Condividi

Ilva, Passera: “Se Taranto chiude, non riapre più”

Il ministro allo Sviluppo economico è intervenuto sulla vicenda dell’Ilva: “Se si chiudono quegli impianti non si riaprono più. Ci deve essere l’impegno da parte di tutti a non chiudere Taranto” – Intanto cresce l’attesa per conoscere la decisione dei giudici sui ricorsi: il termine scade giovedì 9 agosto.

Ilva, Passera: “Se Taranto chiude, non riapre più”

“Se si chiudono quegli impianti non si riaprono più. Ci deve essere l’impegno da parte di tutti a non chiudere Taranto”:  chiarissime e inequivocabili le parole del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, sul futuro dell’Ilva di Taranto, “perchè se dovesse chiudere – afferma intervistato a Uno Mattina – si porterebbe dietro una serie di filiere, oltre alla chiusura di tutti gli impianti del gruppo”.

“Quello che l’azienda stava facendo, e che noi abbiamo fatto con lo stanziamento di risorse per bonifiche e interventi e il buon senso di avere parametri non estremi – ha continuato il ministro – dovrebbero permetterci di evitare la chiusura, perchè se spegni uno di questi forni non li riaccendi più e per quella città e per l’Italia, sarebbe un costo veramente eccessivo”. E “guai a mettere i lavoratori di fronte alla inaccettabile alternativa” tra lavoro e inquinamento. Parole importanti quelle di Passera, che aprono qualche spiraglio.

A Taranto intanto cresce l’attesa per conoscere la decisione dei giudici sui ricorsi presentati contro il sequestro degli impianti dell’area a caldo e quelli dei difensori degli otto tra dirigenti ed ex dirigenti arrestati che ne chiedono la scarcerazione. C’è tempo fino a giovedì 9 agosto, poi i termini per la decisione scadranno. Ma i giudici potrebbero esprimersi anche prima.
Ieri intanto a Bari, in Regione, c’è stato un vertice per discutere sugli impegni che l’azienda dovrà accollarsi per ridurre l’inquinamento dell’area di Taranto.

Il cosiddetto tavolo tecnico sull’Ilva si è riunito a Bari per discutere di monitoraggio emissioni, benzopirene e parchi minerali. “Una risposta positiva da parte dell`Ilva – ha detto il presidente della Regione Nichi Vendola, presente anche lui all’incontro -, costituirebbe di fatto una premessa per poter cominciare a ricostruire il rapporto tra l`impresa e la sensibilità comune dei tarantini”.

Sul fronte romano, intanto, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini anche ieri ha replicato alle polemiche. “Alcuni organi di stampa – ha detto il ministro -, hanno costruito un`ipotesi che sull’Ilva di Taranto ci sia stata una sorta di “combine”, e questo è offensivo e irresponsabile. Ci sono 20 mila famiglie – ha proseguito Clini – che dipendono da Ilva a Taranto e altre migliaia di lavoratori in tutta Italia che sono legati al ciclo della siderurgia di Taranto. Dire queste cose è un atto irresponsabile che va denunciato in maniera molto decisa, senza alcun dubbio”.

Commenta