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La Grecia non si piega alla troika: no a revisione contratti nazionali, ok fino a metà novembre

Papandreou alza la voce contro i tecnici di Ue, Fmi e Bce, a cui spetta l’ultima parola sulle sorti del Paese – “Siamo dalla parte dei lavoratori e difendiamo i loro diritti”.

La Grecia non si piega alla troika: no a revisione contratti nazionali, ok fino a metà novembre

“Non siamo l’India e non diventeremo l’India”. Questa la risposta del premier greco George Papandreou al pressing della troika su Atene. Stando ai media locali, i tecnici di Ue, Bce e Fmi vorrebbero convincere il Governo ellenico a rivedere i contratti collettivi nazionali nel settore privato, in particolare per abolire i salari minimi. Sarebbe questa la condizione fondamente posta dalle autorità comunitarie per dare il via libera alla nuova tranche d’aiuti da 8 miliardi di euro. Lo sblocco dei fondi è stato rinviato ieri dall’Eurogruppo, che ha esplicitamente subordinato la decisione al parere della troika.

“Siamo dalla parte dei lavoratori – ha aggiunto il primo ministro, secondo quanto riporta la tv statale Net -, e assicuriamo la protezione dei loro diritti collettivi”. D’altra parte nel fine settimana la Grecia ha annunciato che non sarà in grado di centrare gli obiettivi di bilancio su 2011 e 2012. Intanto si profilano nuovi scioperi contro le misure di austerità, mentre l’Esecutivo ha smentito le speculazioni del Financial Times Deutschland secondo cui Papandroeu potrebbe dimettersi.

Il tempo scorre e si avvicina la data oltre la quale l’amministrazione centrale greca non sarà più in grado di pagare i salari ai dipendenti pubblici. Finora si è detto che il termine sarebbe scaduto a metà ottobre, ma oggi il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos ha affermato che il Paese potrà resistire ancora un altro mese senza ricorrere agli aiuti comunitari.

Secondo il ministro, inoltre, Atene non necessita di misure correttive aggiuntive e sarà in grado di “recuperare” il prossimo anno grazie a misure ‘strutturali’ più efficaci di semplici interventi sul bilancio. “Non si parla di default”, conclude lapidario in conferenza stampa.

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