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La schiarita su Brexit fa bene alle Borse

I passi avanti sull’uscita di Londra dall’Unione europea rafforzano la buona intonazione dei mercati azionari: Piazza Affari alla fine guadagna solo lo 0,15%, sulla scia delle banche ma anche di Saipem e Buzzi – Scivola Stm – Vendite su Telecom, Ferrari e Recordati.

La schiarita su Brexit fa bene alle Borse

Piazza Affari lima i guadagni in chiusura e si ferma in rialzo dello 0,15%, a 22.325 punti. Gli acquisti premiano i titoli finanziari, ma penalizzano i tecnologici, con Stm che lascia sul campo il 6,82%. Andamento simile nel resto d’Europa, in scia al declassamento di Samsung e Taiwan Semiconductor da parte di Morgan Stanley, a causa delle prospettive non floride sulle vendite di smartphone e tv e in generale del mercato dei chip.

Madrid però resta tonica e chiude in vetta ai mercati continentali +1,22%. Più timide Parigi +0,14% e Francoforte, +0,02%. Londra cede lo 0,9%, appesantita da una sterlina più forte dopo le indiscrezioni su un accordo di massima con la UE per il costo della Brexit. Wall Street, apre contrastata con il Dow Jones avviato verso nuovi massimi e il Nasdaq rosso fiammante.

Nelle prime ore di scambi sui listini americani, l’attenzione è catalizzata dall’intervento di Janet Yellen al Congresso Usa, che parla in difesa della riforma finanziaria voluta da Obama. La presidente della Fed osserva anche che “la ripresa economica si sta ampliando e le debolezze del sistema finanziario sembrano moderate”. Parole che aprono le porte a un possibile rialzo dei tassi nella riunione del 12-13 dicembre. Nel terzo trimestre d’altra parte il PIL a stelle e strisce è cresciuto del 3,3% e poteva essere il 3,9%, dice Donald Trump, senza gli uragani. Il presidente coglie così l’occasione per un tweet: ”I mercati sono a nuovi massimi, la disoccupazione è ai minimi. Stiamo vincendo e i tagli alle tasse consentiranno all’economia di accelerare ancora”.

Stabile il cross euro dollaro, a 1,185.

In altalena il petrolio, che tenta di agganciare il segno più, dopo il dato sulle scorte settimanali Usa, inferiore alle attese, ma non ce la fa. Brent 63,13 dollari al barile, -0,75%, C’è un certo nervosismo alla vigilia del meeting di Vienna, anche per il riaccendersi delle tensioni geopolitiche. Scivola indietro l’oro, in zona 1285 dollari l’oncia (-0,7%).

In Piazza Affari blue chip migliore della seduta è Bper, +4,34%, che prende il volo fin dalla mattinata dopo aver reso noto che i suoi valori patrimoniali al 30 settembre sono “significativamente superiori” a quelli chiesti dalla Bce.

Anche per il Credem (+3,73%) i coefficienti sarebbero già largamente oltre le richieste della Vigilanza. Bene Intesa, +1,59%. A mercati chiusiReuters riferisce che tre fonti sostengono che la banca centrale europea probabilmente rinvierà la presentazione delle due proposte sulla copertura delle sofferenze bancarie.

Sul Ftse Mib, fra i finanziari brillano Banca Generali +2,43% e Finecobank +2,07%. Tonici i petroliferi con Saipem +2,05%. A sud del listino la corsa al ribasso di Stm trova fine solo con la campanella di chiusura. Il titolo resta in ogni caso la blue chip che ha guadagnato di più da inizio anno (circa il 75%). Debole il settore auto, con Ferrari che ripiega dell‘1,75%. In rosso Campari, -1,75%; Leonardo -1,38%; Moncler -1,25%.

Sul secondario il Btp 10 anni aggiorna il rendimento all‘1,8%, mentre lo spread con il Bund cala a 140.60 punti base, -2,23%. La risalita dei prezzi in Germania, dove l’inflazione annua viaggia all’1,8%, potrebbe riaccendere il dibattito all’interno della Bce sull’opportunità di mantenere il quantitative easing a tempo indeterminato, senza una scadenza definitiva.

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