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La manovra al test della Borsa e dello spread

Piazza Affari testa stamattina la portata della nuova manovra di bilancio prevista dall’aggiornamento del Def

La manovra al test della Borsa e dello spread

Va in scena a piazza Tien An Men quella che promette di essere la più spettacolare la parata militare di sempre, tanto per consolare Xi JinPing dei dispiaceri che gli procurano la protesta di Hong Kong e il rallentamento dell’economia, frenata dai dazi Usa.

Non va meglio al nemico Donald Trump. Il presidente Usa, a rischio di impeachment per l’Ucrainagate, è staro chiamato in causa dal New York Times per una recente telefonata. Trump avrebbe cercato di convincere il primo ministro australiano Scott Morrison ad aiutare il procuratore generale William P. Barr a raccogliere informazioni per un’indagine del dipartimento di Giustizia con cui Trump spera di screditare l’inchiesta Russiagate.

TRUMP ORA RISCHIA L’AUSTRALIAGATE, SU IL NIKKEI

I mercati, orfani delle piazze cinesi chiuse per l’intera settimana, si limitano a sperare che queste traversie spingano i Big verso un’intesa sui dazi o, quantomeno, ad evitare nuove tensioni. Ieri Peter Navarro, il falco Usa ideologo dello scontro con Pechino ha bollato come una fake news la possibile espulsione delle società cinesi da Wall Street.

In questo clima, Tokyo stamane sale dello 0,8% in una giornata particolare: l’Iva sale da oggi al 10% dall’8% nella speranza che la novità non abbatta i consumi come è avvenuto in occasione dell’ultimo ritocco al rialzo.

L’indice Tankan, basato sulle aspettative delle aziende dell’industria pesante del Paese, nel terzo trimestre scende meno del previsto a 5, da 7: il consensus si aspettava 1. Il dollaro si apprezza per il quinto giorno consecutivo su yen, a 108,2.

La Borsa dell’Australia è in rialzo dello 0,4%. Stamattina alle 6.30 la banca centrale ha tagliato di 25 punti base i tassi d’interesse di riferimento a 0,75%. La mossa non ha sorpreso gli economisti. Nel comunicato, ci sono chiare indicazioni su possibili altri interventi a supporto dell’economia.

L’oro è al terzo giorno consecutivo di ribasso, a 1.465 dollari l’oncia. 

Petrolio Brent in calo dell’1,6% a 54,8 dollari il barile, minimo delle ultime tre settimane.

APPLE SOSTIENE WALL STREET, WE WORK RINVIA L’IPO

In salita gli indici di Wall Street, sostenuti dal buon andamento di alcuni titoli leader, come Apple e Microsoft +0,9%: Dow Jones +0,36%, S&P 500 +0,50%. Sale anche il Nasdaq (+0,75%).

A guidare la corsa è Apple (+2,4%). Il ceo Tim Cook ha detto che i segnali di vendita dell’iPhone 11 sono “molto incoraggianti”.

WeWork ha annunciato la decisione di rimandare la sua quotazione in borsa. La notizia arriva dopo che la settimana scorsa il Ceo e fondatore di WeWork, Adam Neumann, si era dimesso a causa dei problemi finanziari dell’azienda.

LA MONETA UNICA SCIVOLA AI LIVELLI DI FINE 2016

L’euro scivola sul dollaro ai minimi da due anni e mezzo a 1,0888 frenato dai segnali di peggioramento della crescita: secondo Reuters, le previsioni sulla Germania che verranno rese note mercoledì segnaleranno una crescita in calo allo 0,5% per quest’anno e dell’1,1% per il 2020. Intanto, l’inflazione tedesca armonizzata all’UE sale dello 0,9% anno su anno, in frenata da +1% del mese precedente, contro il +1% atteso dal consensus. Siamo ben lontani dal +2% l’anno, ovvero il mandato della BCE.

JP MORGAN: MEGLIO L’AZIONARIO EUROPEO DEGLI USA

Le note negative, però, giustificano la richiesta di una politica più espansiva non solo sul fronte monetario ma anche su quello fiscale, come ha ribadito Mario Draghi in un’intervista al Financial Times. Nonostante la resistenza dei falchi del Nord Europa, si profilano un atteggiamento più morbido che dovrebbe favorire i mercati azionario. È la tesi di JP Morgan: “Da molto tempo – si legge in un report della banca Usa – privilegiamo l’azionario Usa rispetto a quello europeo. Ma ci sembra che oggi si sia aperta una finestra di opportunità tattica per l’Eurozona grazie agli stimoli fiscali previsti dalla banca centrale europea”. Mislav Matejka, il capo delle strategie europee della casa, ha abbassato il giudizio sull’azionario Usa a neutral promuovendo ad overweight i titoli europei. In particolare, JPMorgan esprime ottimismo sulle prospettive del settore bancario europeo che ha sofferto negli ultimi 10 anni molto più di quello statunitense ed ora potrebbe essere vicino a una svolta: dai minimi della crisi subprime nel 2009 l’indice delle banche europee segna +4%, quello delle banche Usa +465%.

CALA LA DISOCCUPAZIONE SALGONO I LISTINI

Ad infondere un po’ di ottimismo sui listini ci hanno pensato anche i dati sull’occupazione dell’area euro. In agosto, il tasso di disoccupazione è sceso al 7,4%, minimo degli ultimi undici anni, dal 7,5% di luglio. Migliora anche l’Italia: il numero dei senza lavoro scivola ai minimi dal 2011, al 9,5%. 

Sostenuta da questa notizia e dall’aria di tregua sui dazi Piazza Affari è salita ieri a 22.107 punti, +0,41%.

La Borsa di Milano è stata nel terzo trimestre una delle migliori in Europa, con il +3,9%.

Positivi anche gli altri listini dell’eurozona: Francoforte +0,39%; Parigi +0,66%; Madrid +0,66%.

Londra è calo (-0,22%). Sta per partire il conto alla rovescia per l’ora X, l’uscita dalla Ue che Boris Johnson promette entro la fine d’ottobre.

Il premier si dice “cautamente ottimista” su un accordo per l’uscita dalla Ue, ma ribadisce che “in ogni caso, quale che sia l’esito, noi usciremo il 31 ottobre”.

John McDonnell, ministro ombra dell’opposizione laburista ha avanzato un’interrogazione urgente sui finanziamenti di un gestore hedge, Chris Odey, a Boris Johnson. Odey ha puntato cifre importanti sul no deal.

BTP PIATTI PRIMA DELLA MANOVRA SOFT

Dopo essersi mossi attorno alla parità per quasi tutta la seduta, i Btp hanno chiuso ieri allo 0,81%, in attesa contenuti della nota di aggiornamento al Def. Lo spread fra Btp e Bund decennale migliora, scendendo a 139 punti base.

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera la Nota di aggiornamento al Def, il documento che disegna la cornice di una manovra da circa 29 miliardi. Saranno destinati alla sterilizzazione dell’Iva e alla riduzione del cuneo fiscale, grazie a 14 miliardi di flessibilità e 7 miliardi di proventi dalla lotta alla evasione. Il deficit viene fissato al 2,2% del Pil, rispetto a quello programmato dell’1,6 per cento, e si prevede che nel 2019 la crescita del Pil sarà dello 0,1 per cento. Per evitare l’aumento automatico il governo ha deciso di fissare un’Iva più alta per i pagamenti in contanti e più bassa per i pagamenti con carte di credito e bancomat, con tanto di bonus da 475 euro. Il cuneo fiscale verrà abbassato dello 0,15 per cento del Pil nel 2020

A PIAZZA AFFARI BRILLA BANCO BPM, BENE FINECO

Vivaci le banche premiate da JP Morgan ma soprattutto perché sostenute dall’attesa di una manovra di bilancio “soft”, tale da favorire un ulteriore calo dello spread. La domanda ha premiato Banco Bpm (+2,93%). L’ad Giuseppe Castagna non esclude l’ipotesi di un’integrazione con Ubi +0,82%. In evidenza Monte Paschi (+1,53%): pare imminente la cessione di un pacchetto di immobili per 300 milioni di euro.

Si riduce nel corso della riunione il guadagno di Unicredit (+0,15%), già ben comprato dopo le indiscrezioni sulla cessione a Do Value di un portafoglio di mutui ipotecari da 5 miliardi. Secondo Mediobanca Securities, la banca potrebbe accelerare la pulizia sul fronte del profilo di rischio, in vista del piano industriale che sarà presentato a dicembre.

Bene anche Fineco Bank (+1,3%) e Poste Italiane (+1,66%).

Nel comparto industriale piatta Fca, soffre Pirelli (-2,02%).

DEAL OLANDESE PER PRYSMIAN, VA IN ORBITA WEBSOLUTE

Denaro su Buzzi (+2,2%). Positiva tra le blue chips anche Prysmian (+0,9%) dopo l’accordo con l’operatore di rete tedesco-olandese TenneT per la manutenzione dei propri asset sottomarini e terrestri ad alta tensione.

Nell’Aim va in orbita al debutto Websolute (+53,33%), pmi che opera nel settore della comunicazione digitale e del digital marketing.

Balzo di Ternienergia (+5%). Da ieri è efficace l’accordo con le banche creditrici.

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