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Incontro Putin-Erdogan, la proposta: “Hub energetico in Turchia per regolare i prezzi e fornire gas a Paesi terzi”

Ankara si è detta interessata alla proposta di creare un hub – Tra gli argomenti il rafforzamento dell’accordo sul grano stipulato tra Mosca e Ankara ma non la risoluzione del conflitto

Incontro Putin-Erdogan, la proposta: “Hub energetico in Turchia per regolare i prezzi e fornire gas a Paesi terzi”

Putin rispolvera la rotta del Mar Nero per il gas. Durante l’incontro ad Astana tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, è arrivata la proposta ufficiale con cui la Russia punta a rompere il suo isolamento: la creazione di un hub energetico in Turchia, facendo della regione del Mar Nero “la via principale per il rifornimento di carburante e gas all’Europa attraverso la Turchia”. Il potenziale hub servirà – secondo Putin – anche “per calmierare i prezzi del gas. Questi prezzi sono alle stelle ora e potremmo regolarli con sicurezza a un livello di mercato normale senza alcuna politicizzazione”, ha concluso il presidente russo, citato da Interfax. Un’idea che sembrerebbe essere piaciuta al presidente turco.

Un ritorno alle origini? Prima di concepire Nord Stream per creare nell’Europa settentrionale rotte alternative che escludessero la capitale ucraina, la rete di gasdotti che attraversa l’Ucraina era al centro delle esportazioni russe insieme a Blue Stream (di Eni e Gazprom) attraverso il Mar Nero.

Putin-Erdogan incontro: gas, grano ma niente guerra

Tra gli argomenti trattati nel bilaterale anche il rafforzamento dell’accordo sul grano stipulato a luglio scorso tra Mosca e Ankara con la mediazione dell’Onu. La Turchia è “determinata a rafforzare l’accordo sul grano, dobbiamo assicurare che le forniture continuino e che non siano interrotte”, ha detto Erdogan a Putin durante il loro incontro. Bisogna anche fare sì che “il grano e i fertilizzanti russi siano mandati ai Paesi meno sviluppati via Istanbul e noi siamo molto determinati su questo”.

Poi il riferimento all’esplosione sul ponte della Crimea, avvenuta venerdì 8 ottobre, che per il presidente russo non ha danneggiato il Turkish Stream, ovvero il gasdotto che arriva in Turchia.

Gas, energia, grano ma niente guerra. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha affermato che la questione di una possibile risoluzione al conflitto in Ucraina non è stata discussa dai due durante il loro incontro. Lo ha riferito l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti.

Putin: “Hub gas in Turchia come piattaforma per prezzo gas”

Adesso che Nord Stream è fuori uso, le forniture di gas russo all’Europa – seppur ridotte – potrebbero arrivare solo dall’Ucraina e dalla Turchia. “Trasferire alla regione del Mar Nero i volumi dei Nord Stream perduti – ha detto il capo del Cremlino – creando il più grande hub di gas per l’Europa in Turchia. Se i nostri partner sono interessati, naturalmente”. “La parte turca ha mostrato una reazione piuttosto interessata all’iniziativa del presidente Putin e i presidenti hanno dato incaricato di risolvere la questione molto rapidamente”, ha riferito il portavoce russo Peskov. 

Ma qual’è il gioco di Erdogan? Il presidente turco vorrebbe ampliare il suo ruolo a livello internazionale e la mediazione diplomatica con cui ha già ottenuto la ripresa delle esportazioni di grano dall’Ucraina. Ma perché?

Erdogan e Putin: relazioni complicate con vantaggi reciproci

Con la guerra i rapporti tra Turchia, paese della Nato, e la Russia, si sono rafforzati. Per anni la Turchia è stata il partner più fidato della Russia all’interno della Nato e con lo scoppio del conflitto questa “amicizia” risulta rafforzata. Ma perché?

Per la Russia la Turchia è diventata un porto sicuro, l’unico paese in Europa – e soprattutto della Nato – che ancora accoglie le aziende russe e il capo del Cremlino a braccia aperte. Putin con la guerra in Ucraina che si sta arenando e le dure sanzioni economiche che colpiscono l’industria e l’economia russa in generale ha bisogno di un alleato. I vantaggi includono vendite di energia e di armi, investimenti e uno stretto legame con un membro della Nato, che sta cercando di isolarlo e di aiutare l’Ucraina a sconfiggere il suo esercito invasore.

La Turchia, d’altro canto, ha bisogno di denaro, gas e affari russi mentre il presidente turco guarda a un’elezione “rischiosa”. E per questo motivo ha bisogno dell’aiuto di Mosca se vuole mantenere il potere: con la sua economia che sta implodendo e un’inflazione che corre a circa l’80% all’anno, la Russia è diventata un partner commerciale sempre più essenziale e una fonte di denaro, energia a basso costo, un grande mercato di esportazione e un rinnovato turismo russo.

La guerra ha quindi offerto al presidente turco ciò che sperava: essere protagonista in questa crisi, ricoprendo il ruolo di mediatore nel conflitto, e al contempo ridare al suo paese lo status di grande potenza.

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