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Intervista a Tomaso Tommasi: “Dopo Amga, Hera farà ancora m&a e manterrà alti dividendi”

INTERVISTA a TOMASO TOMMASI DI VIGNANO, presidente di Hera – Quella con l’Amga è la dodicesima aggregazione di Hera in dieci anni – “Il m&a è ormai una componente caratteristica della nostra crescita” – Meglio la politica dei piccoli passi ma senza preclusioni a un’eventuale super-utility – “Fino al 2017 nove centesimi di dividendo per azione ogni anno”.

Intervista a Tomaso Tommasi: “Dopo Amga, Hera farà ancora m&a e manterrà alti dividendi”

E dodici. Con la fusione per incorporazione dell’Amga di Udine, approvata giovedì scorsa e destinata a diventare operativa dal prossimo primo luglio,  la multiutility bolognese Hera ha messo a segno, sotto la presidenza di Tomaso Tommasi di Vignano, la dodicesima aggregazione societaria in un decennio. Del resto la società, che è attiva nei settori del gas, dell’elettricità, dell’acqua e dei rifiuti, era nata nel 2002 proprio sotto il segno delle aggregazioni e come integrazione di 11 local utulities, che allora gli analisti finanziari consideravano un handicap e che invece si è rivelato un fattore vincente e determinante per la crescita, che ha fatto di Hera la seconda multiutility italiana. 

Lo dicono i numeri che registrano oggi oltre due milioni di clienti energy , quasi 9 mila dipendenti , un fatturato di circa 5 miliardi di euro  e una presenza molto radicata nel territorio dell’Emilia-Romagna ma ormai anche del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. Ma quel che colpisce è che il suo nuovo piano industriale prevede di crescere ancora. “Il merger and acquisition è ormai una nostra caratteristica e, dopo Amga, continuerà con almeno un altro colpo” preannuncia Tommasi in questa intervista a FIRSTonline.  

La politica dei piccoli passi e delle acquisizioni di realtà vicine e di piccole dimensioni si è rivelata un elemento di successo e Tommasi pensa di restarvi fedele, ma non ha preclusioni di principio a un eventuale progetto di super-utility, qualora maturassero le condizioni e fosse una mossa per creare valore.  Quel valore che permette oggi ad Hera di essere in testa nella classifica di Borsa delle cedole e di riconoscere  “almeno nove centesimi di dividendo ad azione fino al 2017”. Con soddisfazione di tutti i soci, vecchi e nuovi.

FIRSTonline – Presidente, dopo mesi di trattative giovedì è finalmente arrivata la fumata bianca tra Hera e l’Amga di Udine: che cosa significa per il suo gruppo la fusione con la ex-municipalizzata friulana e a quali condizioni avviene?

TOMMASI – L’integrazione con Amga, che diventerà operativa dal prossimo primo luglio, prosegue lo sviluppo avviato nel promettente territorio del Nord est con AcegasAps, in coerenza con il piano industriale e il percorso sino ad ora realizzato, con la valorizzazione del recente aumento di capitale a cui ha contribuito anche il Fondo Strategico Italiano. Si tratta di un’opportunità per arrivare a un’integrazione industriale rapida grazie alle numerose analogie industriali, di contiguità territoriale, di assetto proprietario e di percorso di sviluppo. Tutto questo sfruttando anche il patrimonio industriale e operativo di AcegasAps, che si configura come il veicolo di una grande operazione di sviluppo e razionalizzazione nel Nord Est, con l’obiettivo di  migliorare qualità ed efficienza dei servizi ai cittadini ed estrarre i benefici delle economie di scala. Con l’operazione Amga completiamo così il nostro radicamento nel Friuli-Venezia Giulia a valle dell’integrazione con Aps a Padova e dopo il nostro arrivo a Trieste in Acegas.  

FIRSTonline – Manca Pordenone, sarà la prossima meta?

TOMMASI – No, Pordenone è fuori dai nostri orizzonti perché è terreno di un primario operatore nazionale.

FIRSTonline – E le condizioni dell’accordo con Amga quali sono? Ci saranno conguagli in denaro da parte di Hera?

TOMMASI – No, l’integrazione avverrà senza conguagli in denaro e il Comune di Udine arriverà a detenere il 2,98% di Hera, con il diritto di esprimere un consigliere nel Cda di AcegasAps e un membro all’interno del patto di sindacato Hera.

FIRSTonline – L’accordo con Amga sembra, in sostanza, confermare due costanti della linea strategica di Hera: la crescita attraverso piccole acquisizioni e l’espansione nel ricco Nord-est. E’ così?

TOMMASI – Sì, in questo momento la strategia aziendale è questa. Ci sembra la strada migliore per creare, ad ogni operazione,  valore per i nostri azionisti e costruire una nuova realtà, omogenea territorialmente e in grado di valorizzare la base industriale già presente, che potrà, con ancora maggiore efficienza ed efficacia, rispondere alle crescenti necessità di servizio del territorio. Questa logica ha poi un altro vantaggio: consente all’azienda di metabolizzare ogni passo rapidamente, senza scossoni, e, dopo alcuni di questi esercizi, con naturalezza, quasi fosse un’attività “ordinaria”. La scelta del Nord Est risponde alla caratteristiche illustrate ed è la più logica, considerando che in Emilia-Romagna c’è ormai poco spazio per crescere.

FIRSTonline – Durante la sua presidenza, Hera ha collezionato numerosi accordi di acquisizione-integrazione di nuove utility: con Amga a che numero siete arrivati?

TOMMASI – Oltre alle undici ex-municipalizzate che hanno dato vita ad Hera nel 2002, in questi anni sono entrate nel Gruppo ulteriori undici nuove realtà, Amga, se tutto andrà bene, sarà la dodicesima. Mi piace però sottolineare che questi ultimi dieci anni di storia non sono stati caratterizzati solo da integrazioni di ex-municipalizzate ma anche da numerose acquisizioni  “di filiera”, che ci hanno consentito di raggiungere un assetto industriale e di presenza sulle filiere dell’Ambiente e dell’Energia in molti casi di rilievo nazionale. Con queste operazioni abbiamo collaudato una “ricetta” tutta nostra che ci permette di andare avanti con il consolidamento sicuri che le nostre integrazioni diano i loro frutti e rafforzino ulteriormente le economie di scala e la governance del nostro Gruppo.

FIRSTonline – In termini di fatturato, di dipendenti, di margini e di quote di mercato Hera, dopo l’integrazione con Amga, come diventerà?

TOMMASI – Il Gruppo risultante dall’aggregazione, grazie ai circa 150 mila punti di fornitura di Amga, potrà contare su circa 1 milione e 700 mila punti di fornitura nella distribuzione gas, di cui quasi 500 mila in Friuli-Venezia Giulia e Veneto. La base clienti nel Gas ed Elettricità supererà i due milioni, mentre i punti luce gestiti per l’Illuminazione Pubblica saranno circa 380 mila, dei quali 85 mila in Friuli-Venezia Giulia e Veneto. Inoltre si potranno sviluppare ulteriormente, mettendo a fattor comune il know-how delle due aziende, le attività di illuminazione pubblica, gestione impianti e tutte le attività innovative a basso impatto ambientale, come ad esempio la cogenerazione. Senza dimenticare poi la forza commerciale che la nuova realtà potrà esprimere nella vendita dei prodotti Energy.

FIRSTonline – Nella classifiche nazionali il vostro posizionamento come risulta?

TOMMASI – Il gruppo Hera è il primo in Italia nel settore dei Rifiuti, il secondo nell’Idrico, il terzo nella Distribuzione gas e il quinto nella Vendita di gas ed elettricità. 

FIRSTonline – E i numeri del fatturato, dei margini e dei dipendenti di Hera che cosa dicono?

TOMMASI – Amga porta con sé 370 milioni di ricavi, il che fa salire a 5 miliardi di euro il fatturato aggregato del Gruppo che si colloca al secondo posto assoluto nelle multiutilities italiane.  L’ebitda consolidato supererà nel 2014 gli 850 milioni e il totale dei dipendenti sfiorerà i 9 mila, di cui circa 300 derivanti dall’Amga. Ma quel che mi piace sottolineare è che la redditività per dipendente arriverà a 110 mila euro di margine operativo, che è un bel traguardo.

FIRSTonline – Presidente, nel Paese dei mille campanili è solitamente difficile fondere aziende locali di territori diversi ma Hera sembra rappresentare un’eccezione felice: qual è il segreto della vostra politica delle alleanze territoriali? Cosa chiedete e che cosa offrite in cambio ai nuovi partner?

TOMMASI – Nessun segreto. Semplicemente, in un mercato così complesso come quello dei servizi pubblici locali, caratterizzato da un quadro normativo (vedi gare) che modificherà ulteriormente le logiche della concorrenza e le aspettative di servizio, crediamo siano fondamentali politiche di razionalizzazione e consolidamento, per offrire ai territori maggiori investimenti e realtà più efficienti, solide e competitive. Tutto ciò che chiediamo è la condivisione di questa visione. E in cambio offriamo un know-how e una dotazione operativa di assoluta eccellenza, una struttura finanziaria molto solida, serietà e professionalità.

FIRSTonline –  E poi ci sono i vostri dividendi, che sono tra i più alti sul mercato azionario.

TOMMASI  – Sì, uno dei degli elementi di maggior interesse verso Hera è dato dalla politica dei dividendi che, proprio in ragione della buona gestione e della solidità finanziaria, ha sempre consentito ai soci interessanti ritorni sull’investimento. La cedola Hera vale molto più del rendimento di un Btp e questo conta. Infine non sono da sottovalutare le garanzie che offre la governance dell’azienda: una netta maggioranza pubblica però molto distribuita, il che impedisce l’emergere di “padroni” e allo stesso tempo assicura al management autorevolezza e autonomia operativa. Per questo sono riconoscente ai nostri soci che hanno sempre sostenuto con lucidità questo percorso e penso che ne siano rimasti soddisfatti.

FIRSTonline – Sullo scenario politico talvolta ricompare l’idea suggestiva di una super-utility del Nord che imiti il modello della Rwe tedesca:  Hera ha finora seguito un’altra strada di crescita ma questo significa che esclude a priori l’idea della super-utility o, a certe condizioni, potrebbe essere interessata a un progetto del genere?

TOMMASI – Un’aggregazione ha senso se produce valore in tempi ragionevoli, attraverso sinergie e integrazione operativa, se migliora i livelli di servizio al cittadino e se assicura una governance fluida. Realizzare questi tre obiettivi attraverso una fusione tra una o più grandi realtà non è impossibile, ma è certamente più difficile. Per questo abbiamo sino ad ora seguito la strada della crescita esogena a macchia d’olio, aggregando cioè progressivamente realtà più piccole. Detto questo, è chiaro che ogni opportunità va valutata e approfondita nel merito senza pregiudiziali.

FIRSTonline – Insomma, meglio consolidare verso il basso superando l’eccesso di frammentazione delle local utilities che verso l’alto?

TOMMASI – Esattamente. Non dimentichiamoci che in Italia le sei multiutility quotate rappresentano quantitativamente l’1,3% delle imprese sul mercato ed esprimono il 47% del fatturato del settore mentre in Francia nel settore gas il primo operatore detiene l’80% della quota di mercato e nel Regno Unito i primi sei operatori controllano  il 99% del mercato. Molte della attività di riordino che anche l’Autorità dell’energia sta realizzando comunque aiutano certamente a trovare un percorso stabile e certo di riordino e un miglioramento di un assetto che ha pochi confronti in Europa. In particolare le prossime gare del gas favoriranno, attraverso la competizione, la ricerca di una maggior efficienza e innovazione degli operatori e un miglior servizio ai cittadini ma anche una razionalizzazione di un settore decisamente troppo frammentato. 

FIRSTonline – Presidente, quali saranno gli obiettivi centrali del nuovo piano industriale di Hera?

TOMMASI – In particolare lavoriamo per mantenere un percorso di crescita, nonostante un quadro esterno ancora estremamente difficile per i prossimi cinque anni, e per confermare il Gruppo come leader aggregante nel settore. Al 2017 l’obiettivo è centrare un Mol di 951 milioni di euro, con una crescita di 289 milioni. I principali driver sono l’importante crescita organica, su cui si faranno sentire anche i positivi effetti della recente riorganizzazione interna, le sinergie in corso di estrazione dall’aggregazione di AcegasAps  e l’ulteriore allargamento di perimetro.  La redditività per dipendente supererà i 110 mila euro, in crescita del 10% rispetto al 2012.

FIRSTonline – Allargare il perimetro, vuol dire che non vi fermerete ad Udine ma che avete in programma un’altra acquisizione?

TOMMASI – Sì, è nei nostri piani.

FIRSTonline – Dove?

TOMMASI – In Emilia se si creeranno le condizioni o in territori limitrofi.

FIRSTonline – Per concludere con la Borsa, Hera ha finora dato soddisfazione agli azionisti ,sia attraverso ricche cedole che una attraverso una costante crescita della capitalizzazione: il pay out resterà generoso anche quest’anno? E che cosa manca ancora al titolo per entrare nel  FtseMib?

TOMMASI- Le prospettive del nostro piano industriale al 2017 continuano a proseguire la crescita dei risultati, il rafforzamento della solidità finanziaria e il consolidamento dei rapporti con il mercato attraverso una politica dei dividendi chiara e semplice: sono previsti in pagamento almeno nove centesimi di dividendo per azione ogni anno fino al 2017. Questo è impegno alla portata del Gruppo che potrà contemporaneamente migliorare i propri indici di solidità finanziaria. La capitalizzazione del Gruppo Hera ci vede tra i primi 40 gruppi italiani quotati e con il piano al 2017 prevediamo di crescere ulteriormente sia con la crescita organica che con M&A. Quest’ultima componente della crescita Hera è sempre piaciuta al mercato ed è diventata il nostro tratto distintivo rispetto ai competitor. Consolidare il settore è un percorso lungo e necessario, a cui ci stiamo impegnando e certamente ci permetterà di continuare ad aumentare la nostra market cap e di avvicinarci all’ingresso nel FtseMib.

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