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Inps: riforma pensioni in 5 punti

Il presidente Boeri presenta i 5 punti della riforma proposta al governo: prestazione minime per gli over 55, stop agli oneri aggiuntivi sulle ricongiunzioni, armonizzazione dei rendimenti, contributo di solidarietà per la flessibilità in uscita e possibili contributi aggiuntivi ai dipendenti – Poletti: “Valuteremo questo contributo insieme agli altri”.

Rete di protezione sociale per gli over 55, ricongiungimento gratuito dei regimi previdenziali (compresa la gestione separata), armonizzazione dei tassi di rendimento garantiti ai contributi, flessibilità con assegni più bassi per chi lascia il lavoro prima, possibilità per i datori di lavoro di versare contributi aggiuntivi ai loro dipendenti oltre a quelli obbligatori. Sono questi i cinque pilastri della proposta di riforma delle pensioni presentata il mese scorso dall’Inps al governo, come annunciato oggi dal presidente Tito Boeri durante la relazione alla Camera sul Rapporto annuale dell’Istituto. Le misure non sono state illustrate nel dettaglio “per motivi di riguardo istituzionale”, ma Boeri ha precisato che gli interventi non sono stati concepiti “per ragioni di cassa”, bensì per “ricercare maggiore equità, tanto fra generazioni diverse quanto all’interno di ciascuna generazione”. 

1. RETE DI PROTEZIONE SOCIALE PER GLI OVER 55

Secondo il Presidente dell’Inps, si tratta del primo passo “verso l’introduzione di quel reddito minimo garantito che oggi manca nel nostro Paese” e che porterà a distinguere assistenza e previdenza anche a livello contabile. Per questa via, secondo Boeri, si potrà superare un vizio di origine del sistema contributivo” cioè quello di “non prevedere prestazioni minime per chi non ha altri redditi e ha accumulato un montante contributivo troppo basso per garantirsi una pensione al di sopra della soglia di povertà”.

2. RICONGIUNZIONI: STOP AGLI ONERI AGGIUNTIVI

“La modifica normativa che abbiamo proposto – ha continuato Boeri – consente agli individui di unificare la pensione tra regimi diversi, compresa la cosiddetta gestione separata. Senza oneri aggiuntivi”. 

3. ARMONIZZAZIONE DEI RENDIMENTI

Per ridurre la differenza fra i trattamenti, l’Istituto di previdenza chiede di armonizzare le rivalutazioni dei contributi versati. E non solo per i fondi amministrati dall’Inps, ma per tutti, anche per i parlamentari e per i loro vitalizi. Boeri ritiene auspicabile che “Camera e Senato rendano al più presto pubbliche le regole che storicamente sono alla base di questi vitalizi. Servirà per valutare i tassi di rendimento implicitamente garantiti a deputati e senatori e a compararli con il trattamento riservato agli altri lavoratori”. 

4. FLESSIBILITA’ SOSTENIBILE

Il Presidente dell’Inps ha quindi sottolineato che “è giusto chiedere a chi ha redditi pensionistici elevati, in virtù di trattamenti molto più vantaggiosi di quelli di cui godranno i pensionati del domani, un contributo al finanziamento di uscite più flessibili. Servirà anche ad aiutare quelle generazioni che hanno avuto la sfortuna di imbattersi nella crisi sul finire della propria carriera lavorativa”.Il sistema contributivo permetterà qundi di reintrodurre una certa flessibilità in uscita: basterà spalmare il montante contributivo accumulato in relazione all’età di uscita e alla speranza di vita residua, perciò l’assegno previdenziale sarà più basso per chi lo incassa prima. “Posto che le pensioni siano sufficienti a garantire una vita dignitosa senza comportare l’intervento dell’assistenza sociale – ha continuato Boeri – questa è una flessibilità sostenibile”.

5. POSSIBILI I CONTRIBUTI AGGIUNTIVI

L’ultima proposta dell’Istituto prevede di dare la possibilità ai datori di lavoro di versare contributi aggiuntivi (oltre a quelli obbligatori) ai propri dipendenti, visto che il rapporto fra contribuenti e pensionati è destinato a peggiorare.

POLETTI: CONTRIBUTO IMPORTANTE, LO VALUTEREME INSIEME AGLI ALTRI

“E’ un contributo indiscutibilmente utile – ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, commentando le proposte dell’Inps –, che sarà utilizzato dal Governo per la definizione delle proprie proposte in materia insieme alle proposte che sono già oggi presenti in Parlamento, a quelle che sono avanzate dalle parti sociali e a quelle che sta elaborando il ministero all’interno dei propri uffici. Queste sono le condizioni per prendere una buona decisione che naturalmente competerà a Governo e Parlamento”. 

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