Azimut e Prysmian – Exploit di Gefran (+11%) – Ancora sotto zero il rendimento dei Bot annuali – Lo spread Btp-Bund oltre quota 190

Non si può mai stare tranquilli: i conti delle banche popolari peggiori del previsto, l’attesa per il verdetto di Moody’s sul rating, l’affondo della Bundesbank sull’Italia, mettono sotto pressione Piazza Affari e lo spread. Il Ftse Mib chiude a -0,45%, in un contesto europeo contrastato, Madrid -0,64%, Parigi +0,04%, Francoforte +0,21%, Londra +0,4%.

L’obbligazionario torna sotto scacco: il differenziale del decennale italiano col bund tedesco risale a 193.20 punti base (+2,49%) e il rendimento al 2,27%. L’immagine del paese in giornata, soffre le parole di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. “L’Italia – dice – ha deluso le attese di chi aveva scommesso che gli sforzi di risanamento intrapresi prima dell’ingresso nell’Unione monetaria sarebbero continuati”.

Sempre sul fronte europeo si registra un passo avanti invece sul capitolo Grecia (oggi la Borsa di Atene chiude in rialzo del 2,52%). In giornata dovrebbe essersi svolto un incontro tra i creditori e il Fondo monetario internazionale per trovare una soluzione che permetta di sbloccare prestiti per circa 7 miliardi. Un credito necessario alla Grecia per risarcire, in aprile, 1,4 miliardi alla Bce e, in luglio,  7 miliardi ai creditori europei.

Mentre il vecchio continente ogni giorno sfodera una resa dei conti, dall’altra parte dell’Oceano riparte la corsa ai record. Wall Street, dopo le vette raggiunte ieri, tenta di superare se stessa con i listini principali tutti in rialzo. Il “fenomenale” intervento sulle tasse atteso da Donald Trump manda i mercati in visibilio, anche se Fitch giudica l’attuale amministrazione “un rischio per le condizioni economiche internazionali e i fondamentali globali dei rating” degli Stati. 

Il cambio euro dollaro risulta poco mosso, (1,064), il petrolio invece mette il turbo, Brent +2,1%, 56,8 dollari al barile e l’oro viaggia in altalena, ma recupera rispetto a ieri, +0,42%, 1.233.64 dollari l’oncia. Sul fronte macro:  la produzione industriale italiana si porta ai massimi da 16 anni; arrivano segnali di frenata della produzione nel Regno Unito; negli Stati Uniti i prezzi alle importazioni di gennaio evidenziano una variazione positiva dello 0,4% su base mensile, ma la fiducia dei consumatori è attesa in forte calo nel mese di febbraio, segnalando un deterioramento del sentiment dopo il balzo di inizio anno. 

Milano riduce un po’ le perdite nel finale, ma resta in rosso soprattutto con le popolari in caduta libera. In primo luogo Bper, -7,83%, dopo i conti di ieri, con l’utile 2016 crollato del 90% e il conseguente dividendo quasi dimezzato. In scia Banco Bpm -5,32%, che alza il velo sui conti stasera. Vendite su Ubi, -5,73%, che mantiene il dividendo, pur dopo un quarto trimestre con una perdita di 75,6 milioni per oneri straordinari e rettifiche su crediti, con la svalutazione netta della quota in Atlante di 52,9 milioni di euro. La banca inoltre, secondo le parole dell’ad Victor Massiah, se tutto va secondo i piani, voterà l’aumento di capitale (per l’acquisto delle tre good bank) in occasione dell’assemblea di bilancio il 7 aprile. In affanno Mediobanca, -1,14%, nonostante un utile migliore delle attese nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Si distingue dal resto della compagnia Unicredit, +0,56%, che oggi incassa uno strong buy da parte di S&P Global Market Intelligence, che ha alzato la raccomandazione da hold e il target price da 13 a 16 euro, perché c’è ottimismo sulla realizzazione del piano strategico. Bene anche Azimut: +0,95%.

Giù Unipol -1,32% e Unipolsai -1,05%. I risultati preliminari 2016 di Unipol Gruppo Finanziario (Ugf) rivelano un utile netto ridotto a 535 milioni dai 579 milioni del 2015. Intanto l’ad Carlo Cimbri, pensa al futuro di Unipol Banca: “potremmo provvedere a uno scorporo societario, creando una banca in bonis e una bad bank sotto il controllo di Ugf”. Obiettivo: rendere l’istituto più appetibile in questa fase di accorpamenti nel settore. 

Fuori dal comparto finanziario vendite su Telecom -2,55%, mentre svetta Buzzi, +2,75%, dopo i risultati migliori delle aspettative in termini di redditività e le stime positive per il prossimo anno. Seduta ampiamente positiva per Brembo +1,31%. Fuori da Ftse Mib occorre segnalare l’exploit di Gefran che ha chiuso la giornata con un rialzo dell’11%.

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