Condividi

Ilva, Tribunale conferma il sequestro. Revocati i domiciliari per 5 degli 8 dirigenti arrestati

In mattinata il ministro Corrado Passera aveva lanciato l’allarme: “Se chiudiamo Taranto, non lo riapriamo più” – Poi la sentenza del Tribunale del capoluogo jonico: confermato il sequestro di 6 aree dello stabilimento siderurgico Ilva disposto dal gip – Nominato come custode giudiziario l’attuale presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante.

Ilva, Tribunale conferma il sequestro. Revocati i domiciliari per 5 degli 8 dirigenti arrestati

Il Tribunale del Riesame di Taranto ha sostanzialmente confermato il sequestro di 6 aree dello stabilimento siderurgico Ilva, disposto una decina di giorni fa dal gip del Tribunale del capoluogo jonico, Patrizia Todisco nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica sul presunto inquinamento ambientale.

Inoltre il collegio del Riesame, presieduto da Antonio Morelli, ha revocato gli arresti domiciliari per cinque degli otto dirigenti dell’Ilva arrestati (Marco Andelmi, Angelo Cavallo, Ivan Dimaggio, Salvatore De Felice e Salvatore D’Alò) mentre lo ha confermato per il patron Emilio Riva, per suo figlio Nicola e per l’ex dirigente dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso.

Secondo quanto si apprende, inoltre, il Tribunale del Riesame ha sostituito uno dei 4 custodi giudiziari nominati dal gip e incaricati delle procedure, molto complesse, relative al sequestro. Al posto del commercialista indicato dal giudice Todisco è stato nominato l’attuale presidente dell’Ilva Bruno Ferrante.

Il Riesame avrebbe dato ai custodi giudiziari l’incarico di far osservare i lavori e le prescrizioni indicate dal gip nel suo provvedimento sulla base della consulenza dei periti che stilarono le due perizie depositate all’incidente probatorio.

Stamattina intanto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera aveva lanciato il monito: “Se si chiude, non si riapre più. Come pubblico abbiamo fatto con lo stanziamento di oltre 300 milioni per bonifiche e interventi, il buon senso dovrebbe permetterci di evitare la chiusura, perché se questi impianti vengono chiusi non li si riapre più, se spegni uno di questi forni non li riaccendi più e per quella città, per quella regione e per l’Italia, sarebbe un costo veramente eccessivo”.

Commenta