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KKR risponde a Tim: Opa con delisting, finanziata in gran parte con capitale proprio e in parte a debito

Il fondo americano KKR ha risposto a Tim dicendosi sempre interessato a rilevare il 100% del capitale della compagnia ma a condizione che prima ci sia il delisting dalla Borsa

KKR risponde a Tim: Opa con delisting, finanziata in gran parte con capitale proprio e in parte a debito

Il fondo americano KKR, che a novembre aveva manifestato interesse a lanciare un’Opa amichevole sul 100% delle azioni Tim al valore di 0,505 euro ad azione, resta intenzionato ad “approfondire il dossier” legato al futuro della prima compagnia telefonica italiana. È questo il succo della risposta del fondo alla lettera che il presidente di Tim, Salvatore Rossi, e il nuovo Ad, Pietro Labriola, gli hanno inviato nei giorni scorsi invitandolo a precisare meglio i contenuti industriali e finanziari del suo progetto e le modalità per finanziarlo.

Opa Kkr: essenziale il delisting di Tim per il fondo americano

Secondo quanto riferisce oggi Il Sole 24 Ore, KKR ha fatto sapere ai vertici di Tim di essere ancora interessato ad acquisire amichevolmente non singoli pezzi della compagnia telefonica italiana ma l’intero capitale. Tuttavia, ritiene indispensabile il delisting del titolo dalla Borsa per poter condurre questa operazione.

KKR spiega inoltre, rispondendo alle domande della lettera di Rossi e Labriola, che pensa di finanziare l’Opa in gran parte con mezzi propri e per il resto a debito. Per quanto riguarda i tempi dell’operazione, il fondo americano precisa che saranno condizionati dall’eventuale accesso alla due diligence, che considera “il cantiere propedeutico al lancio dell’Opa”.

Il progetto di KKR non è però l’unico sul tappeto, anche se è l’unico che si è manifestato. In realtà, altri fondi internazionali guardano con interesse agli asset della compagnia telefonica italiana.

Via libera alla rete unica da Palazzo Chigi e da Cdp

Ieri, intanto, ha fatto un passo avanti, almeno nelle intenzioni, il progetto di rete unica tra Tim e Open Fiber, che ha ricevuto il sostegno di Palazzo Chigi e della Cassa depositi e prestiti. “La rete unica – ha dichiarato il consigliere economico del premier, Francesco Giavazzi – è uno degli obiettivi del Governo e succederà”. Sulla stessa linea la Cdp, che considera assurda la duplicazione degli investimenti in fibra per la banda ultralarga e che, come aveva già detto il presidente Luigi Gorno Tempini, resta più che mai favorevole alle nozze fra Tim e Open Fiber.

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