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La frenata di Draghi sulla crescita fa risalire lo spread che affossa banche e Borsa (-2,3%)

L’allarme lanciato dal presidente Bce sulla crescita mette il turbo allo spread Btp-Bund che sale di 8 pb e rivede quota 280: crollano le banche (Mps lascia sul campo oltre il 7%) e Piazza Affari va ko (-2,3%) e risulta la maglia nera d’Europa – Male anche la Fiat dopo la disputa americana sulla Jeep – Si salvano Tod’s, Pamalat, Buzzi, Fiat Ind., Telecom

La frenata di Draghi sulla crescita fa risalire lo spread che affossa banche e Borsa (-2,3%)

La Bce ha lasciato i tassi di interesse invariati. La decisione non ha sorpreso i mercati che non si attendevano nessuna drastica decisione nella riunione di oggi. Così dopo il comunicato dell’Eurotower sui tassi non ha avuto particolari effetti sui listini che hanno proseguito al rialzo seppur frazionale, con Milano che ha girato in territorio positivo. Ma a scatenare la dèbacle sono state le parole di Mario Draghi nel corso della consueta conferenza stampa: il presidente della Bce ha infatti spostato più avanti le prospettive di ripresa dell’economia rivedendo al ribasso le stime di crescita dell’Eurozona per l’anno in corso a -0,6% da -0,5%. Le prospettive di crescita dell’Eurozona hanno qualche “prospettiva di ripresa” nella seconda parte dell’anno, ha detto Draghi, promettendo una politica “accomodante per tutto il tempo necessario”. Nella riunione sono state discusse varie misure di stimolo all’economia ma per il momento la Bce ha deciso di non agire.

La frenata è stata istantanea e i listini hanno invertito la rotta chiudendo in deciso ribasso. A Piazza Affari il Ftse Mib ha addirittura ceduto il 2,63% trascinata dalle banche, con lo spread che ha sensibilmente rialzato la testa sopra quota 280 punti base dai 260 di ieri sera, complice il calo dei titoli di Stato tedeschi dopo che Draghi ha detto che l’Eurotower ha affrontato la possibilità di avere tassi di deposito negativi. Peggior titolo è Bmps che crolla dell’8,08% dopo essere stato sospeso al ribasso. Pesanti cali anche per Ubi Banca -6,16%, Banco popolare -5,23%, Bper -5,02%. Unicredit -4,65% e Intesa -4,49%.

Ma in forte ribasso anche alcuni titoli “pesanti” del listino principale, come Fiat -6,48%, anch’essa sospesa al ribasso. Oggi il marchio Jeep del gruppo Chrysler ha deciso di richiamare 435.400 Suv per problemi al sistema di raffreddamento dell’olio per la trasmissione e ai software di gestione dei sistemi di sicurezza passiva.Intanto oggi il Lingotto in una nota ha fatto sapere che la società che nascerà dalla fusione per incorporazione di Fiat Industrial e Cnh si chiamerà Cnh Industrial.

Francoforte ha ceduto l’1,19%, Londra l’1,03% e Parigi lo 0,99%. Oggi l’Istituto di statistica francese Insee ha reso noto che il tasso di disoccupazione in Francia è balzato al 10,4% nel primo trimestre del 2013, 0,3 punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente, raggiungendo il livello più alto dal 1998. Continuano le tensioni sulla Borsa turca che ha reagito negativamente alle nuove dichiarazioni aggressive del premier Recep Tayyip Erdogan che, secondo la Tv provata Ntv, oggi ha denunciato il coinvolgimento di “terroristi” fra i manifestanti.

L’ondata di vendite non atterra Wall Street dove il Dow Jones e il Nasdaq, dopo un’apertura poco mossa, si muovono in territorio positivo. Gli operatori rimangono in attesa di avere maggiori informazioni sullo stato dell’economia statunitense e sulle possibili mosse della Fed che potrebbe frenare sul quantitative easing. Si guarda al mercato del lavoro a cui sono esplicitamente legate le decisioni della Fed. In giornata il Dipartimento del lavoro Usa ha diffuso i dati sulle richieste di sussidi alla disoccupazione che la scorsa settimana sono scese di 11.000 unità a 346.000. Il dato è in linea con le attese. Ora gli occhi sono rivolti al dato sull’occupazione di domani. Il cambio euro dollaro sale a 1,3136 (+1%) e il petrolio Wti 94,77 dollari al barile (+1,10%). L’oro si riporta sopra quota 1.400 dollari l’oncia.

Tornando a Piazza Affari, per Mediobanca gli azionisti Camfin dovrebbero aderire all’Opa di Tronchetti Provera e alleati nonostante il prezzo offerto di 0,8 euro per azione implichi uno sconto del 12% circa sul nav. “Consigliamo di aderire in quanto non riteniamo probabile una controfferta” scrivono gli analisti di Piazzetta Cuccia. Sul fronte Rcs, i Benetton hanno confermato che non sottoscriveranno l’auemtno di capitale.

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