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La dieta Dukan, tutti i pro e i contro: boom editoriale ma anche abisso di proteine

I suggerimenti alimentari del discusso medico nutrizionista francese sono il boom editoriale del momento: i suoi libri sono in cima a tutte le classifiche dei libri più venduti – Ma sulla sua dieta i giudizi si dividono: i chili si perdono in fretta ma vale la pena rinunciare alle difese antitumorali? – Ecco il parere del nutrizionista Attilio Speciani.

La dieta Dukan, tutti i pro e i contro: boom editoriale ma anche abisso di proteine

Via la ciccia con la ciccia: è il paradosso della dieta del momento, che fa perdere peso grazie a un regime iniziale di sole proteine. Il genio della lampada questa volta si chiama Pierre Dukan ed è un medico di una settantina d’anni di origine francese, l’ennesimo mago della silhouette che ha messo nel cilindro una ricetta e ne ha tirato fuori un giro d’affari da cento milioni di euro circa. Un’industria vera e propria, che gli è costata anche una dura querelle con l’associazione dei medici francesi, che lo hanno accusato di aver costruito un impero fondato su consigli errati, incompatibili con la professione.

Le sue due ultime fatiche, La dieta Dukan e la Dieta Dukan illustrata, guidano le classifiche di vendita dei libri, mentre milioni di donne e uomini di tutto il mondo interrogano il suo sito sognando le figure slanciate di Kate e Pippa Middletone. Pare infatti che la linea della Duchessa di Cambridge, quella dell’ammirata sorella e persino quella della mamma, siano state messe a punto con il regime Dukan. 
  
Ma di cosa si tratta? Più che una dieta, sembra un viaggio nell’abisso delle proteine suddiviso in quattro tappe: attacco, crociera, consolidamento, stabilizzazione. Per il dottor Dunkan è un “ritorno agli alimenti fondatori della specie umana, quelli dei primi uomini, cacciatori e raccoglitori, proteine e verdure, 100 alimenti, 72 dei quali provenienti dal mondo animale e 28 da quello vegetale. E questa offerta contiene una menzione magica: “a volontà”.
   
Nei primi giorni, quando si deve smaltire il grasso più duro, bisogna limitarsi a bistecche di cavallo, di manzo, di struzzo, a fegato e lingua, a galletti e piccioni, ma si può spaziare anche su salmoni e orate, aragoste e vongole. Il tutto a volontà, ma sempre nello stretto ambito dei 72 alimenti consentiti. Addio a panini, bucatini, tagliatelle o birrette.  Arrivederci a fragole, asparagi, o broccoli. Almeno in questa fase non si rumina.
   
Dopo l’attacco però si può cominciare a introdurre un po’ di vegetali e ad alternare giornate interamente PP (proteine-proteine) a giornate PV (proteine e verdure), sempre in base alle tabelle messe a punto dal dottore. Normalmente le prime due fasi durano 5 giorni ognuna, poi il regime diventa meno rigido. Il periodo di consolidamento dovrebbe durare 10 giorni, da moltiplicare per ogni chilo perso, mentre la fase di stabilizzazione va praticata per tutta la vita, con la limitazione di mangiare, un giorno alla settimana, solo proteine.
   
Sembra l’anti-dieta mediterranea, il negativo di quel regime alimentare ricco di fibre che da anni è osannato dalla maggior parte dei nutrizionisti. Un ritorno alla cucina dei cavernicoli, con buona pace dei reni e del fegato. Il dottor Dukan però garantisce che se i vostri organi sono in buona salute quando cominciate, lo saranno anche quando finite. E il mondo ricco  sembra credergli, visto che i suoi 19 libri hanno venduto 2,5 milioni di copie e i suoi siti hanno 30 mila sottoscrittori a pagamento che si fanno seguire passo passo dal loro coach, con tanto di rimedio del giorno dopo, se hanno commesso qualche sgarro e ingurgitato un grissino.
   
Il merito di questa dieta, apparentemente, è che non dura a lungo, ma ne vale la pena? 
   
I dietologi non demonizzano il metodo Dukan, ma fanno suonare dei campanelli d’allarme inquietanti: “La eliminazione in molte fasi anche della sola verdura, e il controllo attento della frutta sono antitetici a tutte le indicazioni salutistiche di prevenzione antitumorale che oggi si conoscano – ammonisce il direttore scientifico di Eurosalus, Attilio Speciani, in un articolo sul tema –  il dimagrimento, inoltre, non è mai ottenuto a spese del solo grasso corporeo, quanto piuttosto a spese dei tessuti muscolari e dei liquidi”. I benefici? pochi: “l’unico vantaggio di questa dieta – scrive ancora Speciani – sembra essere quello dell’inserimento ‘obbligatorio’ in ogni giornata di una certa quantità di crusca di avena, per apportare in modo ‘non calorico’ la fibra benefica che viene tolta eliminando la frutta e spesso anche la verdura, come indicato dallo schema dietetico”.   

E allora? Allora non resta che attingere al nostro buonsenso: cercare un bravo medico se si è molto sovrappeso, magari vicino a casa; seguire un vecchio trucco se si tratta solo di perdere solo qualche chilo: mangiare di tutto, un po‘ meno.    

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