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INFRASTRUTTURE – Pecorari? (Unicredit): valorizzare i progetti di qualità si può. Ecco come

INTERVISTA A MASSIMO PECORARI, responsabile Infrastrutture e Project Finance di Unicredit – Per svoltare nel campo delle infrastrutture anche in Italia bisogna valorizzare i progetti di qualità – Ecco come si può aprire una nuova fase ed ecco qual è la strategia di investimento di Unicredit – Il caso delle ferrovie francesi è un esempio virtuoso da imitare

INFRASTRUTTURE – Pecorari? (Unicredit): valorizzare i progetti di qualità si può. Ecco come

Che cosa può fare il mondo della finanza per rilanciare le infrastture in Italia, FUIRSTonline lo ga chiesto a Massimo Pecorari, respobsabile Unicredi per le infrastrutture e il Project Finance in occasione del rcente QPLab promosso a Roma dal professor Gilardoni della Bocconi. Eccoe le sue risposte.

FIRSTonline- Dottor Pecorari, come si declina la qualità dei progetti  per le infrastrutture in campo finanziario?

PECORARI – La prima cosa da fare è l’analisi di fattibilità di un progetto.
In Italia vi devono essere miglioramenti nella fase di pianificazione e programmazione. Serve al pari di quanto avviene all’estero una standardizzazione del processo a partire dallo studio di fattibilità dell’opera, basato su una attenta analisi costi-benefici che tenga conto di tutte le possibili alternative.
Nell’ambito dello studio di fattibilità, l’amministrazione pubblica avrà la possibilità di valutare anche la sostenibilità finanziaria di un’opera, promuovendo in tal modo i soli progetti realmente finanziabili.
Anche la decisione relativa a quale strumento/procedura (appalto vs. concessione) utilizzare per la realizzazione di una nuova opera è oggetto della preventiva analisi di fattibilità, al pari di quello che avviene in altri paesi e come suggerito dall’ANAC (nella Bozza di Determinazione Linee guida per l’affidamento delle concessioni di lavori pubblici e di servizi).
In UK c’è una prassi consolidata in tema di analisi di fattibilità che consente di approfondire tutti gli aspetti principali di un nuovo progetto e di identificarne la reale priorità e la modalità più opportuna per la sua realizzazione.
A titolo di esempio la valutazione dei benefici per tratta ad alta velocità ferroviaria (Londra –West Midlands) tiene conto di:
– domanda di trasporto; 
– domanda passeggeri e loro preferenze viaggio; 
– connessione con il resto del territorio; 
– riduzione tempi di viaggio; 
– rafforzamento affidabilità degli orari etc.
I costi sono quelli collegati alla realizzazione della tratta:
– costi legati alla costruzione; 
– costi per acquisto materiale rotabile (domanda passeggeri e loro preferenze viaggio); 
– costi operativi etc.
L’analisi dei benefici/costi (ACB) viene effettuata sulla base del beneficio per ogni sterlina spesa dal governo Inglese senza tener conto di potenziali investimenti privati.
A seguire vi è un’analisi di benchmarking, sulla base dei costi e della redditività dell’investimento (Public Sector Comparator) per valutare se è più conveniente realizzare il progetto con risorse pubbliche o con il coinvolgimento di capitali privati (PPP.)
Inoltre è prevista una valutazione ex post (POPE “Post Opening Project Evaluation”). Tale valutazione viene effettuata ogni anno a viene pubblicato un report ad hoc.
I criteri di valutazione sono fissati a livello governativo (ambiente, sicurezza, economia, accessibilità e integrazione).

FIRSTonline – Ma c’è altro di cui la finanza deve tenere conto per sostenere progetti infrastrutturali di qualità?

PECORARI – Si, ci sono almeno altri due aspetti da considerare. Il Debat Public e l’iter autorizzativo. Un elemento che penalizza il nostro paese è la mancanza di concertazione/partecipazione con i territori interessati (Debat Public sul modello francese). La condivisione con i futuri utenti riduce i conflitti e agevola la realizzabilità delle opera nei tempi previsti.
Francia, Regno Unito, Olanda, Germania e Svezia hanno linee guida scritte e pubblicamente consultabili per la valutazione preventiva delle opere pubbliche. Vengono altresì pubblicati i risultati delle analisi.
Nel Regno Unito l’analisi è ancora più dettagliata e il decisore pubblico, prima di procedere alle sue valutazioni e definire delle priorità delle opere, pubblica le analisi in fieri consentendo ai singoli cittadini di fornire commenti e/o spunti.

Poi c’è l’iter autorizzativo: per limitare la conflittualità e ridurre i tempi di realizzazione di un’opera, è necessario che questa venga affidata solo dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni dalle amministrazioni competenti (e.g. indire le gare su progetti definitivi o anticipare la conferenza di servizi al progetto preliminare).

FIRSTonline, quali sono i cinque  aspetti più rilevanti che rendono finanziabile un’opera infrastrutturale?

PECORARI – Eccoli:
1. In primis un contesto regolamentare certo e stabile nel tempo: qualsiasi investitore (sia di natura bancaria che un investitore in strumenti obbligazionari) vuole avere visibilità sui propri ritorni, in un orizzonte temporale di medio e lungo termine caratterizzato da un elevato grado di prevedibilità.
2. Adottare schemi contrattuali standard e condivisi con gli istituti finanziatori. 
3. Prevedere un’equilibrata allocazione dei rischi tra pubblico e privato, adottando forme di mitigazione del rischio traffico/mercato altrimenti non accettabile dagli investitori privati.
4. Supporto pubblico, ove necessario, con:
– garanzie da parte del Concedente/Pubblica Amministrazione a copertura di taluni rischi (in particolare il rischio traffico/mercato);
– contributi pubblici (e.g. TEM) finalizzati a consentirne la finanziabilità; a tal fine è fondamentale individuare un numero limitato di progetti prioritari per il Paese sui quali concentrare gli sforzi in termini di contributi/garanzie/iter approvativo;
5. accessibilità al mercato dei capitali (nella forma giuridica del Project Bond), attraverso strumenti complementari al finanziamento bancario, che può essere incentivata attraverso un maggior coinvolgimento di istituzioni pubbliche quali EIB, SACE e CDP finalizzato a rendere disponibili strumenti di first loss guarantee per ampliare il portafoglio dei progetti bancabili;

FIRSTonline – Quali strategie di investimento intendete portare avanti come Unicredit nel settore infrastrutturale italiano?

PECORARI – UniCredit conferma un forte commitment a supporto del piano infrastrutturale del paese, proponendo diverse forme di finanziamento a medio lungo termine (loan / project bond) per sostenere progetti infrastrutturali (brownfiled e greenfield) di una certa dimensione con particolare attenzione ai progetti di transito negli assi strategici (TEN-T).
E’ stato costituito un team ad hoc il cui compito è definire strutture tailor made per i singoli progetti, valutare la possibilità di affiancare al tradizionale loan strutture di mercato (quali i project bond) per attirare una classe più ampia di investitori.
Le infrastrutture sono sempre di più un asset class di riferimento per gli investitori di medio lungo termine.
Secondo i dati raccolti da Preqin i trend in atto sono la crescita del prezzo dell’asset e della media dei deal ($ 549mm nel 2014 in crescita del 67%). A fronte di rendimenti in discesa l’appetito rimane elevato, circa il 67% degli investitori deve aumentare la quota destinata ad asset infrastrutturali.

FIRSTonline – Si possono segnalare esempi virtuosi di progetti di qualità nelle infrastrutture a livello nazionale e internazionale?I 

PECORARI – Sì. Per sempio il sistema dei trasporti francese. Per queste ragioni:Chiara definizione degli obiettivi delle politiche dei trasporti con un’importante pianificazione a livello centrale (LOTI “Loi d’orientation des transports intérieurs”) che prevede una valutazione ex ante ed ex post per i progetti infrastrutturali.
Vi è un piano nazionale delle infrastrutture con orizzonte di medio lungo termine, frutto di un accordo tra Parlamento ed enti locali.
Presenza di strumenti di partecipazione (“Debat Public”) già dalle fasi preliminari dei singoli progetti.
Presenza di modelli di convenzione standardizzati e condivisi (soprattutto per gli aspetti più rilevanti) con le banche finanziatrici.
Vi è un’accettabile allocazione del rischio tra pubblico e privato grazie al posizionamento sul privato del solo rischio costruzione e disponibilità. Il rischio traffico rimane in capo all’Autorità Concedente. Tale ripartizione ha consentito il finanziamento di grandi opere strategiche nel settore ferroviario dell’alta velocità quali HSL Bretagne Pays de Loire (€ 3.4mld costo del progetto di cui € 990mln contributo dello Stato Francese) e Nimes-Montpelleir (€ 2.2mld costo del progetto di cui € 824mln di contributo dello Stato Francese).

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