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L’Argentina alle urne e l’Italia continua a investire

Le relazioni tra i due Paesi sono sempre state molto forti: da quando i primi emigrati sbarcarono da Genova per raggiungere la provincia di Santa Fè fino ad oggi – Fiat, Enel, Tenaris, Brembo, Impregilo sono solo alcuni tra i nomi dei big italiani presenti nel Paese – Pirelli pronto a investire 300 milioni di dollari nel suo impianto a Buenos Aires

L’Argentina alle urne e l’Italia continua a investire

L’esito delle elezioni presidenziali che si terranno domenica 23 ottobre in Argentina è ormai dato per scontato: Cristina Elisabet Fernandez de Kirchner, oggi presidente in carica, vedrà, molto probabilmente, confermato il proprio mandato. Oltre 23 milioni di cittadini (su 28 milioni di aventi diritto) hanno votato alle primarie, dove la Kichner ha stracciato i suoi avversari conquistando il 50,1% dei voti. Osservando i dati dell’economia del Paese, che grazie alla rete del Mercosur sta dando vigore all’economia di tutta l’America latina, sembra che questa vittoria non sia solo l’esito del grande spirito populista della “presidenta”.

Dal 2003 il Pil cresce a un tasso medio dell’8% e per il 2011 le stime oscillano tra l’8,4% e il 9%. La Kirchner ha messo in atto diverse politiche sociali che hanno aumentato i posti di lavoro e combattuto le disuguaglianze sociali. Ma la strada da fare è ancora lunga: agenzie di consulenza come la Consultora equis, considerata la più vicina al Governo, calcolano che ci sia ancora un 20% della popolazione che vive in condizioni di indigenza. Inoltre sulla Casa Rosada continua a pesare il fardello dell’inflazione – intorno al 20% stando agli ultimi dati del Fondo monetario internazionale. Ma l’Argentina resta un posto dove gli imprenditori italiani guardano con interesse spinti anche dall’appeal del vicino Brasile, un facile sbocco a un ampio mercato in crescita.

Fiat – Il Lingotto, che è presente a livello produttivo nel Paese dagli anni ’50, può contare su diversi impianti, in particolare quello all’avanguardia, costruito alla fine degli anni ’90 a Cordoba. Nel 2010 le vendite della casa automobilistica in Argentina sono aumentate del 28%. Marchionne qualche giorno fa ha dichiarato che l’Argentina “gioca un ruolo chiave” nella crescita del gruppo nel continente sudamericano. “La nostra intenzione, ha aggiunto, è che il Paese si converta in un centro di eccellenza della produzione”. Fiat inoltre è presente in Argentina attraverso Iveco, che produce in loco veicoli commerciali destinati sia al mercato interno che all’esportazione.

Tenaris – L’impresa italo-argentina dei tubi senza saldatura è molto legata ai destino del Paese Sudamericano e non solo economicamente. La famiglia Rocca controlla Techint, e dunque a sua volta l’impresa a partecipazione statale Siderar, il che pone i due fratelli Rocca, Paolo e Gianfelice, spesso a duro confronto con la politica. 

Pirelli
– Il gruppo lombardo può vantare il premio di anzianità: è presente in Argentina dal 1898. Se dal 1917 si è impegnato nella produzione di pneumatici, prodotti in caucciù e cavi in fibra ottica, oggi possiede solo l’Impianto Merlo dove produce pneumatici. Tuttavia Pirelli ha annunciato pochi giorni fa che 
investirà 300 milioni di dollari per raddopiare il suddetto impianto e rafforzare la sua posizione nel Paese. Nel 2011 si prevede che il fatturato di Pirelli in Argentina raggiunga i 500 milioni di dollari, un aumento di circa il 40% rispetto al 2010.

Telecom Italia – Un anno fa ha concluso il lungo braccio di ferro per aumentare la propria partecipazione in “Telecom Argentina” di cui ora detiene il 58% (contro il 50% originario). Inoltre il presidente Franco Bernabé, qualche giorno fa, ha dichiarato di essere interessato a incrementare la porzione di capitale nella controllata argentina. Insieme al Brasile, i due Paesi sudamericani contribuiscono al 34% del fatturato del gigante delle telecomunicazioni, e questa quota cresce di anno in anno.

Brembo – Presente nel Paese da cinque anni, l’azienda bergamasca dei freni di lusso ha visto crescere i suoi numeri in Sudamerica, soprattutto grazie all’ampio mercato di sbocco brasiliano. Nel primo semestre dell’anno il fatturato del Gruppo di Bombassei in Brasile è cresciuto oltre il 16%.

Impregilo – Le concessioni autostradali, come Caminos las Sierras, sono state in buona parte la causa del forte aumento degli utili del Gruppo nel primo semestre del anno. Inoltre va ricordata la partecipazione di Impregilo nella costruzione della diga di Yacyreta, che continua a suscitare pareri discordi nell’opinione pubblica.  

Enel – Da quando ha assunto il controllo di Endesa, il gruppo si è rafforzato in tutto il Sudamerica, tanto che l’ultimo consiglio di amministrazione di giovedì si è svolto a Madrid. Sia nella generazione che nella distribuzione di energia elettrica possiede circa un 20% di quota di mercato in Argentina ed è inoltre attiva nella trasmissione di energia con il vicino Brasile.

Fernet – L’amaro della ormai centenaria azienda milanese è diventato il simbolo dell’Argentina. Oggi il cocktail “Fernet y Coca” è diffuso in tutto il Paese e chiunque ha provato questo drink almeno una volta nella vita. Presenti a Buenos Aires dagli anni ’40, i fratelli Branca hanno aperto una sede produttiva nel 2000 e hanno continuato ad espandersi anche durante la crisi del 2001-2002.

Ferrero – E’ presente in Argentina con uno stabilimento industriale dal 1996.

Banca Intesa – ha una quota del 10% nel Banco Patagonia, il sesto istituto di credito del Paese. Ma bisogna ricordare che il Banco do Brasil, la maggiore banca del Sudamerica, possiede il 51% del Banco Patagonia.   

Generali Assicurazioni – Ha rilevato parte della “Caja de ahorro”, diventando uno dei leader nel settore assicurativo del Paese.

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