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Intesa Sanpaolo sostiene la green economy

Finanziamenti per le Pmi a partire dal Sud. Nuove linee di credito per riconvertire produzioni, mentre le aziende chiedono aiuti e supporto.

Intesa Sanpaolo sostiene la green economy

Un segnale. Qualcosa di cui si sente il bisogno da tempo, a partire proprio dal sistema creditizio e finanziario. Intesa SanPaolo ha messo a disposizione 100 milioni di euro per 30 progetti di economia circolare. Si parte dal Mezzogiorno e attraverso 8 webinar la Banca avvicina le Pmi alla green economy. La banca ha stanziato 6 miliardi per aiutare il tessuto vitale dell’economia italiana a trovare la strada migliore per le sfide future. Ha aperto anche una nuova linea di credito Sustainability Loan con un plafond di 2 miliardi. In campo c’è Innovation Center, società specializzata in innovazione e trasformazione digitale.

La risposta del Sud nel primo incontro è stata buona. “In un contesto economico in continua evoluzione, è di cruciale importanza investire su asset strategici come l’innovazione, la crescita dimensionale, l’internazionalizzazione e la sostenibilità” dice Giuseppe Nargi, manager del gruppo. L’impegno di supportare le imprese del territorio che decidono di intraprendere nuove linee produttive non impattanti appare comunque di lungo periodo. Il Sud soffre di un grave ritardo strutturale nel passaggio alla new economy, alla riorganizzazione di prodotti e servizi. Per non dire dei costi che gravano sui bilanci dei piccoli imprenditori dovuti alla mancanza di infrastrutture e impianti. Lo specchio riflesso della politica fallimentare degli ultimi tre anni.

Il Politecnico di Milano nel suo primo report sullo stato della economia circolare ha certificato un livello del 17,7% su tutti i settori produttivi. Evidentemente sono ancora le imprese del Centro e del Nord a dare sostanza a quella percentuale. Se i fondi del Recovery plan saranno sul serio indirizzati alle filiere green, come dice l’Ue, il Sud potrà diventare la “principale piattaforma verde nazionale”, come dice la Svimez. L’ultimo rapporto della società può costituire una leva per aiutare le banche ad investire nella new economy meridionale. Per evitare che il PNRR si risolva in uno scatolone di progetti senza una chiara linea strategica, sostiene il presidente dello Svimez, Adriano Giannola. Il Mezzogiorno si presenta come motore aggiuntivo al motore ansimante dell’economia del Paese. D’altra parte si commetterebbe ancora una volta l’errore di inseguire modelli di sviluppo con antiche ricette. Non a caso l’unica previsione di crescita del Pil del Sud con 100mila nuovi posti di lavoro è affidata ad un economia del riciclo e del riuso delle risorse.

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