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Iran e business: quello che c’è da sapere in 10 punti

Fra l’8 e il 10 febbraio una delegazione del nostro Paese sarà in visita a Teheran – Alla luce dell’importanza che il mercato iraniano rivestirà nei prossimi anni per l’Italia (l’export potrebbe aumentare di 3 miliardi entro il 2018), pubblichiamo una scheda a cura di Sace sulla situazione del Paese mediorientale.

Iran e business: quello che c’è da sapere in 10 punti

L’Iran riparte e per le imprese italiane è una grande opportunità di business. Fra l’8 e il 10 febbraio una delegazione composta da rappresentanti del governo e delle aziende del nostro Paese si recherà in visita nel Paese mediorientale dopo che a fine gennaio, in occasione della visita in Italia del presidente iraniano Hassan Rouhani, sono stati firmati accordi tra imprese e istituzioni italiane e iraniane per un valore di circa 17 miliardi di euro.

Alla luce dell’importanza che il mercato iraniano rivestirà nei prossimi anni per l’Italia, pubblichiamo una scheda a cura di Sace sulla situazione complessiva del Paese. 

1. CONTESTO POLITICO

Rohani è alla presidenza dal 2013. L’accordo sul nucleare è il maggior successo in politica estera dell’Amministrazione, ma rappresenta una svolta condivisa dall’intero establishment iraniano, avendo ricevuto il consenso del Supremo leader Khamenei. Grazie al rispetto degli impegni sottoscritti dall’Iran nell’accordo di luglio, il 16 gennaio è scattato l’Implementation day, a partire dal quale è iniziata la progressiva rimozione delle sanzioni internazionali. Le elezioni parlamentari, programmate a febbraio 2016, consentiranno di misurare il consenso verso l’Amministrazione. L’accordo non costituisce tuttavia un cambio di politica estera su ampia scala e lascia inalterati elementi di conflitto tra l’Iran, l’Occidente e i Paesi del Golfo. Siria e Yemen restano tra i principali elementi di divergenza.

2. CONTESTO ECONOMICO

Le sanzioni internazionali hanno fortemente indebolito l’economia iraniana e limitato la possibilità per le imprese estere di operare nel Paese. Le esportazioni di greggio sono crollate e la posizione fiscale si è deteriorata. L’amministrazione corrente è comunque riuscita a ridurre il deficit fiscale e a rallentare l’inflazione dal 30% all’attuale15% circa. Secondo le ultime stime del FMI la rimozione delle sanzioni potrebbe consentire una crescita annua superiore al 4-5%. Il governo sta pianificando un pacchetto di stimolo all’economia per incentivare la domanda interna, facilitare l’accesso al credito e rafforzare il settore bancario. 

3. CONTESTO FINANZIARIO

I bilanci delle banche locali riflettono i vincoli operativi posti dalle sanzioni internazionali. La rimozione delle sanzioni consente di accedere nuovamente al sistema del dollaro e al circuito SWIFT. Alcuni dei principali istituti resteranno tuttavia sanzionati per questioni diverse dal programma nucleare o perché tra i soggetti le cui sanzioni decadranno in futuro. 

4. CONTESTO OPERATIVO

La revoca delle sanzioni consentirà la riapertura all’operatività estera nel Paese. La presenza dello Stato e delle fondazioni para-pubbliche nell’economia è rilevante. L’operatività nel Paese dovrà essere valutata alla luce del complesso di sanzioni ancora in vigore su singoli individui e società.

5. BILANCIA DEI PAGAMENTI

Il bilancio di partite correnti risente delle sanzioni internazionali e registra un avanzo stimato al2015 di soli 4,5 miliardi di dollari. La revoca delle sanzioni comporteranno la ripartenza degli investimenti da parte delle compagnie straniere, in primis nell’ambito oil & gas, particolarmente colpita dalla mancata possibilità di accedere alla tecnologia occidentale nel settore. Il contesto petrolifero debole, le cui quotazioni potranno subire ulteriori spinte al ribasso dal ritorno iraniano sul mercato internazionale, limita l’aumento atteso dei saldi di partite correnti nel futuro a breve termine. Il governo spera di attirare investimenti esteri per USD 30-50 miliardi annui grazie alla rimozione delle sanzioni. 

7. SETTORI DI OPPORTUNITÀ

La rimozione delle sanzioni permette la riapertura agli investimenti su una pluralità di settori, tra cui oil & gas, minerario, infrastrutture e edilizia residenziale. Buone prospettive anche dal settore meccanica strumentale e dei beni di consumo.

8. COMMERCIO E PRESENZA ITALIANA

Per effetto delle sanzioni l’export italiano verso l’Iran si è dimezzato rispetto ai valori del quinquennio precedente. Nel 2014 l’Italia ha esportato beni per un valore di EUR 1,16 miliardi, in aumento del 9%rispetto al 2013 ma inferiore del 44% rispetto al 2010. Tra le voci principali dell’export made in Italy vi sono la meccanica strumentale, i prodotti chimici e siderurgici. Le importazioni si sono invece fermate a EUR 440 mln, una cifra pari a solol’8% del valore 2011. Nei primi 10 mesi del 2015 l’interscambio ha superato i 960 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto allo stesso periodo 2014.

9. GLI ACCORDI FIRMATI

Nel corso della visita del Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Hassan Rouhani, SACE ha firmato con la Banca Centrale Iraniana un accordo per il recupero del credito sovrano vantato dell’Iran. Si tratta di un passo avanti importante nel processo di riapertura economica del Paese: prevede il pagamento in favore di SACE di 564 milioni di euro (in tre rate entro il 15 ottobre 2016) a fronte dagli indennizzi corrisposti negli anni scorsi alle imprese italiane, per finanziamenti non pagati da controparti iraniane a seguito del blocco dei sistemi di pagamento imposto dalle sanzioni internazionali. 

Nella precedente missione a Teheran (novembre 2015) SACE ha firmato 3 importanti accordi con le principali banche private iraniane (Bank Pasargad, Bank Parsian e Saman Bank), in base ai quali SACE e le banche intendono attivare una collaborazione sviluppare le strutture assicurativo-finanziarie più adatte a supportare progetti di mutuo interesse.

Di recente è stato inoltre firmato un accordo tra Ministero dello Sviluppo Economico, SACE e Mediobanca con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Banca Centrale dell’Iran ha l’obiettivo di facilitare lo sviluppo di future relazioni economico-commerciali tra i due Paesi: un accordo “apripista” in cui le controparti s’impegnano ad avviare una collaborazione, compatibilmente con il quadro normativo nazionale e internazionale vigente e con il ripristino del sistema dei pagamenti, per valutare progetti di breve e medio-lungo termine in comparti industriali d’eccellenza italiana funzionali allo sviluppo economico iraniano e per identificare istituzioni finanziarie locali che possano beneficiare di line di credito messe a disposizione da Mediobanca, con la garanzia di SACE e del Ministero dell’Economia e delle Finanze iraniano, per sostenere il finanziamento e il pagamento di transazioni di export e investimento. 

10. IL POTENZIALE

Il ritiro delle sanzioni potrebbe portare a un incremento del nostro export nel Paese di quasi 3 miliardi di euro entro il 2018, con interessanti opportunità per le aziende italiane in diversi settori, tra cui l’Oil&gas, il petrolchimico, l’automotive e le costruzioni. Il governo iraniano mira ad attrarre tra i 30 e i 50 $/mld di investimenti esteri annui per raggiungere gli obiettivi di crescita macroeconomica. 

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