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Ilva: niente commissario, Governo verso un “blind trust”

Nell’Esecutivo si fa strada l’idea di una sorta di “blind trust” per sospendere temporaneamente i poteri della proprietà e garantire il rispetto dell’Aia – Intanto ieri, dopo oltre dieci mesi, l’Ilva ha ottenuto dal gip Patrizia Todisco la facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo sequestrati il 26 luglio 2012 per inquinamento e disastro ambientale.

Ilva: niente commissario, Governo verso un “blind trust”

L’Ilva è sull’orlo del dissesto finanziario e in caso di default bisognerebbe spegnere i forni. Al momento la bancarotta è evitata dalle banche che venerdì mattina hanno riattivato le linee di credito minime. Oggi il Consiglio dei ministri discuterà dei provvedimenti da adottare per salvare la fabbrica di Taranto: si fa strada l’idea di una sorta di “blind trust” – scrive il Sole 24 Ore – per sospendere temporaneamente i poteri della proprietà e garantire il rispetto dell’Aia. Domani invece la società ha in programma un’assemblea straordinaria. 

Intanto ieri, dopo oltre dieci mesi, l’Ilva ha ottenuto dal gip Patrizia Todisco la facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo sequestrati il 26 luglio 2012 per inquinamento e disastro ambientale. Impianti che in verità non si erano mai fermati e che erano già stati riconsegnati all’azienda era stata già reimmessa sulla base della legge 231/2012, cosiddetta ‘Salva Ilva’. 

L’ordinanza scioglie la riserva del gennaio scorso quando erano state sollevate questioni di legittimità costituzionale sulla legge 231/2012, non ritenute poi valide dalla Consulta. Il provvedimento del gip è stato notificato dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce all’azienda e ai quattro custodi giudiziari (gli ingegneri Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento e il commercialista Mario Tagarelli). 

Proprio ai custodi, che dovranno avvalersi dei carabinieri del Noe, il gip ha disposto che ”mediante accessi e sopralluoghi assidui, anche notturni, presso i siti in sequestro, verifichino e documentino lo stato delle aree e degli impianti sottoposti a vincolo cautelare” e controllino ”la situazione in atto riguardante le emissioni inquinanti degli stessi impianti ed il relativo sistema di monitoraggio”. I custodi e i carabinieri dovranno riferire ”puntualmente” al giudice la situazione ”con relazioni scritte almeno settimanali”.

Nel provvedimento il gip, richiamandosi a quanto affermato dalla Corte Costituzionale, sottolinea che la facoltà d’uso concessa ”potrà non essere (ulteriormente) consentita dall’autorità giudiziaria” nel caso in cui ”nel futuro vengano trasgredite le prescrizioni dell’Aia riesaminata”. Il giudice valuta peraltro negativamente l’eventualità che siano concesse proroghe per adempiere alle prescrizioni dell’Aia. ”Non potrebbero essere concesse – scrive – senza realizzare un obiettivo sbilanciamento nella tutela dei diritti in gioco, a detrimento del diritto alla salute e all’ambiente salubre”.

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