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La Carruba: la riscoperta di un frutto antico e quasi dimenticato, farina priva di glutine e dolcificante naturale

Ricca di vitamine, fibre, polifenoli, calcio, ferro e potassio che la rendono un alleato per la salute digestiva e cardiovascolare la carruba anticamente in Sicilia era considerato il “cioccolato dei poveri”

La Carruba: la riscoperta di un frutto antico e quasi dimenticato, farina priva di glutine e dolcificante naturale

Nel cuore della Sicilia, tra ulivi e paesaggi mozzafiato che affacciano sul mare, si erge fiero e maestoso l’albero della carruba. Questo antico albero sempreverde, simbolo di longevità e resistenza, porta con sé una storia millenaria e una ricchezza di benefici spesso poco conosciuti. Con i suoi frutti, chiamati carrube o vajane, offre un notevole valore nutrizionale, ricco di fibre, vitamine e minerali.

L’origine e la storia della carruba siciliana

Originario dell’Asia occidentale e del Mediterraneo orientale, il carrubo ha trovato casa anche nelle terre fertili della Sicilia, portando con sé il suo carico di leggende e tradizioni. Già durante l’epoca greca e poi romana, la carruba veniva apprezzata per i suoi frutti, utilizzati per nutrire il bestiame e per produrre la dolce sapa, un dolcificante naturale.

Le origini precise della sua introduzione in Sicilia rimangono avvolte nel mistero, alcuni attribuiscono il merito ai greci, agli arabi o ai fenici. Quel che è certo è che la sua coltivazione è stata per secoli una risorsa economica vitale per l’isola, in particolare nelle regioni di Modica, Scicli, Ragusa, Avola, Noto e Comiso.

Le varietà di carruba più diffuse in Sicilia includono la “Latinissima”, la “Racemosa”, la “Morescona”, la “Saccarata” e la “Falcata”. La coltivazione si concentra principalmente nella provincia di Ragusa, in particolare nelle valli del Dirillo e dell’Anapo, dove il clima e il terreno si rivelano perfetti per la crescita di questo albero.

Caratteristiche e coltivazione della carruba

Il carrubo, noto anche come “pane di San Giovanni” per una leggenda che lo vede protagonista nei pasti del santo durante i periodi di ascesi, è un albero dalla chioma maestosa che arriva anche all‘altezza di 10 metri, vive fino a 500 anni, e trova il suo habitat naturale in terreni rocciosi e calcarei con climi caldi. Le sue foglie verde scuro e lucide, i fiori rossastri che ornano la chioma in estate, e i frutti a forma di baccello appiattito lo rendono facilmente riconoscibile. Il carrubo è anche molto utile dal punto di vista ecologico. Infatti, grazie alle sue radici profonde, è in grado di trattenere l’acqua nel terreno, prevenendo così l’erosione del suolo e la desertificazione. Inoltre, la sua coltivazione è a basso impatto ambientale.

La fioritura inizia nei mesi caldi dell’anno, da luglio ad agosto, continuando fino a dicembre. I frutti si sviluppano in primavera e maturano verso la fine dell’estate. Ci vuole circa un anno affinché i fiori si trasformino in frutti maturi. Alla raccolta, i frutti hanno già sviluppato i fiori per la prossima stagione di fruttificazione.

I frutti sono baccelli di varie dimensioni (da 10 a 20 centimetri) dal colore marrone scuro, con una superficie esterna molto dura. All’interno, la polpa è carnosa, pastosa e dolce, ma tende ad indurirsi con il tempo. Tuttavia ha un alto contenuto di tannino, il quale può risultare irritante se consumato in grandi quantità.

C’è una curiosità riguardo ai semi di carrubo, da cui deriva il termine “carato” ancora oggi utilizzato come unità di misura per le pietre preziose: in arabo, il seme di carrubo è chiamato “karat” e in passato veniva usato come unità di misura per l’oro, poiché si riteneva che avesse dimensioni e peso particolarmente uniformi.

Usi e proprietà nutrizionali

La carruba, conosciuta come il “cioccolato dei poveri” per il suo sapore simile al cacao, ha un’ampia gamma di utilizzi in cucina. Dai frutti interi consumati al naturale o tostati, alla polpa ridotta in polvere per creare il “carcao”, un surrogato del cacao a basso contenuto di grassi, la carruba si presta a molteplici preparazioni.

La sua farina, priva di glutine, è ideale per la realizzazione di pane, pasta (ad esempio gnocchi e tagliatelle), risotti ma anche dolci e granite. Inoltre, l’estratto denso di carruba, dolce e dal colore bruno intenso, è un ottimo dolcificante naturale e un topping delizioso per carni, verdure e formaggi.

Ma non è solo una prelibatezza per il palato: la carruba è ricca di vitamine, fibre, polifenoli, calcio, ferro e potassio che la rendono un alleato per la salute digestiva e cardiovascolare. Inoltre, il suo utilizzo come coadiuvante nelle diete dimagranti è sostenuto dalla sua capacità di dare un senso di sazietà e di abbassare i livelli di colesterolo.

Prodotti a base di carruba siciliana

Oggi, grazie alla passione delle aziende locali che hanno tramandato le antiche tradizioni legate alla lavorazione della carruba, è possibile trovare una vasta gamma di prodotti a base di questo frutto. Dalla crema di nocciola e carruba agli estratti concentrati di carruba da utilizzare come dolcificanti naturali fino al liquore alle carrube, che è facilmente riproducibile anche in casa.

E non dimentichiamoci del prelibato carrubato di Sicilia, disponibile in varie sfumature di gusto come zenzero, nocciole e arancia.

La carruba siciliana rimane un gioiello dimenticato che vale la pena scoprire e valorizzare. Con la sua storia millenaria e i suoi benefici per la salute, rappresenta un patrimonio prezioso da salvaguardare e condividere con il mondo.

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