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Intesa Sanpaolo, la bussola dell’economia italiana: crescita rinviata a fine 2013

REPORT INTESA SANPAOLO – Sebbene sia iniziato in modo meno negativo che la fine del 2012, il 2013 per l’economia italiana sarà un altro anno di recessione (-1,5% dopo il -2,4% del 2012), la più lunga da più di trent’anni.

Intesa Sanpaolo, la bussola dell’economia italiana: crescita rinviata a fine 2013

Sebbene sia iniziato con una nota meno negativa che a fine 2012, il 2013 per l’economia italiana sarà un altro anno di recessione (-1,5% nelle nostre stime, dopo il -2,4% del 2012), la più lunga da più di trent’anni. Infatti, i potenti fattori recessivi del 2012 rimarranno attivi per buona parte dell’anno, e la ripresa potrà arrivare solo dalla fine del 2013. Un parziale sollievo arriverà dallo sblocco dei pagamenti della PA. I rischi sullo scenario restano peraltro verso il basso, il principale dei quali è costituito dall’incertezza del quadro politico. Il Paese non necessita di una manovra aggiuntiva per l’anno in corso, ma al contempo non può per il momento permettersi di allentare il percorso di aggiustamento fiscale.

Il 2013 per l’economia italiana potrebbe iniziare con una nota decisamente meno negativa che a fine 2012. Sulla base del rimbalzo di gennaio della produzione industriale (e nonostante il tono ancora pessimistico delle indagini), è infatti possibile che l’industria abbia dato un contributo circa nullo al valore aggiunto nel 1° trimestre. Tenendo conto che il valore aggiunto dovrebbe aver continuato a calare nei servizi (e nelle costruzioni), in ogni caso le indicazioni sono coerenti con un PIL significativamente meno negativo (in calo di due/tre decimi) a inizio 2013, dopo il pesante -0,9% t/t di fine 2012.

Tuttavia, il ritorno alla crescita su base congiunturale è rimandato alla fine dell’anno: nei trimestri centrali il PIL potrebbe rimanere in negativo (per inciso, la recessione in corso sarebbe la più lunga da quando sono disponibili dati trimestrali ovvero dal 1981: 9 trimestri con i 6 trimestri del 1992-1993). In primavera si potrebbe avere una ricaduta degli investimenti in particolare in macchinari e attrezzature dopo il miglioramento di inizio anno, ma l’anticipo di acquisti di beni durevoli connesso al programmato aumento dell’IVA dal 1° luglio potrebbe viceversa sostenere i consumi; al contrario, nel trimestre estivo si potrebbe avere una ripresa per gli investimenti e
viceversa una ricaduta dei consumi. Il contributo del commercio con l’estero è atteso rimanere positivo per tutto l’anno vista la dinamicità (già dal mese di gennaio) dell’export mentre anche sull’import potrebbe gravare una certa volatilità indotta dal rincaro IVA. La tenuta dell’export è confermata dalla divergenza osservata di recente nelle indagini tra ordini dall’estero in ripresa e commesse dal mercato domestico in ulteriore calo.

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