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La mostra del weekend: un confronto tra Foucault e Boldini a Ferrara

Henry Foucault, fotografo e scultore francese in mostra a Ferrara (Palazzo dei Diamanti).
L’esposizione “corpi splendenti” è curata da Dominique Païni e intende porre in dialogo l’opera di Foucault con Boldini.

La mostra del weekend: un confronto tra Foucault e Boldini a Ferrara

Il progetto rientra nella programmazione della rassegna d’arte contemporanea Offside, ideata da Maria Luisa Pacelli, ponendo un confronto tra il lavoro di artisti contemporanei con l’opera di maestri del passato.

Henri Foucault riflette sulla luce e sulla relazione tra superficie, materia e interroga la scultura a partire dal mezzo in apparenza ad essa più lontano: la fotografia. L’immagine fotografica nasce quando la luce colpisce una superficie e, al contrario delle arti plastiche, il supporto sul quale essa si fissa è quasi ininfluente. Ed è proprio dalla traccia luminosa che Foucault crea il volume.

Il corpo femminile è il soggetto prediletto dell’artista, soggetto prediletto, pura forma e solo in un secondo momento Foucault interviene sul fotogramma e decora le immagini con materiali tratti dalla couture, come cristalli Swarovski o punte di spillo.
In contrasto con l’atto scultoreo per eccellenza – la sottrazione –, Foucault dà forma all’atto fotografico grazie agli elementi aggiunti alla pellicola: ciò che brilla e luccica crea volumi mutevoli, variazioni cristalline, palpitazioni della carne rivelate grazie alla luce.

Henri Foucault: Chevelure, 2017 Fotogramma e spilli in acciaio inox, cm 50 x 60


Il suo processo creativo ha una tangenza ideale con la pittura di Boldini, impegnato anch’egli a plasmare le pose delle sue “divine” e a creare una relazione dinamica con lo spazio e lo spettatore, attraverso la raffigurazione di sete scintillanti, di vortici di colore, di vibranti pennellate in cui i corpi sembrano scomparire.

Tra le opere in mostra a Ferrara, è presente anche una produzione originale ispirata ad un dipinto di Boldini esposto a Palazzo dei Diamanti, l’Amazzone (c. 1879-80, Milano, Galleria d’Arte Moderna), un quadro la cui composizione ha una valenza quasi fotografica, “congelata” rispetto ad altre opere del ferrarese in cui il movimento sembra essere inarrestabile. Ed è proprio questa fissità ad avvicinare il lavoro certosino di Foucault al turbolento pennello di Boldini: per entrambi in ultima analisi il corpo non ha più confini, liberato in un caso dalla luce, nell’altro dal movimento. 

Henri Foucault | Corpi splendenti
Palazzo dei Diamanti
Fino al 2 giugno 2019

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