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Istat, doccia fredda sulla crescita: Pil si fermerà a +0,7%

Nella sua nota mensile, l’Istituto di statistica gela le attese del governo: la crescita frena nel quarto trimestre, farà un +0,2 per cento congiunturale che non consentirà di raggiungere l’obiettivo dello 0,9% annuo.

Istat, doccia fredda sulla crescita: Pil si fermerà a +0,7%

Istat stima che l’Italia cresca in termini congiunturali dello 0,2% nel quarto trimestre del 2015, analogamente a quanto ha fatto nel terzo.

Nella nota mensile l’istituto di statistica spiega che la crescita ottenuta dal confronto tra i dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi del 2015 con quelli del 2014 “è pari allo 0,7%”.

“Nel terzo trimestre l’andamento positivo dell’economia italiana – scrive l’Itat nelle ultime righe della nuova nota mensile – è stato guidato dalla crescita del valore aggiunto nel settore manifatturiero e, in misura limitata, nei servizi. Per il quarto trimestre ci si attende il proseguimento, seppure a ritmi moderati, della fase espansiva iniziata nei primi mesi dell’anno. Il percorso di crescita rimane caratterizzato dall’attuale fase del ciclo internazionale che condiziona negativamente la dinamica delle esportazioni italiane”. 

L’intervallo di confidenza per la crescita del quarto trimestre è compreso tra zero e +0,4%. Ma “al risultato positivo contribuirebbe prevalentemente la crescita dei consumi che, in parte, si rifletterebbe sull’aumento delle importazioni. Permangono invece le difficoltà nella ripartenza del ciclo degli investimenti”, osserva l’Istat. In sostanza la ripresa del consumi interni è ancora debole e non sufficiente da sola a far ripartire il sistema industriale nel suo complesso. Ecco perché lo sprint che pur si era visto nei mesi scorsi e che aveva fatto ben sperare non solo il governo (che ha rialzato in corso d’anno le sue stime dallo 0,7 allo 0,9 per cento), ma anche la Banca d’Italia (il governatore Visco si era lasciato andare ad una stima che avrebbe sfiorato l’1% a fine anno), si è andato affievolendo. Fino alla frenata di fine anno.

Il governo non ha ancora rettificato le sue previsiioni nonostante il ministro delì’Economia Pier Carlo Padoan, nei giorni scorsi, avesse lasciato intendere che un impatto dell’avanzata terroristica sull’economia non fosse da escludere. Per ora comunque la stima governativa valuta una crescita reale, non corretta per il calendario, pari a 0,9% nel 2015, anche se il premier Matteo Renzi ha ventilato la possibilità che si chiuda a +0,8%.

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