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La Fed riduce gli aiuti all’economia Usa ma non ritocca i tassi. Argentina in default

La Yellen riduce gli aiuti all’economia Usa che vola ma promette che non alzerà i tassi “per un considerevole periodo” – Il dollaro schiaccia l’euro – Per l’Argentina scatta il default ma gli effetti internazionali dovrebbero essere limitati – Assemblea calda domani in Fiat per la fusione con Chrysler – Tre offerte per Pioneer – Soffrono i petroliferi

La Fed riduce gli aiuti all’economia Usa ma non ritocca i tassi. Argentina in default

 La locomotiva americana corre oltre le previsioni, ma la politica della Fed per ora non cambia. I mercati ne prendono atto. Ma si preparano al cambio di rotta. Perciò i dati boom dl secondo trimestre (pil Usa +4%) non suscitano entusiasmo.

In Asia rallenta Hong Kong -0,1%, uno dei listini più brillanti di luglio. In moderato  ribasso anche Shanghai e Seul.  Tokyo avanza dello0,5%.

Wall Street, dopo un rimbalzo iniziale, frena l’entusiasmo: in terreno negativo il Dow Jones -0,19%, quasi invariato S&P +0.01%, Nasdaq +0,45%.

La reazione più vistosa riguarda le valute. Il rimbalzo dell’economia americana schiaccia l’euro, che scende a 1,337 sul dollaro da 1,341 della chiusura: dai massimi di marzo la valuta unica europea ha perso quasi il 4% scivolando sui minimi da metà novembre. 

In Europa ha prevalso il nervosismo, frutto della paura di sgradite sorprese da parte della Fed.

Parigi chiude a -1,22% , Francoforte -0,62%, Londra -0,50%. Fa eccezione Madrid+0,33%, trainata dalla crescita del pil nel secondo trimestre.

All’indomani del varo di nuove sanzioni contro la Russia, la Borsa di Mosca ha chiuso in ribasso dello 0,4%, un calo maturato improvvisamente nell’ultima ora delle negoziazioni, in mattinata saliva del 2

 Piazza Affari  peggiora  nel finale: l’indice Ftse Mib perde lo 0,9%. 

 

Sui mercati obbligazionari la caccia al rendimento ha permesso  al Tesoro di collocare agevolmente 7 miliardi di euro di bond sulle scadenze medio lunghi con nuovi record di rendimento dall’introduzione dell’euro. 

Il Btp a 10 anni tratta al 2,65%, in prossimità dei minimi storici

 

ARGENTINA, COLLOQUI SENZA ESITO, SCATTA IL DEFAULT

E’ scaduto alle 5 di stamane (ora italiana) l’ultimatum del giudice Griesa di New York all’Argentina. Il ministro delle Finanze Axel Kiciloff ha ribadito la posizione ufficiale di Buenos Aires; non cederemo agli “avvoltoi” condizioni migliori di quelle garantite dagli accordi del 2005 e del 2010 (che prevedono uno sconto sul valore facciale attorno al 65%). E’ andata così delusa la previsione di un’intesa dell’ultima ora che aveva sostenuto il listino di Buenos Aires e le quotazioni dei titoli pubblici. Come prima reazione scendono i titoli della petrolifera Ypf – 7,7% e del Banco Macro -12,7%. Le conseguenze sul budget del Paese, sostenuto dal surplus dell’export della soia, saranno contenute.

Ma il nuovo default , che dovrebbe essere dichiarato ad ore, avrà sensibili effetti sul merito di credito dell’Argentina, già degradata da S&P.

 

YELLEN: “LAVORO ANCORA SOTTOSTIMATO”. MA PLOSSER VOTA CONTRO

L’ascesa vigorosa del pil Usa, anche se favorita dall’incremento delle scorte, ha messo sotto pressione la politica accomodante  della Federal Reserve, che ieri si è limitata a tagliare di altri 10 miliardi gli acquisti sul mercato ma non ha modificato le indicazioni sui tassi.  La ripresa, infatti,  è significativamente più robusta di quanto ritenuto finora anche perché accompagnata da  segnali incoraggianti. come  la spesa per consumi sù del 2.5% e gli investimenti del 5.9%. Anche l’inflazione che pur restando moderata, torna in linea con il target della Fed.

In questa cornice cresce la schiera di chi ritiene necessario accelerare la marcia d’avvicinamento all’aumento dei tassi, ora previsto per la primavera del 2015.  Yellen ha resistito, sottolineando che l’occupazione resta debole, come dimostra  l’”undervaluation” del lavoro, dominato da paghe basse che non accennano a crescere. Ma, per la prima volta, un membro del Foc ha vitato controil presidente: è Charles Plosser, numero uno della banca di Philadelphia.  

Ora l’attenzione si sposta sui dati del mercato del lavoro che saranno annunciati domani: l’attesa è per 218 milaI assunzioni.

 

L’EMGARGO PESA SULLE AZIENDE OIL. OGGI I CONTI ENI  

 

Giornata difficile ieri in Europa per molti comparti azionari. Hanno registrato forti cali le società delle costruzioni (Stoxx +1,6%), le utility (Stoxx -1%), le compagnie assicurative (Stoxx -1%), le società automotive (Stoxx -1,2%).

Ma i ribassi più marcati riguardano  le società petrolifere, con l’indice Stoxx in calo del 2%, sotto la spinta delle crisi geopolitiche (Libia allo sfacelo, Medio Oriente in fiamme) e delle possibili conseguenz dell’embago verso Mosca.  In questo indice settoriale affonda la francese Total, in calo del 5% dopo la presentazione dei dati del trimestre: l’utile netto rettificato è sceso del 12% a 3,15 miliardi di dollari. 

A Piazza Affari Eni perde l’1,7% dopo avere  annunciato l’intenzione di ridurre la produzione di greggio in Nigeria a seguito del sabotaggio di un oleodotto nel Paese africano. Oggi  saranno annunciati i conti del cane a sei zampe.

Rimbalza Saipem+0,67% dopo la caduta della vigilia.

FIAT DIMEZZA GLI UTILI, PROXY CONTRO IL PROGETTO DI FUSIONE

Fiat -2,1%. L’ultimo cda torinese del gruppo  ha fatto emergere un calo neòl secondo trimestre  dell’utile netto a 197 milioni di euro (eps pari a 0,143 euro per azione) dai 435 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, a fronte di un ebit in calo del 10% a 961 milioni di euro. L’indebitamento netto industriale del gruppo è invece migliorato scendendo a 9,7 miliardi di euro, 300 milioni in meno rispetto a fine marzo.

La liquidità disponibile è pari a 21,771 miliardi.   Il gruppo ha confermato gli obiettivi per l’intero 2014 indicati il 6 maggio scorso ovvero: ricavi uguali o sopra i 93 miliardi di euro. Ebit nel range 3,6-4 miliardi di euro. Utile netto nel range 0,6-0,8 miliardi di euro.

Cresce intanto l’attesa per l’assemblea di domani. Alla vigilia vari advisor, specializzati nei consigli agli investitori istituzionali, si sono schierati contro la fusione, sottolineando il maggior peso che la clausola di fedeltà garantisce ad Exor. Iss, il proxy più famoso, suggerisce di votare no, così come  Frontis Governance, Suggerisce il voto positivo Glass Lewis, sottolineando i vanatggi della quotazione a New York.

Exor  è in calo del 2%.
Poco meglio ha fatto Cnh -0,97, che ha risentito del profit warning della concorrente Usa, specializzata nel settore agricolo, Agco. Oggi darà i risultati trimestrali-
Da rilevare l’ottima performance di Peugeot +6,04% sul’onda degli ottimi dati del trimestre. 

Tra le società industriali, Finmeccanica sale dell’1%. Pirelli  perde l’1,3%, Prysmian -1,4%. 

Trimestrale in arrivo anche per Enel, ieri -1%.

In rosso anche Snam-0,71%, che ha pubblicato la semestrale, e Terna-1,48%.

UNICREDIT, NEL VIVO L’ASTA PER IL 50% DI PIONEER
Piazza Affari ha limitato i danni grazie alle banche, in particolare alle popolari: Banca Popolare di Milano +1,5%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna  +0,8%. 

 Vivace anche Monte Paschi +0,66%.

 Unicredit -0,4%. Sono in arrivo tre offerte, per il 50% di Pioneer, ma nessuna decisione è stata presa in merito da Unicredit. Pioneer viene valorizzata intorno a 2 miliardi di euro. Alla società sono interessate Santander, CVC e Advent. 

La società in oggetto verrebbe valutata almeno 18 volte gli utili e almeno l’1,1% delle masse in gestione.

Intesa  è in ribasso dello 0,5%. Ubi Banca -0,6%, 

Fuori dal paniere principale, spunti per il Credito Valtellinese +0,27%, avviata con outperform da Exane Bnp Paribas, e Banca  Profilo +8,76%, promossa sulla trimestrale.

Mediolanum in rosso- 1,43% nel giorno della pubblicazione dei risultati semestrali.

Stamane ci sarà la conferenze call sui conti di Generali.

 

 SOFFRONO IL LUSSO E MEDIASET

 

  Mediaset ha pagato ancora le difficoltà della raccolta pubblicitaria in Italia e perso il 2,1% a 3,084 euro all’indomani della pubblicazione dei conti trimestrali, con diverse case d’affari che hanno tagliato il prezzo obiettivo sul titolo.

Recupera d’Amico International Shipping dai minimi della giornata e chiude vicino alla parità (-0,4% a 0,5175 euro) dopo la pubblicazione dei risultati del primo semestre 2014. Il titolo ha segnato un minimo a 0,507 euro.

 

Debolezza generalizzata per il lusso Yoox -2,51%, Luxottica  -1,74% e Tod’s-1,18%. 
Nel resto del listino in evidenza Datalogic +3,43%.

 

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