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Istat: reddito famiglie -5% in 4 anni, aumentano i debiti

Il reddito disponibile in termini reali delle famiglie italiane si è ridotto del 5% dal 2007 al 2011 – Aumentano i debiti, mentre si riduce ancora la già scarsa mobilità sociale – Quanto ai giovani, l’Italia è il Paese europeo che, dopo la Spagna, presenta la più forte esclusione dal lavoro degli under 25.

Istat: reddito famiglie -5% in 4 anni, aumentano i debiti

I soldi delle famiglie italiane continuano a diminuire, mentre i debiti aumentano. Il reddito disponibile in termini reali si è ridotto del 5% dal 2007 al 2011, portando molti a intaccare i risparmi per far fronte alle esigenze di ogni giorno. La quota di persone che ha ricevuto aiuti in denaro o in natura da parenti, amici, istituzioni o altri è passata dal 15,3% del 2010 al 18,8% del 2011, mentre nei primi nove mesi del 2012 la quota delle famiglie indebitate è passata dal 2,3% al 6,5%. E’ quanto emerge dal primo Rapporto sul benessere equo e sostenibile Bes 2013 elaborato dall’Istat in collaborazione con il Cnel.

Alcuni segmenti di popolazione e certe zone del Paese, rileva l’Istat, sono stati particolarmente colpiti sia dalla riduzione dei posti di lavoro (la percentuale degli individui in famiglie senza occupati è passata, tra il 2007 e il 2011, dal 5,1% al 7,2%, con una dinamica più accentuata tra gli under 25, per i quali è cresciuta dal 5,4% all’8%), sia dalla diminuzione del potere d’acquisto, che si è ridotto del 5%. 

Tutto questo si è tradotto in un’ulteriore riduzione della già scarsa mobilità sociale. La crisi economica degli ultimi cinque anni mostra i limiti di un modello sociale in cui la famiglia funziona da ammortizzatore sociale, “accentuando le disuguaglianze tra classi, le profonde differenze territoriali e riducendo ulteriormente la mobilità sociale”,  si legge nel rapporto.

Una delle disuguaglianza che la crisi sta accentuando di più è quella del reddito: “Il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero dal 5,2 del 2008 sale al 5,6 del 2011”, rileva l’Istat.

Quanto ai giovani, l’Italia è il Paese europeo che, dopo la Spagna, presenta la più forte esclusione dal lavoro degli under 25 e l’unico con bassissime opportunità di occupazione regolare. Solo poco più di tre giovani su dieci lavorano e il tasso di occupazione è del 33,8% tra i 20-24enni. Insieme ai giovani, soffrono anche le donne e gli abitanti del Sud, con tassi di occupazione del 49,9% e del 47,8% rispettivamente.

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