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Inps: nel 2012 spesa boom per le pensioni (+34%), ma quelle di anzianità crollano (-25,1%)

L’aumento è “per lo più ascrivibile alla spesa pensionistica derivata dall’incorporazione degli enti soppressi (Inpdap ed Enpals) – Mastrapasqua: “Rosso da 9 miliardi, ma sistema in sicurezza” – La spesa pensionistica finanziata in via principale dai contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro ha inciso sul Pil per il 15,08%

Inps: nel 2012 spesa boom per le pensioni (+34%), ma quelle di anzianità crollano (-25,1%)

Il nuovo Inps eroga ogni mese 21,1 milioni di pensioni fra assegni previdenziali e assistenziali. A beneficiarne sono circa 15,9 milioni di cittadini, per una spesa complessiva che nel 2012 ha raggiunto i 261,3 miliardi di euro, con un incremento del 34,4% rispetto ai 194,5 miliardi del 2011. Lo comunica l’istituto di previdenza nel suo rapporto annuale, sottolineando che l’aumento è “per lo più ascrivibile alla spesa pensionistica derivata dall’incorporazione degli enti soppressi (Inpdap ed Enpals), che incide per 63,3 miliardi di euro sull’incremento complessivo, pari a 66,9 miliardi”.

Sempre l’anno scorso, inoltre, la spesa pensionistica finanziata in via principale dai contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro ha inciso sul Pil per il 15,08% e per il 15,86% se si comprende anche la spesa erogata per conto dello Stato, con esclusione delle erogazioni relative alle indennità di accompagnamento a favore degli invalidi civili.

Quello dell’Inps è “un esercizio contabile che, dopo aver cumulato oltre 25 miliardi di euro di saldi positivi negli ultimi quattro anni, produce un rosso di quasi 9 miliardi di euro – ha spiegato il presidente Antonio Mastrapasqua -. Un disavanzo in tutto imputabile alla gestione dei lavoratori pubblici. E tuttavia un disavanzo contabile che non preoccupa la stabilità finanziaria del sistema”, che è “in piena sicurezza”.

Nel 2012, infine, si è registrato rispetto all’anno precedente un aumento delle pensioni di vecchiaia (+8,8%) e un “calo consistente” delle nuove pensioni di anzianità (-25,1%), dovuto anche all’inasprimento dei requisisti di accesso con la riforma Fornero.

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